IL TEMPO DEL NON TEMPO – 373 GIORNI ALLA
FINE
“Non c’è bisogno di aspettare il 21
dicembre 2012 – nella “fine del mondo” ci siamo dentro in pieno ed è relativa
ad una condizione umana, oramai svuotata di ogni suo originario significato,
motivo e finalità. Tutti mentono a tutti, e la verità – la somma eresia – é
evitata come un virus mortale.
Il relativismo etico, ha trasfigurato l’umanità
in una moderna torre di Babele, dove tutto è il contrario di tutto e la
contrapposizione fra ciò che é bene e ciò che é male, ridotta a stucchevole e
retorica controversia.
La vera morte è quella dello spirito e tutto ciò che
resta, non è che tortura, vuoto, paura e schiavitù. La Fine è dunque alle
porte, ma sembra che nessuno se ne occupi. Nel frattempo i Padroni della Terra,
imperturbabili, considerano nuove speculazioni finanziarie”
Non so dire se esista un collegamento, un
parallelo o un’interazione fra la mia previsione e quella dei maya, ma è
singolare e straordinario che si determino e coincidano nello stesso spazio
temporale e con una precisione che è, a dir poco, disarmante.
Vorrei iniziare col dire che il calendario
Maya, redatto da sacerdoti in veste di astronomi, filosofi e scienziati, è
talmente preciso, che l’eclissi solare dell’11 agosto 1999 si è verificata con
33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya – previsione fatta
intorno al 3.000 a.C.!
Non è corretto parlare di profezie Maya, ma
delle previsioni, delle descrizioni di ciò che sta avvenendo, e non di ciò che
avverrà; è l’evoluzione (cammino, percorso) dell’uomo, che si sviluppa e muta
dentro un ciclo che inizia e che poi finisce, per dare l’avvio a un nuovo ciclo
che, in seguito, tramonterà.
E’ il cadenzare armonioso e perfetto delle
logiche e delle regole imperiture e imperscrutabili che, fin dall’alba dei
tempi, immutabili, consacrano le ragioni di quel Mistero Infinito che solo le
menti superiori di un tempo remoto, congiunte a una passione ascetica, erano in
grado di codificare.
Secondo le previsioni maya, già dal 1992
l’umanità vive nell’ultimo Katun (cioè gli ultimi 20 anni) – un tempo molto
importante, perché è il tempo della conclusione del ciclo – il termine dei
famosi 25.625 anni, che coincide con la FINE DI UN’EPOCA e non con la fine del
mondo. Questo ultimo tempo di 20 anni, viene chiamato (dai Maya) “il tempo del
non tempo” – quello spazio crepuscolare in cui non è giorno e non é notte, ma é
prima dell’alba.
Nel calendario maya, ciascun ciclo del
Lungo computo temporale, corrisponde ad un’era del mondo; il passaggio da un’era
all’altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo, attualmente in
corso, ha avuto inizio il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino
al termine: il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012.
Sabato 21 dicembre sarà dunque, l’ultimo
giorno del vecchio ciclo, e questo il motivo e le ragioni, di tanta
preoccupazione e apprensione.
Lo scopo principale del calendario, non era
quello di stabilire con precisione le date degli avvenimenti (profezie), ma di
raccordare le azioni degli uomini e dei capi Maya, con tutto il movimento
dell’universo. L’azione doveva fondersi e armonizzare con l’equilibrio
universale e le decisioni dei Re, sincronizzarsi con i ritmi cosmici.
L’equilibrio era alla base di ogni decisione e relativo ai movimenti riportati
nel calendario.
La nostra epoca moderna (partorita dai fumi necrofili e
necrotizzanti della rivoluzione industriale), momento storico, pervaso di odio,
di paura e di schiavitù (materiale e psicologica), terminerà quando finirà
l’ultimo Katun e, precisamente: sabato 22 dicembre 2012.
Entro questa data dobbiamo fare in modo di
ritornare ad essere uomini pensanti e consapevoli. L’uomo dovrà rivoluzionare
se stesso, il proprio pensiero e riaccordarsi a quel ritmo cosmico sincrono,
per mettersi a passo con l’armonia dell’universo. Dovrà comprendere che il
tutto è vivo e che egli, è parte del tutto, nonostante l’impresa (visti i
presupposti) appaia inattuabile e impraticabile.
