lunedì 7 novembre 2011

LE PERVERSIONI DEL LIBERISMO Gianni Tirelli



LE PERVERSIONI DEL LIBERISMO

“Il bello deve ancora venire; quando, questo subdolo liberismo, muterà (come sta mutando) in relativismo reale. La catastrofe che innescherà, farà apparire come acqua fresca, il piano di sterminio (soluzione finale) perpetrato del nazional/socialismo”

Ho visto il culmine della modernità in un aratro trainato da buoi. Un capolavoro di ingegneria meccanica, in una grande ruota di legno spinta dalla forza dell’acqua che, a sua volta, tramite un ingegnoso meccanismo di ruote dentate, riusciva a far girare una seconda ruota di pietra su se stessa che, con la pressione del suo peso, polverizzava i piccoli chicchi di grano trasformandoli in farina. In una canna di bambù, con un sottile e resistente filo di seta ben legato alla sua estremità e un piccolo ferro ricurvo al capo opposto del filo, un capolavoro di tecnica, di logica e funzionalità.
Il progresso nel suo autentico significato etimologico migliora la condizione dell’uomo e del suo habitat e non contempla alcuna controindicazione, effetto collaterale e pericolosa interazione. Tutto questo è il risultato di un atteggiamento etico, connaturato nell’essere umano fin dall’alba dei tempi e in ogni forma vivente grande o piccola, visibile o eterea - condicio sine qua non, nulla potrebbe esistere.
   
Il progresso, per definizione, è un’estensione della felicità e il conseguimento di risultati, conformi ai reali bisogni dell’individuo e dei suoi insindacabili diritti - ma la montagna di merda che oggi sommerge le nostre società (per brevità chiamate civili), é l’insindacabile prova del nove della contraffazione della realtà e di mistificazione della verità.  
Pertanto, definire l’attuale condizione, il risultato dell’evoluzione umana e del progresso, è una bestialità - un fottuta menzogna ripetuta cosi tante volte da essere trasfigurata in verità.
Una diabolica opera di omologazione “culturale” che ha ingannato anche le menti più raffinate e profonde e i cuori più fedeli e puri. Una sorta di maledizione globale che ha avuto inizio con quella “cosa” definita “rivoluzione industriale” ma che più propriamente io definirei degenerazione, che nel nazi-fascismo ha espresso tutta la sua potenzialità distruttiva, maligna, più  evidente.

Oggi, le sue metastasi, mascherate da “benessere e sviluppo”, si sono riprodotte all’infinito, convogliando in un progetto delirante, subdolo e inquietante, che ha preso il nome di liberismo.

Ma il liberismo non è ancora l’ultimo atto della tragedia post-industriale! Il bello deve ancora venire: quando, questo liberismo muterà (come sta mutando) in relativismo reale. La catastrofe che innescherà, farà apparire come acqua fresca, il piano di sterminio (soluzione finale) perpetrato del nazional/socialismo.

Gianni Tirelli

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