lunedì 5 dicembre 2011

“IL SISTEMA” DENTRO LA TEMPESTA PERFETTA E IL SUO AFFONDAMENTO Gianni Tirelli


“IL SISTEMA” DENTRO LA TEMPESTA PERFETTA E IL SUO AFFONDAMENTO

“Il Sistema” era il nome dato alla pi_ grande nave ma costruita, a memoria d’uomo, nella storia del mondo.
Navigava nelle profonde e fredde acque dell’immenso e sconfinato “Oceano della Stupidit‡ umana”, senza una meta, una rotta e una logica, ma a nessuno sembrava importasse nulla!

Chi si imbarcava su “Il Sistema” non aveva l’assoluta certezza, un giorno, di fare ritorno a casa. Era una delle prime condizioni sancite a chiare lettere in calce a un regolamento affisso in ogni dove e, al quale, ci si doveva attenere rigidamente (cosÏ era scritto), previa l’esclusione dal viaggio e pena, il confino, ai margini pi_ remoti della iper/moderna societ‡ dei consumi.

Ma erano talmente tante, allettanti e seducenti le opportunit‡ che la Grande Nave propagandava a tambur battente e in maniera sistematica, che qualsiasi ipotetica restrizione e regola, non influiva in alcun modo sulle decisioni dei clienti naviganti, pronti a mercificare la dignit‡ Ë farsi ipotecare ogni bene e cosa, pur di coronare il sogno di una crociera ai confini della realt‡.

La voce suadente di una giovane biondina dagli occhi di ghiaccio, provocante e maliziosa, elencava puntualmente e ripetutamente ogni sorta di godimento, svago e allucinazione, dagli enormi schermi al plasma disseminati nei luoghi pi_ impensabili della Grande Nave.
Qualsiasi cosa che anche la pi_ fervida immaginazione e mente diabolica desiderasse avere, ottenere o possedere, era possibile trovarla su quella nave – e soltanto li.


Non c’erano limiti o impedimenti di sorta all’appagamento di qualsiasi ambizione/aspirazione e, ogni voglia, nascosto desiderio, vizio o perversione, potevano essere soddisfatti, seduta stante, dietro un congruo pagamento gi‡ anticipatamente concordato. Una scritta a caratteri cubitali d’oro massiccio, che sovrastava le grandi stanze a tenuta stagna del Sistema Potere recitava: “Prendi tutto ciÚ che desideri e sarai libero”.
Dalla poppa per raggiungere la prua, si narra ci volessero giorni e giorni di cammino e non sempre si era sicuri di arrivare a destinazione. Durante il tragitto si poteva approfittare di qualche breve sosta, per beneficiare di sempre pi_ nuove e moderne forme di piacere che fossero di natura tecnologica, ludica, sessuale o psicologica.

In verit‡ nessuno, si era mai spinto fino al punto limite, ultimo, di quella Grande Nave e si favoleggiava che, una volta raggiunta e toccata con mano la prua, sarebbe stato possibile entrare in contatto con il livello superiore del nostro Ego, e assicurarsi il dono supremo dell’immortalit‡.
Una tale meta, faceva gola a tanti e la Grande Nave, appariva come un continuo e ininterrotto camminamento, avvolto dal vociare e dal chiacchiericcio di una folla, di anime perse, che si trascinavano come automi lungo quel tragitto lastricato di follia, nell’illusione demente di assaporare l’ebbrezza e l’estasi di un godimento infinito e sconfinato.
Telefoni cellulari di ogni genere, tipo, forma e dimensione, appesi a speciali cinture magnetiche in dotazione ai clienti naviganti, squillavano di continuo, dando vita ad un persistente e irritante concerto cacofonico che metteva a dura prova le sinapsi del loro cervello gi‡ da tempo irrimediabilmente compromesse dalle micidiali radiazioni/onde elettromagnetiche prodotte da quegli aggeggi infernali.

Al comando de “Il Sistema” non c’era un comandante, un ammiraglio, un equipaggio, un qualcuno che decidesse quale rotta seguire. No! Ognuno, ogni cliente navigante, in ragione delle sue personali convinzioni, interessi e priorit‡, codificava e inseriva a piacere le sue indicazioni, in virt_ di un palmare di ottava generazione collegato con il computer di bordo (database), il quale, a sua volta, elaborava i dati, traendone strampalate equazioni.
Queste funzioni, si ripetevano centinaia di milioni di volte ogni singolo secondo, e miliardi e miliardi di volte al giorno.
L’automatismo che portava i clienti naviganti, nel loro tragitto verso la prua, ad inserire le proprie ragioni nel computer di bordo, era impressionante per l’esorbitante numero di digitazioni, a tal punto che la Grande Nave, aveva perso per sempre ogni possibile orientamento avvitandosi come dentro un vortice, su se stessa.

