mercoledì 14 dicembre 2011

IL TEMPO DEL NON TEMPO – 373 GIORNI ALLA FINE


IL TEMPO DEL NON TEMPO – 373 GIORNI ALLA FINE

“Non c’è bisogno di aspettare il 21 dicembre 2012 – nella “fine del mondo” ci siamo dentro in pieno ed è relativa ad una condizione umana, oramai svuotata di ogni suo originario significato, motivo e finalità. Tutti mentono a tutti, e la verità – la somma eresia – é evitata come un virus mortale.
Il relativismo etico, ha trasfigurato l’umanità in una moderna torre di Babele, dove tutto è il contrario di tutto e la contrapposizione fra ciò che é bene e ciò che é male, ridotta a stucchevole e retorica controversia.
La vera morte è quella dello spirito e tutto ciò che resta, non è che tortura, vuoto, paura e schiavitù. La Fine è dunque alle porte, ma sembra che nessuno se ne occupi. Nel frattempo i Padroni della Terra, imperturbabili, considerano nuove speculazioni finanziarie”

Non so dire se esista un collegamento, un parallelo o un’interazione fra la mia previsione e quella dei maya, ma è singolare e straordinario che si determino e coincidano nello stesso spazio temporale e con una precisione che è, a dir poco, disarmante.


Vorrei iniziare col dire che il calendario Maya, redatto da sacerdoti in veste di astronomi, filosofi e scienziati, è talmente preciso, che l’eclissi solare dell’11 agosto 1999 si è verificata con 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya – previsione fatta intorno al 3.000 a.C.!

Non è corretto parlare di profezie Maya, ma delle previsioni, delle descrizioni di ciò che sta avvenendo, e non di ciò che avverrà; è l’evoluzione (cammino, percorso) dell’uomo, che si sviluppa e muta dentro un ciclo che inizia e che poi finisce, per dare l’avvio a un nuovo ciclo che, in seguito, tramonterà.
E’ il cadenzare armonioso e perfetto delle logiche e delle regole imperiture e imperscrutabili che, fin dall’alba dei tempi, immutabili, consacrano le ragioni di quel Mistero Infinito che solo le menti superiori di un tempo remoto, congiunte a una passione ascetica, erano in grado di codificare.


Secondo le previsioni maya, già dal 1992 l’umanità vive nell’ultimo Katun (cioè gli ultimi 20 anni) – un tempo molto importante, perché è il tempo della conclusione del ciclo – il termine dei famosi 25.625 anni, che coincide con la FINE DI UN’EPOCA e non con la fine del mondo. Questo ultimo tempo di 20 anni, viene chiamato (dai Maya) “il tempo del non tempo” – quello spazio crepuscolare in cui non è giorno e non é notte, ma é prima dell’alba.

Nel calendario maya, ciascun ciclo del Lungo computo temporale, corrisponde ad un’era del mondo; il passaggio da un’era all’altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo, attualmente in corso, ha avuto inizio il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012.

Sabato 21 dicembre sarà dunque, l’ultimo giorno del vecchio ciclo, e questo il motivo e le ragioni, di tanta preoccupazione e apprensione.
Lo scopo principale del calendario, non era quello di stabilire con precisione le date degli avvenimenti (profezie), ma di raccordare le azioni degli uomini e dei capi Maya, con tutto il movimento dell’universo. L’azione doveva fondersi e armonizzare con l’equilibrio universale e le decisioni dei Re, sincronizzarsi con i ritmi cosmici. L’equilibrio era alla base di ogni decisione e relativo ai movimenti riportati nel calendario.

La nostra epoca moderna (partorita dai fumi necrofili e necrotizzanti della rivoluzione industriale), momento storico, pervaso di odio, di paura e di schiavitù (materiale e psicologica), terminerà quando finirà l’ultimo Katun e, precisamente: sabato 22 dicembre 2012.
Entro questa data dobbiamo fare in modo di ritornare ad essere uomini pensanti e consapevoli. L’uomo dovrà rivoluzionare se stesso, il proprio pensiero e riaccordarsi a quel ritmo cosmico sincrono, per mettersi a passo con l’armonia dell’universo. Dovrà comprendere che il tutto è vivo e che egli, è parte del tutto, nonostante l’impresa (visti i presupposti) appaia inattuabile e impraticabile.


