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EQUITALIA: UN ESTORSORE
LEGALIZZATO
“Loro non hanno nessuna
fretta ma, al contrario, ti concedono tutto il tempo necessario per poi, dopo
dieci o quindici anni, spedirti a casa con raccomandata, una bella cartella
esattoriale, il cui importo, è, cento volte quello che in realtà dovuto; se non
paghi, la tua casa sarà ipotecata e, in seguito, sarà messa all’asta.
Loro non vogliono i tuoi
soldi subito. Tu sei il loro più redditizio investimento e guai a te se paghi a
tempo debito”
In un tempo oramai lontano,
la mia buca delle lettere, aveva la funzione di accogliere e custodire
gelosamente cartoline di amici in viaggio verso paesi lontani; lettere di
ammiratrici, inviti a mostre, concerti, premi di poesia e inviti a nozze. Ma
tutto questo, non è, che un lontano ricordo di un tempo che fu.
Oggi, diversamente, la mia
buca lettere in ghisa, stile anni cinquanta, si è trasformata in un piccolo
incubo quotidiano. Uno spazio nero, sinistro, minaccioso, all’interno del quale
una moltitudine di bollette, aspettano di essere liberate dalla mia piccola
chiave, per poi funestare la mia giornata, e trasformare i miei sogni in incubi
e sussulti nevrastenici - anche i giorni a venire sono tristi e cupi. I conti
non tornano mai; bisogna controllare, verificare, telefonare, comparare con le
precedenti bollette, fra la bambina che strilla e il telefono che squilla, e
alla fine cedere per non impazzire: abdicare e pagare.
Tutto questo è molto triste
ma in fondo, è il male minore.
La cosa più crudele ed
inquietante, sono gli avvisi di ricevimento. Questi scialbi cartoncini gialli e
grigi che intravedi appena, dalla stretta fessura del tuo personale vaso di
Pandora
Quel giorno, casualmente,
ti sei alzato con il piede giusto. Ti guardi allo specchio e ti sorridi. “ Ho una bella faccia questa mattina -
pensi soddisfatto – “è proprio la
giornata giusta per dire a quei “quattro stronzi” quello che veramente penso di
loro”. Diserti l’ascensore e
saltelli giù per i gradini, come un ventenne in preda ad una scarica ormonale.
Ecco, adesso sei sotto e
stai per premere il pulsante che aprirà quella porta di vetro, ultimo ostacolo
ad una giornata gloriosa e piena di sole, pronto a pompare il tuo morale fino
alle stelle e ridare nuova energia alla tua autostima; fino ad ieri, a livelli
minimi. Poi, la coda del tuo occhio destro, in maniera del tutto autonoma,
butta una curiosa sbirciatina verso l’oggetto più sinistro e destabilizzante
della tua esistenza. Quante volte, hai pensato di farla finita, di strapparla
dal muro e scaraventarla in qualche cassonetto o affogarla per sempre in fondo
ad un lago? Mille volte, ma poi, hai pensato che il postino avrebbe ammucchiato
la tua corrispondenza in qualche angolo buio del pianerottolo. Qualche
bolletta, sarebbe andata perduta e, tu, non avendola pagata, saresti stato, in
seguito, condannato a sborsare molti più soldi di quanti in realtà dovuti.
Così, con calma, hai messo
il guinzaglio al tuo primordiale istinto e, rassegnato, da bravo cittadino, hai
accettato la tua croce.
Ti sembra di avere intravisto
qualcosa, e ti fermi. Il dito medio, della tua mano destra indugia sul pulsante
dell’apri porta. Mediti!! La parte migliore di te, che apparteneva a quel
ragazzo spensierato e sincero di un tempo, vorrebbe darsela a gambe e rimandare
l’ispezione ad altra data ma, una spasmodica ossessione masochistica, prevarica
ogni buona intenzione, e ti avvii verso il buio, come un suicida nel vuoto.
Guardi in maniera distratta
dentro l’infernale fessura e, quello che non avresti mai voluto vedere, è li.
Nell’arco di pochi decimi
di secondo, ripensi a tutti i buoni propositi, agli esercizi yoga per il
controllo delle emozioni e, come un’eco lontana, senti la voce di tua moglie
che, con tono asciutto e autorevole, ti consiglia.. ”te ne devi fottere, non ti incazzare così, fai il loro gioco, e la tua
salute se ne va vaffanculo”
Vorresti fuggire e poter
rimuovere dal cervello l’infausta visione, almeno fino al mattino successivo
per poi, con una adeguata preparazione, fatta di meditazione e tranning
autogeno, affrontare serenamente il tuo ineludibile destino.
Nel frattempo, la tua mente
proietta le facce di quei quattro stronzi, che volevi affrontare e zittire ma,
il sarcasmo e l’ironia dei loro tratti, e la malignità di quei sorrisi, fanno
carne da macello di ogni tua buona intenzione.
Il tuo cuore comincia a
scalciare e gocce nevrasteniche di sudore, a bagnare la tua fronte.
Una rabbia viscerale ti
esplode nello stomaco, mentre lo spostamento d’aria comprime con violenza il
sangue nei tuoi polmoni, nella tua anima e nel tuo cuore, travolgendo con se
ogni freno inibitorio, come le rapide di un torrente di montagna.
Il tuo cervello implode..!!
Ogni pensiero, ogni parola,
e forse tutta la tua esistenza, annegano miseramente dentro l’intruglio
acquoso, che è oramai la tua mente, senza neppure dire: muoio!
