GIORNALISMO DI DESTRA
“Con Berlusconi – affermava
Montanelli - la parola “Destra” diventerà impronunciabile per almeno 50 anni, per
ragioni di decenza”
Potrà mai esistere, in
qualche improbabile e sperduto luogo dell’infinito universo, una verità di
destra opposta, contrapposta e contraria ad un’altra, di segno contrario? In un
universo civile, sarebbe inimmaginabile ma, in un paese come il nostro, dove il
relativismo etico è pratica relazionale e, il buon senso, una dannazione,
assolutamente si!
Può dunque, questo stuolo
di figuri, asserviti e alla mercé di un impostore nano, rappresentare la destra
europea (liberista liberale libertaria e progressista) e i suoi valori, sulla
base di una democrazia trasfigurata in stalinismo che, alla libera concorrenza,
predilige le consorterie, le logge e le corporazioni? Una società a delinquere
di stampo mafioso che, per consolidare privilegi, impunità e potere, ha
condotto l’Italia e gli italiani dentro un abisso senza fine!
Per tanto, la domanda che
mi pongo e alla quale non possiamo sottrarci, è questa: “Se alla direzione di
Libero (diversamente da Belpietro), ci fosse stato un bambino deficiente
affetto da cretinismo cronico, possiamo noi, con assoluta certezza affermare
che, in tutta libertà e autonomia, avrebbe condiviso o lui stesso concepito,
l’ignobile titolone, “Silvio come Amanda”, paragonando la Knox al Premier
Berlusconi, vittima della giustizia, vessato dai processi e dalle inchieste? La
risposta è, NO!!! Nessun
mentecatto al mondo (per definizione) sarebbe mai arrivato a produrre una tale
conclusione, con la sola eccezione di quei soggetti che, oltre ad accusare tali
patologie, sono inclini alla sudditanza più becera.
E non posso inoltre
sottrarmi dal severo giudizio critico che, in maniera stridente, salta subito
all’occhio, fra il significato etimologico dell’aggettivo “LIBERO” (non
soggetto a padrone o a qualsiasi forma di dominio, di costrizione autoritaria e
limitazione sia sul piano morale, sociale e politico), e il contrasto logico dei
titoloni demenziali ad esclusivo beneficio di un Capo banda nano.
Maurizio Belpietro,
insignito “ad honoris causa” della carica di direttore, farebbe la sua porca
figura se, diversamente dall’incaponirsi a scrivere articoli sui giornali, si
occupasse di venderli, in qualche pittoresca edicola lungo i navigli, nella più
credibile e consona veste di giornalaio a sua insaputa.
Queste prestigiose firme
dalla tagliente penna che, in maniera autoreferenziale, si definiscono
giornalisti di destra (povero Montanelli!), non sono che rotoli di carta
igienica che, il potere, usa per pulirsi il culo e poi, scaricare all’interno
di uno scivolo sotterraneo fino a quel luogo/non luogo (la fogna) da cui,
all’origine, sono venuti e, in seguito, risaliti fino a noi, attraverso lo
scarico del cesso!
Benché io possegga una
memoria di ferro, non ricordo mai di essere incappato – lungo il cammino della
mia vita - in individui a tal punto miserabili e ottusi, che sarebbe solo stato
possibile incontrare fra i fetidi miasmi di una cloaca, intenti a spalare
merda.
La razza dei Belpietro,
dei Feltri, dei Sallusti e dei Ferrara (e credetemi, provo disgusto al solo
pronunciare il loro stupidi cognomi), rappresenta l’archetipo di quegli
individui che, nel tempo, hanno contribuito alla nascita di dittature come il
fascismo e nazismo: gli irresponsabili ad oltranza. La frustrazione relativa,
alla loro pochezza intellettuale (risultato di un’ipocrisia conclamata e
coltivata, che solo nel servilismo attenua il suo disagio esistenziale), li ha
condotti ad asservire un potere nel quale si riconoscono per elementi di
grettezza, mistificazione, ipocrisia e codardia. Non è da sottovalutare,
inoltre, la comunanza ad una particolare ripugnanza fisica, relativa a canoni
estetici di singolare e generalizzata bruttezza e, in alcuni casi, resa ancor
più evidente da un pacchiano provincialismo mai rimosso che, in
quell’insopportabile inflessione dialettale padana (marchio di fabbrica),
tradisce la sua natura volgare, opportunista e di subalternità.