Oggi, il nostro pianeta é simile a un infinito campo minato, disseminato di bombe atomiche e centrali nucleari –armi batteriologiche e chimiche – raggi laser e chissà quali altre migliaia di diavolerie tecnologiche. La possibilità che questo luna park dell’orrore (presto o tardi e per i motivi più stupidi e banali) possa esplodere, è una circostanza reale. Sommata poi, a tutta quella montagna di nefandezze e contaminazioni che, quotidianamente, minano la nostra esistenza, viene comprensibile e ragionevole pensare come, questa “profezia”, o meglio, questo computo temporale dei Maya, abbia così suggestionato e allarmato gli uomini di oggi.
Se i maya, avessero anticipato di solo di cent’anni prima, le loro previsioni (1912 -un batter di ciglia nella storia dell’universo), nessun uomo del tempo, le avrebbe mai prese per attendibili, ritenendole farneticanti e prive di qualsiasi fondamento. Ma nell’arco di un solo secolo, i Fanatici della Rivoluzione Industriale, sono stati in grado di produrre un tale scempio e orrore, da dovere interpretare quella profezia come un atto dovuto; evento catartico, di purificazione e di espiazione, auspicabile e necessario.

I cicli, dunque, si devono chiudere, in virtù di logiche e regole, che esulano dalla nostra capacità di comprensione e portata, in netta antitesi con la visione egocentrica dell’uomo di questo secolo, che ha tradito ogni buon senso e impulso creativo e rigeneratore.
In verità, ci siamo già dentro l’apocalisse, al centro di un’esplosione senza precedenti che azzererà, per sempre, la storia/non storia, dell’era tecnologica, atea e pagana. Tutti noi, oggi, in virtù della tecnologia, potremo assistere alla totale distruzione del pianeta, in tempo reale, standocene comodamente seduti nel salotto di casa, con un cellulare nella mano destra, e una merendina velenosa nella sinistra.

LE CAUSE -
L’Energia profonda che ci ostiniamo (contro ogni logica) ad estrarre dal sottosuolo, è di natura maligna e quindi distruttiva. L’Energia Alta, è di natura divina: creatrice e salvifica. I maya avevano sviluppato la conoscenza pura, attraverso le arti (ormai estinte) dell’osservazione didattica, della contemplazione trascende e dell’intuizione profetica.
Come tante altre, illuminate civiltà passate, erano tesi all’espansione spirituale e universale verso fuori, dalla quale attingevano forza, ingegno e la consapevolezza della necessità della morte, come momento di congiunzione con l’infinito.

L’inferno quotidiano che, oggi, sta divorando i residui barlumi di felicità e di speranza di un’umanità smarrita (defraudata da ogni principio etico e morale e avvolta dalle tenebre di una persistente paura esistenziale), è l’ovvia conseguenza indotta dal superamento dei ragionevoli limiti, oltre i quali, ogni felicità e conoscenza trasfigurano in follia e paura.

Questa subdola “modernità “ne è la conferma inopinabile – la prova del nove che prescinde da ogni altra considerazione. Petrolio, gas, carbone e minerali/materiali radioattivi che, come in preda ad un’arsura nevrotica, abbiamo sottratto (senza sosta), al sottosuolo terrestre, sono la rappresentazione iconografica della nostra Fine, in cambio della quale abbiamo barattato la nostra anima e il futuro delle nuove generazioni.


Abbiamo scoperchiato il “vaso di Pandora” e liberato quella maledetta energia che, la Volontà creatrice aveva, da sempre, sotterrato e imprigionato sotto i nostri piedi. Così ogni cosa è stata contaminata e violata; ogni acqua, ogni terra, ogni aria e ogni filo d’erba. Il cuore dell’uomo si è incenerito sotto la luce rovente della modernità e, le passioni, i sogni, i sentimenti, atmosfere ed emozioni, si sono dissolte come fumo nel vento.
Avremmo dovuto rivolgere il nostro sguardo al cielo, sull’esempio delle grandi e profetiche civiltà del passato, e seguirne il cammino intrapreso, con la necessaria umiltà, deferenza e il dovuto timore.


