lunedì 23 gennaio 2012

UN DECRETO A VANTAGGIO DI BANCHE , INDUSTRIALI, ASSICURAZIONI



UN DECRETO A VANTAGGIO DI BANCHE , INDUSTRIALI, ASSICURAZIONI



pubblicata da Marco Ferrando - Pagina Ufficiale il giorno sabato 21 gennaio 2012 alle ore 11.52
Le cosiddette “liberalizzazioni” di Monti hanno il plauso entusiasta della stessa stampa borghese che chiede la licenziabilità degli operai. Non è un caso.

Il decreto liberalizzazioni risponde agli interessi del capitale finanziario. Da un lato bastona i tassisti aprendo il mercato dei taxi a speculatori faccendieri. Dall'altro premia le banche, le assicurazioni, le imprese. Le banche incassano il nuovo business dell'obbligo di contocorrente di milioni di pensionati poveri e delle relative commissioni, l'ingresso più libero nella partita delle infrastrutture ( proiect financing) e dei servizi locali, la tranquilla continuità dell'abbinamento ricattatorio tra  mutui e polizze. Le assicurazioni incassano un più rigido “controllo” dei propri clienti a vantaggio dei propri profitti ( riparazione diretta con proprie officine senza controllo sui pezzi di ricambio, o riduzione del risarcimento al cliente). Le imprese incassano addirittura una magistratura speciale e più rapida per le proprie controversie ( i comuni cittadini possono aspettare in coda), e il libero ingresso, assieme alle banche, nel nuovo mercato delle ferrovie senza rispetto del contratto nazionale ferrovieri.

Altro che “fase due”: continua l'eterna fase uno dell'ingrassamento dei banchieri e degli industriali a spese del lavoro.
Altro che “sviluppo e crescita”: l'unica crescita prevista e programmata è quella dei profitti del capitale, mentre FMI annuncia due anni di nuova recessione con la distruzione di altri milioni di posti di lavoro.
Altro che “difesa dei consumatori”: si difendono gli interessi del capitale contro i consumatori e i lavoratori.

Si conferma la necessità di una risposta di lotta generale al governo dei banchieri, che unifichi attorno al mondo del lavoro l'insofferenza sociale degli strati inferiori delle classi medie e della popolazione povera. E' ora che sia il movimento operaio a impugnare i forconi mettendosi alla testa delle protesta popolare e sottraendola al rischio di egemonie reazionarie. Altrimenti, se la CGIL si subordina al PD e dunque al governo, se la FIOM si subordina alla CGIL ( limitandosi ad una manifestazione), se le sinistre si subordinano alla CGIL per non rompere col PD, il rischio si va grosso. Sia socialmente, sia politicamente.

Per questo il PCL rilancia a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, la necessità di un vero sciopero generale dei lavoratori  contro  governo e Confindustria e su un programma di lotta indipendente.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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