NOI SIAMO COSI’! - LA SINDROME DA SISTEMA
E’ come se noi, dopo avere trascorso la
nostra vita fra i micidiali miasmi del Sistema, ci fossimo beccati una
patologia incurabile e degenerativa (la sindrome da Sistema) e un’equipe
certificata di luminari della scienza intorno al nostro letto di morte di un
ospedale svizzero all’avanguardia, ci descrivessero punto dopo punto le cause
scatenanti la nostra drammatica condizione, cominciando a elencare,
“l’aggiotaggio, le scie chimiche, l’inquinamento, le speculazioni finanziarie,
i titoli tossici, cospirazioni, complotti, l’effetto serra, l’alimentazione,
l’elettromagnetismo” e via via, tutto quell’infinito luna park dell’orrore che
caratterizza l’attuale stato delle cose e che si è accanito sulla nostra
esistenza.
“Non ci sono cure” affermano in coro i
cervelloni!!
Noi a questo punto, increduli e smarriti, noi, che nel Sistema
avevamo riposto ogni nostra speranza, vorremmo saperne di più e, spinti da un
irrefrenabile bisogno di capire, cominciamo ad informarci su tutto ciò che in
un modo o nell’altro possa avere compromesso la nostra salute! Siamo a tal
punto presi da questa smania fobica, che non troviamo più il tempo ne di
mangiare e ne di dormire. Siamo sempre più deboli e sempre più depressi
dall’inutile e spasmodica ricerca su tale questione dove, ogni delucidazione di
merito, chiarimento e spiegazione, ha ulteriormente peggiorato il nostro stato
confusionale, e compromesso ogni residua volontà.
La verità Vera, sta nel fatto, che noi, in
quell’ospedale non ci saremmo mai dovuti entrare ne tanto meno metterci nelle
mani di quei “venerabili maestri” dell’imbecillità umana.
La sola cosa giusta
da fare era di ascoltare le ragioni profonde del nostro cuore, in attesa di una
risposta semplice, banale, che non avrebbe tardato ad arrivare, rendendoci
consapevoli e salvandoci la vita. In parole povere: “Mollare il Sistema una
buona volta per tutte!!!”
Dobbiamo dunque smetterla di sostenere i
nostri carnefici – di renderli ricchi e potenti, avendone in cambio, disprezzo,
indifferenza, e le ossa spolpate dalla voracità delle loro bocche fameliche, e
di stomaci senza fondo che come buchi neri, travolgono nel loro vortice le
nostre vite. Ci toccano gli avanzi di un baccanale triviale e grottesco,
lanciati alle spalle della loro arroganza mafiosa e che noi, come un branco di cani
randagi, addentiamo scodinzolando in attesa di un ulteriore boccone.
Abbandonare il Sistema Potere (sinonimo di
necrofilia e di schiavitù), è il primo passo verso la salvezza al fine di
recuperare una qualità di vita, degna e dignitosa, sobria e concreta e, al
riparo da queste immonde sanguisughe.
Il Sistema, mira a dividerci, mentre noi,
viceversa, dobbiamo compattarci dentro un unico blocco coeso e saldo, per
convogliare al suo interno tutta la nostra indignazione, rabbia e spirito
rivoluzionario.
Questo immobilismo, diversamente, è indicativo del nostro
livello di assuefazione al Sistema e, di una capacità critica e di ribellione,
oramai defunta.
Siamo considerati e trattati alla stregua
di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e subdolo desiderio del
padrone, per evitare una punizione più gravosa e umiliante. Questo succede
perché siamo divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi,
contro altri stupidi che vorrebbero arricchirsi.
Che speranza abbiamo di
cambiare questa realtà quando accettiamo supinamente un tale stato di cose,
trasfigurando dignità in codardia e dipendenza in attenuante?
Il mondo contadino del passato, che
rappresentava un buon 99% della popolazione, era caratterizzato dall’autonomia
e dall’autosufficienza e, ogni singolo o gruppo, definiva e determinava una sua
“ragion d’essere”, sulla soddisfazione dei bisogni primari ed essenziali,
relativi e dipendenti al territorio; alla sua capacità di produrre beni e
privilegi (acqua, fertilità, energia) e sulla spinta propulsiva di consolidate
tradizioni e ataviche credenze.
Escludere da tali intendimenti e dal
processo di sviluppo, tutto il resto del mondo, delegando a un 1% le sorti del
pianeta, ha prodotto quel disastro globale (umano, di valori, principi e
ambientale) che caratterizza le moderne società liberiste e consumiste.
Quel processo di semplificazione, che ha
traghettato l’uomo, da un passato industrioso a un presente industriale, è
miseramente fallito.
Del resto, io sono più che convinto che
quel “Nuovo Ordine Mondiale” (oggi di grande attualità – di cui molto si parla
e si tratta) e che si afferma, abbia programmato le sorti e il destino
dell’umanità, non si farà di certo intimidire dalla nostra, se pur ferma
indignazione, o da quattro chiacchiere gridate.
La sua imminente implosione avverrà,
diversamente, per una serie di difetti insiti nel Sistema stesso e
dall’isolamento forzato e costretto, che centinaia di milioni di individui nel
mondo innescheranno rinunciando in massa (per ragioni pratiche e di sopravvivenza)
ad ogni forma di consumo che non sia essenziale o vitale.
In che modo noi, che con estrema
disinvoltura e sconsiderata faciloneria puntiamo il dito contro un “nemico
astratto”, contrastiamo nel merito con forza dei fatti, dei comportamenti quotidiani
e dell’esempio, un tale declino economico, culturale e di valori?
Questo nostro
immobilismo è indicativo del livello di assuefazione al Sistema, raggiunto e,
di una capacità critica e di ribellione, oramai defunta.
E’ l’azione individuale, l’idea
vincente!
Questo stato di cose si può cambiare rinunciando ai nostri egoismi e
indotte convinzioni per trasfigurare le debolezze e le dipendenze in
opportunità reali, con la forza della ragione congiunta ad un civile sentimento
di solidarietà umana.
E’ la nostra coscienza ciò a cui ci
dobbiamo attenere – sempre e in ogni caso! Ogni altro sotterfugio, escamotage e
scusante addotte allo scopo di aggirare le nostre vere responsabilità, acuirà
ulteriormente una condizione, già, di per sé insostenibile, ipotecando per
sempre il futuro delle generazioni a venire.
Ritornando all’inizio dell’articolo, la
sola cura in grado di guarirci da questa particolare “sindrome” consiste nel
rinunciare al Sistema stesso e alle sue seducenti lusinghe. L’Autonomia e la
forza di volontà sono le sole condizioni, capaci di compiere il grande
miracolo.
Gianni Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento