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IL CREPUSCOLO DEI SERVI E L’ORA DEI
TRADITORI
– SI SALVI CHI PUO’!!!
Il filo conduttore che, fin dall’inizio di
questa disavventura politica, ha compattato gli esponenti di questa
maggioranza, è l’impostura, nel tempo, adottata a pratica relazionale e strategia
politica. Oggi, questa operazione di becera propaganda, tesa alla
mistificazione della verità e a contraffarne la realtà, ha esaurito
definitivamente la sua forza propulsiva di convincimento, capovolgendone
l’obiettivo. Una spada di Damocle sulla testa, di questo governo laido che, a
breve, e con un colpo netto e deciso, metterà fine alla rivoltante commedia
tragicomica che, da oltre 15 anni, ha tenuto sotto scacco il nostro paese.
La nave sta affondando e, quanto prima,
assisteremo (già se ne vedono gli effetti) ad una scomposta, quanto infame fuga
di massa, dal PDL.
L’eventualità non più remota, di ritrovarsi soli e senza
scialuppa di salvataggio, nel pernicioso mare di un servilismo ormai
improduttivo, che ha compromesso per sempre la loro dignità, moralità e senso
dello Stato, non solo è reale ma, imminente.
Sto aspettando, con morbosa curiosità, di
vedere le prossime mosse dei fedelissimi, La Russa, Gasparri, Matteoli, Lupi e
Cicchitto, ancora intorpiditi dalle seduzioni e dai fumi narcotizzanti del
potere e del privilegio quando, l’ultimo mozzo, dall’alto dell’albero maestro
della bagnarola forzista, inviterà a gran voce al: “Si salvi chi può”.
Qualcun
altro, nel frattempo, inconsapevole dell’imminente tragedia, offre sacrifici
umani al Vitello d’Oro.
Una cosa è certa! Questa marmaglia (che per
una sorta di maleficio ha raggiunto il potere e, per anni, screditato e
mortificato, istituzioni e parlamento), sparirà per sempre dal panorama
politico italiano e dalla memoria dei cittadini. Di tutti gli elettori che, in
questi anni, hanno sostenuto, inverosimilmente, Silvio Berlusconi e cricca, non
se ne avrà più traccia. Lo stesso avvenne dopo la caduta del fascismo!
Questo
dato ci dice, in maniera eloquente, di quanto lungo e impervio sia, ancora, per
il nostro paese, il cammino verso quella consapevolezza civile che trasforma
l’impegno politico in una vera democrazia partecipata e in un autentico stato
di diritto.
Nel frattempo, Pierferdinando Casini,
neutro per definizione (ma sempre pronto, al momento giusto a fare pesare quel
vuoto che fa da spartiacque fra le varie opportunità del momento), sta a
guardare dall’alto dell’albero maestro della sua bagnarola battente bandiera
panamense, per tenersi pronto ad evitare un’inaspettata onda anomala che possa
interferire con la calma piatta del suo limbo privato.
Bersani parla di governo
tecnico o di transizione, pensando, nel frattempo, di potere ricompattare la
sua coalizione sempre più lacerata dai personalismi e dalle ideologie.
Antonio Di Pietro, che io reputo la sola
persona intelligente, leale, coraggiosa e consapevole della realtà, coerente
con le sue convinzioni, é definito da entrambi gli schieramenti, un giustizialista
e un populista.
I forzisti della libertà, gridano al
tradimento allertando in questo modo (involontariamente) le retroguardie dei
servi meno gratificati che, a breve, daranno il via ad un travaso senza
precedenti nell’area finiana, guardata senza pregiudizi e con disincanto, anche
da molti elettori del centro sinistra.
L’ammucchiata di questa maggioranza, a
breve, si disperderà in mille rivoli per poi compattarsi all’interno di due
gruppi politici non troppo dissimili fra di loro, epurati dai populisti, dai
demagoghi e dalle ideologie.
La Lega di Umberto Bossi, dopo anni di
inutile e snervante mercimonio politico, ulteriormente imbruttita e infiacchita
dai tormenti della disillusione federalista, ritornerà nei bar di sempre, fra
un bianco spruzzato e una gassosa col vino, rievocando a voce sommessa, le
gesta del loro eroico condottiero, mentre la padania, sempre più caotica ed
inquinata, sta per collassare senza neppure dire, muoio.
Vittorio Feltri, Sallusti e Maurizio Bel
Pietro, chiuderanno per sempre la loro attività commerciale, per calarsi dentro
un silenzio tombale e la solitudine di un esilio senza sconti.
Il laido Nano
malefico, chiuso nella sua abissale ignoranza e incoscienza, si dibatterà fino
all’ultimo come un felino in gabbia, sbraitando, calunniando e minacciando,
mentre l’acqua, dopo avere invaso la stiva, lambirà il ponte di comando.
“La nave sta affondando! Si salvi chi
può!!”, annunciava istericamente il ministro Bondi nella sua più congeniale
versione di checca, mentre Cicchitto e Capezzone, incapaci di nuotare,
sparivano fra i marosi e disperate grida di aiuto”.
La fine tragicomica del
Berlusconismo e del forzismo è incombente e prossima. Per una logica di causa
effetto, travolgerà nel suo crollo l’impero mediatico del Grande Impostore
trascinandosi dietro ogni altra attività, legata in un modo o in un altro, o facente
capo, all’ex Presidente del Consiglio.
“Alcuni anni dopo, il Cavaliere Berlusconi
morì e, tutti, se ne dimenticarono, come a volere rimuovere il rimorso per
tanta effimera ingenuità. Ma, ancora oggi, in qualche locanda di periferia, mescolando
il vino al buon umore, riecheggiano nell’aria le fragorose risate di quattro
ubriachi, che con mordente spirito satirico, ricordano le “berlusconate”
dell’uomo più ricco e potente d’Italia”. Un uomo solo!!
Gianni Tirelli
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