lunedì 19 dicembre 2011

ADESSO CI HANNO DAVVERO ROTTO IL CAZZO! di G.Tirelli



ADESSO CI HANNO DAVVERO ROTTO IL CAZZO!

“Ci siamo rotti il cazzo di sentire ancora parlare di “resistenze pazzesche” da parte delle lobby dei farmacisti, dei taxisti e di tutte le corporazioni e consorterie che hanno ingessato e messo sotto scacco la nazione! Siamo stanchi di assistere inermi all’atteggiamento irresponsabile dei grandi detentori di patrimoni che pur strafogando nella ricchezza, mettono veti sulla patrimoniale, sulle transazioni e speculazioni finanziarie..”

Una delle farse più rivoltanti e grottesche che a memoria d’uomo un parlamento abbia potuto ospitare in periodo di pace, è l’avere ritenuta legittima la richiesta di sollevare davanti alla corte costituzionale un conflitto di attribuzione nei confronti dell’autorità giudiziaria, per spostare il processo “Ruby” dal tribunale di Milano al tribunale dei ministri, sulla base di una grottesca motivazione: “Berlusconi era certo che Ruby rubacuori fosse maggiorenne e nipote di Mubarak”.
Una carnevalata irresponsabile che ha ridicolizzato l’intero paese agli occhi del mondo. Trecentoquattordici deputati, l’hanno votata!
Ci siamo rotti il cazzo di infamità del genere!

Se in questo paese, ragionevolezza, decoro e onesta intellettuale,  fossero i criteri di giudizio necessari, indispensabili e ineludibili per concorrere alla carriera politica e conseguente investitura istituzionale, bene, per questi 314 deputati sarebbe giunto il momento di fare le valige e sparire per sempre dalla nostra vita.

Diversamente da ogni logica, limite, principio etico e codice deontologico, li vediamo prodursi in penose e stridenti caciarre contro il governo Monti con la disinvoltura e le presunte ragioni di chi, per coerenza ideologica e amor di patria, ha sempre preferito schierarsi all’opposizione pur di mantenere integri i suoi valori e ideali.
A onor del vero, questi trasformisti di quart’ordine dal linguaggio banale, hanno governato (si fa per dire) otto, degli ultimi dice anni, votando platealmente una lista infinita di leggi ad personam, condoni e fiducie.

Per loro la bugia costituisce una regola relazionale e la loro introiezione proiettiva li porta ad attribuire agli altri tutti i loro difetti, a cominciare dalla menzogna.
Vivono dentro una costante contraddizione, evidente anche ai più ottusi, ma che non sembrerebbe scalfire per il momento, la fedeltà dei loro sostenitori. Una sistematica presa in giro lunga un ventennio - una pratica masochistica di auto/flagellazione catartica volta al conseguimento di un fantasioso progetto di libertà che non arriverà mai al suo compimento.

Se Bossi, Calderoli, Maroni, Borghezio e il Trota, da un lato, Berlusconi, Bondi, Cicchitto, La Russa e Gasparri, dall’altro, si ergono a rappresentanti, i primi, del popolo padano, e i secondi, della libertà, dovremmo concludere che i loro sostenitori e simpatizzanti, a questo punto, sono più simili a un branco di cornuti contenti che hanno perso ogni senso della realtà, dopo avere mercificato la dignità, l’onestà intellettuale e il buon senso, sull’onda emotiva di una perversa ingenuità prodotta da promesse di indipendenza, di benessere e libertà per tutti. 

Vedere poi il prof. Monti presiedere un parlamento composto da esponenti del PDL e Lega, mi sembra di assistere all’ardua opera di volontariato di un prodigo missionario che cerca di civilizzare una tribù di Zulù del sudafrica.

Stipendi stratosferici e tutti quei privilegi e vantaggi, che alla faccia della miseria, la politica nostrana distribuisce ai suoi rappresentanti, sono il terreno di coltura che, per un intrinseco automatismo, seleziona i peggiori elementi della società trasfigurando il parlamento, da un cenacolo di etica e di diritto, in un mercato delle vacche dove si prostituisce la dignità a fronte di interesse particolare e impunità.
Mai come in questi ultimi due decenni, una tale “presa per il culo” aveva raggiunto questi livelli di guardia.

Qui necessita un moto d’orgoglio, uno scatto di nervi per ripristinare il giusto livello di equità sociale, o non ne usciremo in piedi.