Nessuno in realt‡ si occupava in maniera specifica della Grande Nave, della sua manutenzione, della pulizia, delle possibili falle e crepe che ben presto si cominciavano a intravedere nella sua parte emersa, pi_ bassa, a filo dell’acqua.
“Il Sistema” poi, diversamente da un tempo, non era pi_ in grado, di smaltire milioni di tonnellate di scorie sintetiche, radioattive e cancerogene che, ogni giorno, e incessantemente, rigurgitava sull’epidermide della nave. Si giunse quindi alla decisione univoca di scaricare e riversare tutta quella montagna di rifiuti direttamente nelle acque dell’oceano. Inoltre, i costi, relativi alla sua manutenzione, ordinaria e straordinaria, erano talmente esorbitanti da vanificarne ogni reale profitto e progetto futuribile di ammodernamento de “Il Sistema”.
Si, la nave, cominciava a imbarcare acqua, nell’indifferenza pi_ totale di tutti. Nessuno se ne occupava, rassicurava, ne si allarmava e, tranne qualche infedele, resuscitato da quell’incantesimo demoniaco, tutti procedevano imperterriti in direzione di quella prua che, come la luce di un faro, attirava a se ogni cliente navigante, perso nella tempesta della sua anima e ragione. Gli allarmanti e sempre pi_ ricorrenti scricchiolii de “Il Sistema”, erano forieri di una imminente sciagura.

I Potenti Padroni del mondo, al chiuso di appartamenti sontuosi in stile rococÚ, rallegrati da stuoli di baldracche e giovani fanciulli che si alternavano nel soddisfare i loro pi_ perversi desideri fra sniffate di cocaina e sorsi di Dietil (una bevanda allucinogena, sintetica, ricavata dell’acido lisergico), continuavano imperterriti a disquisire su come investire le tonnellate d’oro e di preziosi racchiusi nella stiva, mentre l’acqua, a quel punto, lambiva il ponte di comando.

Quella notte soffiava un vento artico e tutti, si ritirarono al coperto dentro delle loro cuccette e altri ancora, riparandosi fra gli infiniti anfratti di quella immensa e indeterminata struttura.
I grandi ricchi appartati al caldo di quell’immenso, incommensurabile salone degli specchi, si apprestavano a consumare una cena gaudente, fra il sottofondo rilassante di un’orchestra viennese che interpretava con un particolare, quanto inedito trasporto, la terza sinfonia di Gustav Mahler.
Di colpo, una saetta abbagliante illuminÚ la notte seguita all’istante dal fragore esplosivo e incommensurabile di un tuono inaudito, che fece sussultare tutto “Il Sistema”.
Molti dei naviganti, tornati alla realt‡, resuscitati da quello stato di ipnotica narcolessia, cominciarono a gridare a gran voce, “aiuto.. aiuto – Ë la fine del mondo – si salvi chi puÚ!! “
Una pioggia torrenziale, come un’immensa cascata celeste, si rovesciava sulla nave e sui naviganti, mentre il vento sferzante alzava onde gigantesche come montagne, che si riversavano sul ponte trascinandosi via milioni di corpi esanimi per disseminarli fra i tetri abissi del grande ‘Oceano della Stupidit‡ umana.


I pi_ attivi e attenti, consapevoli della tragedia, cominciarono a sparare tonnellate di Policem (una schiuma viola che ha contatto con l’aria e con l’acqua si gonfiava indurendosi come il cemento), fra le falle e le crepe che si erano aperte in concomitanza delle camere stagne che contenevano i ben 100 motori atomici di propulsione a magneti permanenti, per evitare la loro esplosione.
Tutto si protrasse fino all’alba, fra l’orrore e disperate grida d’aiuto, preghiere e imprecazioni, richieste di perdono e giuramenti, mentre la tempesta, imperturbabile, dava fondo alle sue ultime energie per poi ripiegare con un guizzo, verso l’est, mentre la luce di un sole stanco e malato, cercava spazio fra le condense gelatinose della fitta nebbia mattutina.

Tutto era immobile in quell’alba dall’atmosfera irreale e vagamente psichedelica. Silenzio e straniamento si accordava alle frequenze intermittenti della voce afasica proveniente da un Woofer penzolante dalla porticina zincata di un bagno di servizio. “Allarme – allarme – pericolo livello 5 – allarme..,” ripeteva fastidioso e senza una logica quando, un navigante, lo strappÚ con rabbia scaraventandolo fra le piatte acque dell’Oceano della Stupidit‡ umana.
Tutti i clienti naviganti rimasero immobili. Nessuno avanzava e nessuno retrocedeva!

Lo smarrimento era totale e la coscienza di ognuno fu scossa da un barlume di consapevolezza.
“Ci hanno ingannato”, si mise nel frattempo a gridare fra le lacrime, il croupier del CasinÚ “Fahrenheit 451”. “Ci hanno ingannato tutti – tutti quanti!!”
L’immensa folla, dei clienti naviganti, a quel punto cominciÚ a rumoreggiare, ad agitarsi, ad inveire ed alzarsi. Al grido di, “vendetta, vendetta – adesso vendetta”, si precipitarono come iene inferocite dando sfogo ad una rabbia incontenibile, massacrando chi, secondo loro, era stato la causa prima di una tale ed eccezionale sventura. In verit‡, tutti quanti insieme, avevano contribuito (in un modo o nell’altro) a costruire e armare “Il Sistema” e, fra il giubilo e la festa, partecipato al suo varo.