Il tuo essere, fluttua come
un’anima persa fra le pareti flaccide di un limbo, mentre “avvisi di
ricevimento” gialli e grigi, come foglie d’autunno, planano leggere sopra la
superficie immobile di un lago senza vita.
Devi ritornare in te!
Ecco, adesso sei calmo;
farfugli qualcosa come – bastardi, me la
pagherete - estrema e vana minaccia di un orgoglio defunto. Il peggio è
passato, e non ti resta che affrontare la cruda realtà.
Così, apri la tua buca
lettere e, con un garbo inconsueto, ti impossessi, senza indugiare, del
diabolico foglietto.
Come un automa, oltrepassi
la porta di vetro, ed eludendo ogni programma prestabilito, ti avvii con
andatura da passeggio verso l’ufficio postale.
Non c’è molta gente, ma tu
non ami aspettare. Così, acchiappi il tuo numerino e ti dirigi verso il bar di
fronte, per una seconda colazione.
Adesso è il tuo turno e,
con tutta calma, fai scivolare l’avviso di ricevimento sotto il vetro.
Firmi e ritiri la
raccomandata.
Un’insolita pace, come quiete
dopo la tempesta, rasserena la tua anima e, una cristiana accettazione degli
eventi, allontana ogni perplessità e paura.
Ti avvii verso casa senza
volere indagare o indovinare il contenuto della missiva, ma conosci
perfettamente il nome del mandatario, stampato a caratteri cubitali sul lato in
alto a sinistra della busta: EQUITALIA. (Ente autarchico, con licenza di
estorcere, al soldo dell’Agenzia Delle Entrate)
Entri in casa. Tua moglie è
sotto dalla vicina. La giornata è splendida e fa molto caldo. Con la tua
raccomandata in mano esci sul terrazzo e ti appisoli al sole, per godere di
quella ritrovata calma.
”te ne devi fottere”- ti
dici - “ pensa alla tua salute”-
ricordi? Parole sante!!
Così, senza un’eccessiva
curiosità, strappi il lato superiore della busta e ti appresti a ti dici
leggerne il contenuto. Alla terza rilettura tutto ti è più chiaro: è una comunicazione di avvenuta iscrizione
ipotecaria sulla tua prima casa, relativa al mancato pagamento di un super
bollo del 1992. Totale 5.289,20 pari al doppio del carico tributario scaduto e
non pagato.
Rimani impassibile, e poi
ti alzi lentamente in direzione del tuo studio.
Ti domandi come tutto
questo sia potuto accadere, senza una notifica precedente, un avviso di
comunicazione di ipoteca, uno straccio di qualcosa. Trovi tutto questo di una
violenza inaudita, un abuso di potere, e della tua privacy, che va oltre ogni
più fervida immaginazione: la tua prima
casa ipotecata a tua insaputa, da questi figli di puttana. Neppure l’errore
potrebbe giustificare l’accaduto e, per quanto ti riguarda, non è il primo, e
non sarà l’ultimo.
Dal 92 ad oggi sono
trascorsi ben 19 anni e, da questo momento, dovrai cominciare la tua
massacrante ricerca dentro l’infinito labirinto d’incartamenti e scartoffie che
ormai, da venti lunghi anni collezioni e conservi religiosamente, sempre pronto
a dimostrare l’avvenuto pagamento di illecite richieste di danaro.
Ma oggi, è il tuo giorno
fortunato! Si, è quasi mezzanotte e non hai toccato cibo ma, finalmente, hai
trovato ciò che cercavi. Eccola, è la ricevuta di pagamento, relativa al
superbollo della tua autovettura RENAULT ESPACE, anno 1992.
Dovresti essere felice, ma
così non é: sei l’uomo più triste del mondo. Ancora una volta, hanno scombinato
i tuoi impegni, e derubato del tuo tempo prezioso; messo a dura prova il tuo sistema nervoso e il tuo già
precario stato psichico.
Ti senti solo e
abbandonato, privato da ogni vera motivazione, da una società zoppa, sempre più
nelle mani di faccendieri, commercianti senza scrupoli e servi del potere.
E’ tardi, e devi riposare.
Domani, avrai a disposizione tutta la giornata per dimostrare le tue ragioni,
ai quei quattro mascalzoni di Equitalia.
PS: Loro non hanno nessuna
fretta ma, al contrario, ti concedono tutto il tempo necessario per poi, dopo
dieci o quindici anni, spedirti a casa con raccomandata, una bella cartella
esattoriale, il cui importo, è, cento volte quello che in realtà dovuto; se non
paghi, la tua casa sarà ipotecata e, in seguito, sarà messa all’asta.
Loro non vogliono i tuoi
soldi subito. Tu sei il loro più redditizio investimento e guai a te se paghi a
tempo debito. (Questo non succede in nessun paese al mondo dove, mediamente, il
tempo utile e inderogabile per sanare un contenzioso con lo stato non può superare
il limite massimo i 6 mesi).
La gravità di tutto questo,
sta nell’azione di ricatto e intimidatoria della quale si avvalgono, che
specula sulla paura, sulle fragilità e le debolezze delle persone comuni e
indifese. Questi comportamenti aberranti, ascrivibili ai regimi totalitari,
sono di quanto più illegittimo, antidemocratico possa esistere in uno stato di
diritto e in un paese che si definisca civile. Questi abusi e il loro fine
estorsivo, vanno condannati penalmente e, le vittime, risarcite per danni
morali, spirituali, materiali e biologici.
Gianni Tirelli
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