Oggi, il nostro pianeta é simile a un
infinito campo minato, disseminato di bombe atomiche e centrali nucleari –armi
batteriologiche e chimiche – raggi laser e chissà quali altre migliaia di
diavolerie tecnologiche. La possibilità che questo luna park dell’orrore
(presto o tardi e per i motivi più stupidi e banali) possa esplodere, è una
circostanza reale. Sommata poi, a tutta quella montagna di nefandezze e
contaminazioni che, quotidianamente, minano la nostra esistenza, viene
comprensibile e ragionevole pensare come, questa “profezia”, o meglio, questo
computo temporale dei Maya, abbia così suggestionato e allarmato gli uomini di
oggi.
Se i maya, avessero anticipato di solo di
cent’anni prima, le loro previsioni (1912 -un batter di ciglia nella storia
dell’universo), nessun uomo del tempo, le avrebbe mai prese per attendibili,
ritenendole farneticanti e prive di qualsiasi fondamento. Ma nell’arco di un
solo secolo, i Fanatici della Rivoluzione Industriale, sono stati in grado di
produrre un tale scempio e orrore, da dovere interpretare quella profezia come
un atto dovuto; evento catartico, di purificazione e di espiazione, auspicabile
e necessario.
I cicli, dunque, si devono chiudere, in
virtù di logiche e regole, che esulano dalla nostra capacità di comprensione e
portata, in netta antitesi con la visione egocentrica dell’uomo di questo
secolo, che ha tradito ogni buon senso e impulso creativo e rigeneratore.
In
verità, ci siamo già dentro l’apocalisse, al centro di un’esplosione senza
precedenti che azzererà, per sempre, la storia/non storia, dell’era
tecnologica, atea e pagana. Tutti noi, oggi, in virtù della tecnologia, potremo
assistere alla totale distruzione del pianeta, in tempo reale, standocene
comodamente seduti nel salotto di casa, con un cellulare nella mano destra, e
una merendina velenosa nella sinistra.
LE CAUSE -
L’Energia profonda che ci
ostiniamo (contro ogni logica) ad estrarre dal sottosuolo, è di natura maligna
e quindi distruttiva. L’Energia Alta, è di natura divina: creatrice e
salvifica. I maya avevano sviluppato la conoscenza pura, attraverso le arti
(ormai estinte) dell’osservazione didattica, della contemplazione trascende e
dell’intuizione profetica.
Come tante altre, illuminate civiltà
passate, erano tesi all’espansione spirituale e universale verso fuori, dalla
quale attingevano forza, ingegno e la consapevolezza della necessità della
morte, come momento di congiunzione con l’infinito.
L’inferno quotidiano che, oggi, sta
divorando i residui barlumi di felicità e di speranza di un’umanità smarrita
(defraudata da ogni principio etico e morale e avvolta dalle tenebre di una persistente
paura esistenziale), è l’ovvia conseguenza indotta dal superamento dei
ragionevoli limiti, oltre i quali, ogni felicità e conoscenza trasfigurano in
follia e paura.
Questa subdola “modernità “ne è la conferma
inopinabile – la prova del nove che prescinde da ogni altra considerazione.
Petrolio, gas, carbone e minerali/materiali radioattivi che, come in preda ad
un’arsura nevrotica, abbiamo sottratto (senza sosta), al sottosuolo terrestre,
sono la rappresentazione iconografica della nostra Fine, in cambio della quale
abbiamo barattato la nostra anima e il futuro delle nuove generazioni.
Abbiamo scoperchiato il “vaso di Pandora” e
liberato quella maledetta energia che, la Volontà creatrice aveva, da sempre,
sotterrato e imprigionato sotto i nostri piedi. Così ogni cosa è stata
contaminata e violata; ogni acqua, ogni terra, ogni aria e ogni filo d’erba. Il
cuore dell’uomo si è incenerito sotto la luce rovente della modernità e, le
passioni, i sogni, i sentimenti, atmosfere ed emozioni, si sono dissolte come
fumo nel vento.
Avremmo dovuto rivolgere il nostro sguardo
al cielo, sull’esempio delle grandi e profetiche civiltà del passato, e
seguirne il cammino intrapreso, con la necessaria umiltà, deferenza e il dovuto
timore.
La Rivoluzione Industriale, si è presto
trasformata in una rovente fucina dove, Satana in persona, a forgiato a sua
immagine e somiglianza, l’originaria natura umana, depotenziandola da ogni
slancio creativo e passionale.
