IL “PROFUMO” DEL POTERE
“Il pensiero che la società civile sia
tanto meglio della classe politica è proprio sbagliato!”
Questa affermazione di Profumo ha
dell’incredibile e ci conferma, ancora una volta di più, in quali mani, il
nostro paese si sia andato a cacciare.
La società italiana che da quasi un
ventennio, è il capro espiatorio dell’incompetenza, dell’arroganza e del
malaffare di una cricca cialtrona che ha trasfigurato la sacralità del
parlamento in un postribolo di profanazione dove si mercifica la dignità altrui
a suon di privilegi, denaro e prostituzione, non solo, paga lo scotto di una
politica ad personam, ma viene impunemente insultata, infamata e disonorata.
Questo giochino al massacro, ipocrita e
vile, di “fare di tutta l’erba un fascio”, mettendo sullo stesso piano i
comportamenti della politica e quelli dei
cittadini, ha lo scopo di disertare ogni oggettiva responsabilità.
Vorrei rammentare all’ex Ad di Unicredit,
alcune realtà di fatto (inopinabili e incontrovertibili) che divergono in
maniera sostanziale dalla sua infondata affermazione.
1°) Tutti i cittadini che delinquono,
diversamente dai politici, vanno in galera, pagando così il prezzo della loro
colpa.
2°) La media dei salari dei lavoratori
italiani, diversamente dagli stipendi astronomici dei politici, raggiunge a
mala pena i 1200 euro mensili.
3°) Gli italiani hanno diritto ad una
miserabile pensione dopo 35 anni di contributi, diversamente dai politici, ai
quali bastano 35 mesi per assicurarsi una pensione “di tutto “rispetto”.
4°) L’infinita e vergognosa lista, relativa
ai privilegi dei parlamentari (rimborsi spese, viaggi, telefono cellulare,
tribuna d’onore negli stadi, tessera del cinema, del teatro, autobus,
metropolitana, francobolli, viaggi aerei, treni, autostrade, corsi di lingue
straniere, piscine palestre, barbiere, e chi più ne ha più ne metta), è un
insulto alla miseria.
Se poi fosse vero, come afferma Profumo,
che la società civile non è meglio della classe politica, non ci sarebbe da
meravigliarsi, visto l’esempio che viene dall’alto!
Chi si è potuto onorare del consenso
popolare, ha l’obbligo e il dovere, di tenere fede al suo giuramento di fedeltà
allo Stato e verso principi fondanti della nostra Costituzione.
Gianni Tirelli
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