La loro congenita
predisposizione all’obbedienza poi, li qualifica per quello che sono: figure
sbiadite, prive di qualsiasi potenziale umano e culturale; esseri vuoti, vacui
e senza contenuti che, solo nella sudditanza, trovano uno spazio conforme alla
loro indole opportunista, che tracima di astio e di rancore.
I concetti di
intelligenza, buon senso, onestà intellettuale, equità, non appartengono al
loro “bigino” mentale ritenendoli, i medesimi, dei veri e propri impedimenti
etici, morali e deontologici. Questi signori, proprio in ragione di tali
storture, non sono mai stati e non lo saranno mai, ne dei giornalisti ne dei direttori di giornale, e presto,
l’oblio, cancellerà ogni traccia della loro insulsa carriera.
Tali indegni comportamenti
ricadranno sui loro figli (sempre che ne abbiano), che mi auguro siano in grado
di dare alla parola “LIBERTA’” il suo autentico significato e giudicare
autonomamente l’operato dei padri al servizio di Silvio Berlusconi.
Ringraziando il cielo, le
nuove generazioni non sono, ancora, il frutto di una selezione eugenetica o
della clonazione, e c’è ancora da sperare che da un padre ottuso nascano dei
figli consapevoli e da un criminale, degli individui sani e rispettosi delle
leggi.
E’ per tanto sconcertante,
il comportamento, di questi elementi di quart’ordine, che ogni giorno, annaspano
nella spazzatura per rendere più appetibile la loro opera di mistificazione.
Questi quotidiano, mi
ricordano quelle riviste di pettegolezzo degli anni 70, come “Ora, Visto,
Cronaca Vera” ed altri (di cui non ricordo il nome), che improntavano il loro
bieco commercio, sui titoloni altisonanti e improbabili scoup. Così appaiono
sempre più simili ad una discarica metropolitana, dove i miasmi populistici e
intimidatori, si prefiggono di intorbidire sull’onda di una emozione indotta,
una fetta di cittadini vuoti, predisposti e, naturalmente inclini, al
qualunquismo, alla retorica e alla contraffazione della realtà.
I malati patologici di
berlusconismo ad oltranza, sono proprio loro che, al sano pluralismo democratico
di un partito (che si ritenga tale) e a un contraddittorio costruttivo e leale,
hanno anteposto la dittatura e la volontà del Capo, mortificando la dignità
personale, ogni buon senso e ragionevolezza. Rappresentano quella parte amorfa
della società che non manifesta mai per i diritti umani e civili - che non si
occupa e preoccupa di un disastro ambientale che sta oscurando il futuro dei
nostri figli e nipoti - che non lotta, non partecipa, non converge, non
solidarizza, non si dissocia, relegata dentro un limbo gelatinoso di
qualunquismo e sottocultura, permeato da logiche di profitto e di potere.
La libertà, deve fare i
conti con la dignità che, i soggetti in causa, alla luce dei fatti, considerano
un optional di alcun interesse pratico.
Credere davvero di poterla
fare franca, immaginando che questa vergogna tutta italiana (lunga un
ventennio), con il tempo, si dissolverà nell’oblio, è una mera illusione!
Il prezzo che dovranno
pagare per il loro ignobile, servile, comportamento di mistificazione, di contraffazione,
di manipolazione della realtà e dei fatti, non che, dell’opera di
disinformazione e di diseducazione sociale e civile, sarà altissimo e senza
sconti, e li costringerà ad un esilio senza precedenti.
Gianni Tirelli
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