I maya, che avevano elaborato sistemi matematici
piuttosto semplici ma realistici, (osservando l’universo, interpretando i
segnali della terra, confrontandoli e comparandoli con i dati relativi al loro
passato), offrivano sicuri risultati profetici. Da una parte c’e “L’UOMO”
intento a manipolare e codificare a proprio piacimento cio’ che lo circonda,
nel vano tentativo di sottomettere la natura terrestre, dall’altro ci sono le
leggi universali (per noi lettera morta), ma che i Maya evidentemente
studiavano e, sicuramente, comprendevano.
I detrattori delle “teorie della Fine”,
sono gli stessi che la Fine l’hanno prodotta, sostenuti da una moltitudine di
allocchi, abbagliati dalle subdole lusinghe di una “modernità” che prometteva
potere, bellezza, denaro, vizio, perversione e immortalità. Io che, da lungo
tempo, interpreto i segnali allarmanti e i sempre più ricorrenti scricchiolii
del Sistema Bestia, non che il diramarsi di tutte le sue metastasi sul tessuto
connettivo sociale so, con la matematica certezza che é propria della logica
elementare, che siamo prossimi ad un evento catastrofico di portata planetaria.
Imputare tutto ciò a cause naturali, come,
terremoti, eruzioni vulcaniche, maremoti o inondazioni bibliche, sinceramente,
non lo posso sostenere.
Ma se avessimo l’onestà, la consapevolezza
e il rigore morale, per riconoscere tutte le atrocità inferte dall’uomo moderno
alla madre terra, in questi due secoli, non ci sarebbe da stupirsi. Il pianeta
è vivo; ha una sua anima e un suo cuore – una coscienza e un suo onore da
preservare.
Il pianeta soffre e gioisce, si rasserena e
si spaventa, perdona e grida vendetta. Come qualsiasi cellula pulsante,
reagisce agli attacchi esterni che intendono violare, profanare e
destabilizzare la sua natura, fino a riconoscere la causa per poi, in seguito,
sopprimerla.
Per tutto questo, l’ipotesi di un collasso terrestre, è più che
probabile.
La terra e’ un tutt’uno con l’universo
“visibile, ed invisibile e, ogni cosa, interagisce con il resto, secondo il
principio di “causa effetto”. Questo principio non si applica solo alle leggi
della fisica, ma anche alla sequenza di azioni e situazioni che costellano la
nostra vita. Per tanto, la nostra situazione attuale, dipende dalle cause che
abbiamo posto nel passato, così, come dalle cause che poniamo nel presente,
dipenderà la nostra situazione futura. Naturalmente, il risultato della nostra
attuale condizione non sarà solo relativo a ciò che noi abbiamo fatto in
passato, ma anche dipendente da ciò che altri hanno fatto. I comportamenti
degli altri, dunque, sono condizionati dai nostri – da quelli di tutti noi. In
breve, siamo il riflesso di ciò che siamo stati e, dal nostro presente,
dipenderà il nostro futuro.
Se intendiamo riparare ad una azione
negativa del passato, dovremmo domandarci cosa possiamo fare ora, sia per
correggere la situazione creata, sia per migliorare le nostre azioni future. Il
presente, dunque, è il nostro terreno di coltura, dove mettere a dimora gli
insegnamenti del passato per poi raccogliere i frutti, del prossimo futuro.
Modificando il nostro pensiero, l’atteggiamento e, quindi, le nostre azioni,
l’ambiente che ci circonda, si adeguerà a sua volta.
Se proviamo ad immaginare la profezia dei
maya, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming:
innalzamento degli oceani.
C’è chi crede che l’acqua sommergerà il
mondo, per via di quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del
Large Hadron Collider che, guarda caso, stanno per iniziare a Ginevra, e che
saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012.
Sono in molti, oggi, a non credere alla
possibilità che la terra stia per collassare! Una seconda categoria di fanatici
e cultori di profezie, al contrario, è convinta della prossima fine del mondo
(apocalisse).
Quelli come me, un’estrema minoranza di
osservatori sereni e disincantati sanno, con matematica certezza che, presto,
il sistema Liberista Relativista imploderà su se stesso e, dolore, follia e
morte, si spartiranno questa terra.
Una quarta e affollata categoria, che
chiamerei, di “androidi zombeggianti” (diversamente da tutte le altre), vive la
realtà, come una sorta di moderno paradiso terrestre, condividendone ogni
mostruosità, e respirandone ogni fetore. Sono gli stessi che hanno prodotto la
fine.
Gianni Tirelli
Anonimo ha detto...
IMPECCABILE DISAMINA DELL'IMMINENTE FINE! GRAZIE
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