La Rivoluzione Industriale, si è presto trasformata in una rovente fucina dove, Satana in persona, a forgiato a sua immagine e somiglianza, l’originaria natura umana, depotenziandola da ogni slancio creativo e passionale.
I maya, che avevano elaborato sistemi matematici piuttosto semplici ma realistici, (osservando l’universo, interpretando i segnali della terra, confrontandoli e comparandoli con i dati relativi al loro passato), offrivano sicuri risultati profetici. Da una parte c’e “L’UOMO” intento a manipolare e codificare a proprio piacimento cio’ che lo circonda, nel vano tentativo di sottomettere la natura terrestre, dall’altro ci sono le leggi universali (per noi lettera morta), ma che i Maya evidentemente studiavano e, sicuramente, comprendevano.

I detrattori delle “teorie della Fine”, sono gli stessi che la Fine l’hanno prodotta, sostenuti da una moltitudine di allocchi, abbagliati dalle subdole lusinghe di una “modernità” che prometteva potere, bellezza, denaro, vizio, perversione e immortalità. Io che, da lungo tempo, interpreto i segnali allarmanti e i sempre più ricorrenti scricchiolii del Sistema Bestia, non che il diramarsi di tutte le sue metastasi sul tessuto connettivo sociale so, con la matematica certezza che é propria della logica elementare, che siamo prossimi ad un evento catastrofico di portata planetaria.

Imputare tutto ciò a cause naturali, come, terremoti, eruzioni vulcaniche, maremoti o inondazioni bibliche, sinceramente, non lo posso sostenere.
Ma se avessimo l’onestà, la consapevolezza e il rigore morale, per riconoscere tutte le atrocità inferte dall’uomo moderno alla madre terra, in questi due secoli, non ci sarebbe da stupirsi. Il pianeta è vivo; ha una sua anima e un suo cuore – una coscienza e un suo onore da preservare.
Il pianeta soffre e gioisce, si rasserena e si spaventa, perdona e grida vendetta. Come qualsiasi cellula pulsante, reagisce agli attacchi esterni che intendono violare, profanare e destabilizzare la sua natura, fino a riconoscere la causa per poi, in seguito, sopprimerla.
Per tutto questo, l’ipotesi di un collasso terrestre, è più che probabile.

La terra e’ un tutt’uno con l’universo “visibile, ed invisibile e, ogni cosa, interagisce con il resto, secondo il principio di “causa effetto”. Questo principio non si applica solo alle leggi della fisica, ma anche alla sequenza di azioni e situazioni che costellano la nostra vita. Per tanto, la nostra situazione attuale, dipende dalle cause che abbiamo posto nel passato, così, come dalle cause che poniamo nel presente, dipenderà la nostra situazione futura. Naturalmente, il risultato della nostra attuale condizione non sarà solo relativo a ciò che noi abbiamo fatto in passato, ma anche dipendente da ciò che altri hanno fatto. I comportamenti degli altri, dunque, sono condizionati dai nostri – da quelli di tutti noi. In breve, siamo il riflesso di ciò che siamo stati e, dal nostro presente, dipenderà il nostro futuro.

Se intendiamo riparare ad una azione negativa del passato, dovremmo domandarci cosa possiamo fare ora, sia per correggere la situazione creata, sia per migliorare le nostre azioni future. Il presente, dunque, è il nostro terreno di coltura, dove mettere a dimora gli insegnamenti del passato per poi raccogliere i frutti, del prossimo futuro. Modificando il nostro pensiero, l’atteggiamento e, quindi, le nostre azioni, l’ambiente che ci circonda, si adeguerà a sua volta.

Se proviamo ad immaginare la profezia dei maya, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani.

C’è chi crede che l’acqua sommergerà il mondo, per via di quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del Large Hadron Collider che, guarda caso, stanno per iniziare a Ginevra, e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012.

Sono in molti, oggi, a non credere alla possibilità che la terra stia per collassare! Una seconda categoria di fanatici e cultori di profezie, al contrario, è convinta della prossima fine del mondo (apocalisse).
Quelli come me, un’estrema minoranza di osservatori sereni e disincantati sanno, con matematica certezza che, presto, il sistema Liberista Relativista imploderà su se stesso e, dolore, follia e morte, si spartiranno questa terra.


Una quarta e affollata categoria, che chiamerei, di “androidi zombeggianti” (diversamente da tutte le altre), vive la realtà, come una sorta di moderno paradiso terrestre, condividendone ogni mostruosità, e respirandone ogni fetore. Sono gli stessi che hanno prodotto la fine.

Gianni Tirelli



Anonimo ha detto...
IMPECCABILE DISAMINA DELL'IMMINENTE FINE! GRAZIE


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