DELL’ALBA
E DEL TRAMONTO di G.Tirelli
Senza
l’aldilà, non saremmo di qua: come il giorno e la notte, il bene e il male, il
tutto e il niente. Un uomo muore, perché qualcosa lo ha abbandonato, e per
nessun altro motivo al mondo.
Potremmo
pugnalare il suo cuore con una lama intinta nel curaro, per mille, e mille
volte ancora; ma se qualcosa non abbandona il suo corpo per fare ritorno alla
sorgente della vita, sarebbe condannato all’immortalità. E qui, entriamo nel
campo dell’assurdo!!! Nessuna terribile malattia potrebbe minare la sua
esistenza, ne la ruota di uno schiaccia sassi, dilaniare i suoi organi;
basterebbe ricomporlo - come con un robot.
Se
qualcosa, non lo abbandona, gli sarebbe negata la morte, ma anche la vita.
Questo
uomo, dunque, non esiste.
Il
Nulla, sommo architetto e creatore, nella sua infinita razionalità e logica, si
perderebbe, dentro l’enigma. Tutto
questo, è così vero, che nessuno al mondo, di questi emeriti scienziati, sarà
mai in grado di resuscitare un uomo morto. Potrà mai un uomo in carne ed ossa, vivere in eterno? Ma
l’eterno, è ciò che non è mai stato e che mai sarà; è il cadenzare armonioso
della vita e della morte, dell’andata e del ritorno, dell’alba e del tramonto:
la domanda elusa da una risposta vana. Ogni uomo ha una sua coscienza:
cosciente o incosciente che sia; ma questo, è irrilevante. Non l’ho è però il
fatto, che sia Lei, la sola entità immortale - Lei che vaga fra la vita e la
morte, fra sogni e realtà, fra l’aldilà e la speranza – Lei, la sola a porci la
domanda di che cosa siamo e dove andiamo, e a indicarci il cammino salvifico
della fede. Per tanto, l’esistenza dell’aldilà è un’ovvietà!
Se
Dio non esistesse, come potremmo distinguere il bene dal male, la notte dal
giorno, la verità dalla menzogna e la vita dalla morte? Dio è il parametro
delle nostre azioni, senza il quale, nulla potrebbe essere.
Il
caos morale, spirituale e ambientale, che regna nelle nostre moderne società, é
il paradigma dell’immenso vuoto che si frappone vertiginosamente fra gli uomini
e Dio.
Ciò
che la Chiesa definisce metaforicamente “il diavolo” in realtà, non è il
disegno malefico e perverso di un’entità astratta e soprannaturale, che si
contrappone ideologicamente alla bontà infinita e misericordiosa di un Dio
creatore ma, ciò che definiamo “il diavolo”, non è altro che l’assenza del
divino.
Il
bene e il male, non sono le facce di una stessa moneta. Assolutamente no! Il
bene è, mentre il male, diviene in sua assenza.
Con
la rimozione dei valori e dei principi etici e morali, si scardina il progetto
originario che, da parametro assoluto, si degrada in caos e relativismo.
La
verità, dunque, non è il risultato di un’equazione di prove, parole e numeri
ma, il desiderio, bisogno e passione, così forti, “come sa, chi per lei vita
rifiuta”.
Il
parametro che ci consente di ottenere questo processo, è Dio o come volete
chiamarlo.
Per
questo motivo, l’ateismo è un “vulnus” all’interno di quel sofisticato
meccanismo che regola le logiche del pensiero puro. In questo modo, le parole
diventano dei numeri che si vanno a sostituire alle percezioni cognitive,
regolatori della realtà spirituale.
Privi
di questo parametro che, metaforicamente ho definito “di Dio”, sarebbe
impossibile discernere il bene dal male e più semplicemente, non avrebbe alcun
senso esistere.
Ciò
che affermo - e cioè, la mancanza di questo Assoluto Parametro - è
riscontrabile nella nostra realtà quotidiana, dove paure, insicurezza,
frustrazione e vuotezza di valori e principi, stanno facendo precipitare le
nostre società occidentali dentro un relativismo imperante.
Gianni
Tirelli
commenti:
- AnonimoFeb 17, 2012 09:46 AM