Nel frattempo la nebbia si stava diradando e, in quel frastuono assordante, confuso, fumoso e caotico, fra grida di guerra, spari, e urla di dolore laceranti, si udiva appena la voce singhiozzante, spezzata dall’emozione, di una giovane donna che urlava, terra.. terra.. terra.. laggi_..guardate..!!
Tutti zittirono e ammutolirono, rivolgendo presto i loro sguardi in direzione della prua. Un’imponente montagna lussureggiante si stagliava davanti ai loro occhi mentre uno squarcio d’azzurro incoronava la sua cima piatta.

Era proprio li, davanti a loro, a qualche miglio dalla nave, imponente e serafica, ristorata da una cascata d’acqua immacolata e primordiale, che dall’alto di quella cima, si tuffava gi_ fin dentro la “Valle della Volont‡”.
Era il mitico “Monte della Conquista” sormontato dal fertile “Altopiano delle Libert‡ trascendenti”, raccontato nelle antiche storie degli ultimi Grandi Vecchi – uomini intelligenti, sensibili e sinceri, allora relegati in un angolo buio della societ‡, al pari di pericolosi criminali e rivoluzionari sanguinari.

Ma fu proprio in quel momento, quando l’anima di tutti sembrava avere preso respiro e le speranze a trovare ragione fra nuovi rintocchi del cuore, che un boato spaventevole e un assordante stridere di lamiere contorte, trafisse come una lama rovente la mente di quella infinita folla di naviganti. Un profondo squarcio, sul fianco destro de “Il Sistema” prodotto dall’impatto violento e inevitabile con l’ ”Iceberg della Realt‡”, stava spezzando la Grande Nave in due tronconi, imbarcando acqua e piegandosi irrimediabilmente sul suo lato sinistro.

CosÏ “IL Sistema” che si credeva immortale e insostituibile, era giunto alla sua fine.
I clienti naviganti, si tuffavano, atterriti, fra le fredde onde di quell’immenso oceano, cercando di raggiungere la riva. Nessuno perÚ, tranne il croupier e la giovane donna che poco prima, aveva scorto la montagna, riuscÏ a scampare per sottrarsi alle profondit‡ di quell’oceano di irragionevolezza.
I due naufraghi, non persero tempo e, raggiunta la riva, s’inerpicarono solerti lungo il fianco soleggiato del “Monte della Conquista”, fin sopra la piatta cima.
Si racconta che ben presto, la in alto, sull’ “Altopiano delle Libert‡ trascendenti”, fu tempo di semina e di raccolto, di pace e di felicit‡, di preghiera e di umilt‡.
E il mondo ricominciÚ a sorridere!   Tirelli

THE SHOW MUST BE STOPPED

CiÚ che sta accadendo nel mondo intero, non Ë una normale crisi, fisiologia a fattori di natura economico/finanziaria, ma la fine logica di un Sistema di potere, ingordo, cialtrone e criminale, che ha scommesso e investito ogni sua risorsa ed energia, sull’interesse particolare, sulla soddisfazione di ogni impulso malsano, vizio e perversione, mercificati a fronte della dignit‡ altrui, di principi etici e scale di valori.
Nessuna ipotetica “crescita, ricerca, e sviluppo”, potranno mai sanare una tale tragica circostanza, ma solo prolungare, ancora per un po’, questa dolorosa agonia.Tali concetti, appartengono, alle dissonanze di un ritornello scaramantico, fastidioso e fuori moda che nessuno ha pi_ voglia di ascoltare ne tanto meno, di cantare. Tutto oggi ha perso valore e il suo originario significato. La giostra ha smesso di girare e per tanto lo spettacolo deve essere sospeso; una volta, per tutte!

C’Ë un solo e unico modo, al fine di rimediare, almeno in parte, agli effetti apocalittici che innescher‡ il prossimo crollo del Sistema Liberista; ritornare alla terra riconvertendo la “peggiore industria” (chimica in primis), in posti di lavoro pulito e morale – in agricoltura biologica e attivit‡ connesse, nella manualit‡ e nell’artigianato.
E’ tutto qui, molto semplice e normale, ma straordinariamente reale!

Oggi, il futuro dei nostri figli e nipoti si colloca in quel luminoso passato che noi, come alieni venuti da un’altra galassia, abbiamo mortificato e demonizzato, per rincorrere le lusinghe delle seducenti sirene della “modernit‡”, della nostra vanit‡ e di uno sfrenato egoismo.

Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ma non Ë pi_ il tempo! Ancora una volta intendo confidare nell’intelligenza di tutti per appellarmi a quel ritrovato buon senso, il solo in grado di cambiare per il meglio le sorti dell’umanit‡ e del pianeta!

Gianni Tirelli


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