Questi illustri signori che da lungo tempo, sono al comando della politica e dell’imprenditoria, hanno fatto della propria carica una copertura per espletare al meglio e senza intralci di sorta, i loro sporchi e loschi affari. E questo è inaccettabile!

Adesso, ci hanno davvero rotto il cazzo! Tutti quanti, nessuno escluso! Altro che buona educazione!

Se a questi loschi figuri non facciamo capire una buona volta per tutte, che siamo veramente incazzati, a tal punto da vedere a rischio la loro incolumità fisica, persisteranno nei loro comportamenti criminogeni, certi come sempre, che il branco plebeo (coniglio per definizione) si adeguerà chinando il capo, alle loro decisioni.

Non ho dubbi sulle capacità, sulla specchiata moralità, l’autonomia e la sobrietà dei partecipanti al nuovo governo Monti ma è un motivo ulteriore per pretendere il massimo dell’equità e del rigore, mettendo le mani nelle tasche stragonfie di coloro che in questi anni si sono arricchiti in maniera vergognosa speculando sulla pelle e le miserie del popolo.
Venendo meno una tale condizione, indignazione e rabbia non potranno che sfociare in una sommossa popolare dagli esiti devastanti.

Ci siamo rotti il cazzo di sentire ancora parlare di “resistenze pazzesche” da parte delle lobby dei farmacisti, dei taxisti e di tutte le corporazioni e consorterie che hanno ingessato e messo sotto scacco la nazione! Siamo stanchi di assistere inermi all’atteggiamento irresponsabile dei grandi detentori di patrimoni che pur strafogando nella ricchezza, mettono veti sulla patrimoniale, sulle transazioni e speculazioni finanziarie. Stanchi di questa burocrazia labirintica e sempre da interpretare che fa gioco ai furbetti, ai corruttori e agli evasori – stanchi di leggi e decreti, promulgate e formulate ad hoc, con il solo scopo di affermare l’inedito sistema delle cose, di ribaltare l’ordine precostituito e di eludere ogni regola civile.

I cittadini sono “in braghe di tela” - col culo per terra - e pertanto, se di sacrifici si tratta, il governo Monti li chieda ai ricchi evasori, ai banchieri speculatori, ai ladri e corruttori e ai faccendieri, che per decenni, come vampiri, hanno succhiato il sangue alla parte più debole e più numerosa della società, oggi alla flebo.
Dobbiamo assolutamente delegare la guida del paese a persone comuni e integerrime per evitare che il ricco ignorante al potere, emani leggi contro la cultura, che l’imprenditore legiferi contro l’ambiente, lo xenofobo contro il diverso, che il corruttore accusi i giudici di uso politico della giustizia, che l’erotomane candidi puttane al parlamento, il pervertito condoni le pene ai pedofili e che l’assassino, reintegri  il delitto d’onore del codice Rocco, per motivi passionali.

Questi signori vanno messi di fronte alla realtà dei fatti contingenti, evitando, se è il caso, di declinare le loro responsabilità individuali su empiriche cospirazioni e complotti, messi in atto da un ipotetico “nuovo ordine mondiale”. In questo modo, non facciamo che il loro sporco gioco, esimendoli così da ogni oggettiva colpa e onere.
Oggi il destino del paese è nelle nostre mani e se non tiriamo fuori gli attributi, adesso, in questo momento, dimentichiamoci il significato di “futuro”.
Siamo noi oggi, deputati a dettare le regole e progettare il domani, delle generazioni a venire, ma a condizione di avere la capacità e il buon senso di rinunciare alle divisioni ideologiche e a quell’amor proprio che troppo spesso abbiamo anteposto alla verità delle cose.
 
Ci hanno sempre considerato e trattato alla stregua di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e subdolo desiderio del padrone, per evitare una punizione più gravosa e umiliante.
Questo succede perché siamo divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri stupidi che vorrebbero arricchirsi. Ma adesso ci siamo rotti il cazzo!

Dobbiamo spalancare le finestre ad un nuovo giorno e fare circolare l’aria, per cominciare a respirare le ragioni di un’esistenza più salubre, sotto ogni aspetto, dove ogni soggetto della comunità abbia pari diritto e tutela, e possa sperare in quella giusta dose di felicità e di sicurezza materiale per potere guardare al futuro con serenità e fiducia.

Gianni Tirelli

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