sabato 15 ottobre 2011

IL CREPUSCOLO DEI SERVI E L’ORA DEI TRADITORI

 – SI SALVI CHI PUO’!!!


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IL CREPUSCOLO DEI SERVI E L’ORA DEI TRADITORI

 – SI SALVI CHI PUO’!!!

Il filo conduttore che, fin dall’inizio di questa disavventura politica, ha compattato gli esponenti di questa maggioranza, è l’impostura, nel tempo, adottata a pratica relazionale e strategia politica. Oggi, questa operazione di becera propaganda, tesa alla mistificazione della verità e a contraffarne la realtà, ha esaurito definitivamente la sua forza propulsiva di convincimento, capovolgendone l’obiettivo. Una spada di Damocle sulla testa, di questo governo laido che, a breve, e con un colpo netto e deciso, metterà fine alla rivoltante commedia tragicomica che, da oltre 15 anni, ha tenuto sotto scacco il nostro paese.

La nave sta affondando e, quanto prima, assisteremo (già se ne vedono gli effetti) ad una scomposta, quanto infame fuga di massa, dal PDL.

L’eventualità non più remota, di ritrovarsi soli e senza scialuppa di salvataggio, nel pernicioso mare di un servilismo ormai improduttivo, che ha compromesso per sempre la loro dignità, moralità e senso dello Stato, non solo è reale ma, imminente.

Sto aspettando, con morbosa curiosità, di vedere le prossime mosse dei fedelissimi, La Russa, Gasparri, Matteoli, Lupi e Cicchitto, ancora intorpiditi dalle seduzioni e dai fumi narcotizzanti del potere e del privilegio quando, l’ultimo mozzo, dall’alto dell’albero maestro della bagnarola forzista, inviterà a gran voce al: “Si salvi chi può”.
 Qualcun altro, nel frattempo, inconsapevole dell’imminente tragedia, offre sacrifici umani al Vitello d’Oro.

Una cosa è certa! Questa marmaglia (che per una sorta di maleficio ha raggiunto il potere e, per anni, screditato e mortificato, istituzioni e parlamento), sparirà per sempre dal panorama politico italiano e dalla memoria dei cittadini. Di tutti gli elettori che, in questi anni, hanno sostenuto, inverosimilmente, Silvio Berlusconi e cricca, non se ne avrà più traccia. Lo stesso avvenne dopo la caduta del fascismo!

Questo dato ci dice, in maniera eloquente, di quanto lungo e impervio sia, ancora, per il nostro paese, il cammino verso quella consapevolezza civile che trasforma l’impegno politico in una vera democrazia partecipata e in un autentico stato di diritto.



Nel frattempo, Pierferdinando Casini, neutro per definizione (ma sempre pronto, al momento giusto a fare pesare quel vuoto che fa da spartiacque fra le varie opportunità del momento), sta a guardare dall’alto dell’albero maestro della sua bagnarola battente bandiera panamense, per tenersi pronto ad evitare un’inaspettata onda anomala che possa interferire con la calma piatta del suo limbo privato.
Bersani parla di governo tecnico o di transizione, pensando, nel frattempo, di potere ricompattare la sua coalizione sempre più lacerata dai personalismi e dalle ideologie.

Antonio Di Pietro, che io reputo la sola persona intelligente, leale, coraggiosa e consapevole della realtà, coerente con le sue convinzioni, é definito da entrambi gli schieramenti, un giustizialista e un populista.
I forzisti della libertà, gridano al tradimento allertando in questo modo (involontariamente) le retroguardie dei servi meno gratificati che, a breve, daranno il via ad un travaso senza precedenti nell’area finiana, guardata senza pregiudizi e con disincanto, anche da molti elettori del centro sinistra.


L’ammucchiata di questa maggioranza, a breve, si disperderà in mille rivoli per poi compattarsi all’interno di due gruppi politici non troppo dissimili fra di loro, epurati dai populisti, dai demagoghi e dalle ideologie.

La Lega di Umberto Bossi, dopo anni di inutile e snervante mercimonio politico, ulteriormente imbruttita e infiacchita dai tormenti della disillusione federalista, ritornerà nei bar di sempre, fra un bianco spruzzato e una gassosa col vino, rievocando a voce sommessa, le gesta del loro eroico condottiero, mentre la padania, sempre più caotica ed inquinata, sta per collassare senza neppure dire, muoio.

Vittorio Feltri, Sallusti e Maurizio Bel Pietro, chiuderanno per sempre la loro attività commerciale, per calarsi dentro un silenzio tombale e la solitudine di un esilio senza sconti.
Il laido Nano malefico, chiuso nella sua abissale ignoranza e incoscienza, si dibatterà fino all’ultimo come un felino in gabbia, sbraitando, calunniando e minacciando, mentre l’acqua, dopo avere invaso la stiva, lambirà il ponte di comando.
“La nave sta affondando! Si salvi chi può!!”, annunciava istericamente il ministro Bondi nella sua più congeniale versione di checca, mentre Cicchitto e Capezzone, incapaci di nuotare, sparivano fra i marosi e disperate grida di aiuto”.
La fine tragicomica del Berlusconismo e del forzismo è incombente e prossima. Per una logica di causa effetto, travolgerà nel suo crollo l’impero mediatico del Grande Impostore trascinandosi dietro ogni altra attività, legata in un modo o in un altro, o facente capo, all’ex Presidente del Consiglio.

“Alcuni anni dopo, il Cavaliere Berlusconi morì e, tutti, se ne dimenticarono, come a volere rimuovere il rimorso per tanta effimera ingenuità. Ma, ancora oggi, in qualche locanda di periferia, mescolando il vino al buon umore, riecheggiano nell’aria le fragorose risate di quattro ubriachi, che con mordente spirito satirico, ricordano le “berlusconate” dell’uomo più ricco e potente d’Italia”. Un uomo solo!!

Gianni Tirelli

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