IL SUD
EPICENTRO DI UNA NUOVA
RINASCITA
di G.Tirelli
Il
nord dell’Italia, tanto decantato per benessere, crescita e civiltà, sarà il
primo a pagare il pesante prezzo dello sviluppo industriale sul quale ha
investito (in maniera approssimativa e irresponsabile), risorse e futuro.
Quella che insistono a chiamare una crisi è, in realtà, l’inizio
dell’implosione del capitalismo liberticida, che in pochi anni costringerà i
popoli padani ad una migrazione di massa, unica nella storia di questo paese.
Illusione,
supponenza, arroganza e coltivata ignoranza, presto, dovranno fare i conti con
la sopravvivenza relativa ad una povertà senza precedenti, paragonabile solo a
quella di un remoto passato.
Già
oggi, stiamo assistendo a questo processo degenerativo, di cose e valori, relativo
alle malsane condizioni di vivibilità di un habitat, sempre più devastato
dall’inquinamento, e a una decadenza etica e morale, a dir poco, sconcertante.
Il puerile e infantile “rito dell’ampolla” diventerà, per tutti, il vergognoso
ricordo di una grottesca messinscena carnevalesca.
Diversa
e opposta è la situazione e condizione delle estreme regioni del sud, dove
l’ambiente, in gran parte ancora incontaminato e scampato alla devastazione
industriale, si prepara, a buon diritto, a essere l’epicentro della nuova
riconversione, per una qualità della vita sostenibile ed eco-compatibile.
Inoltre, questo territorio (da tempo immemorabile), ha coltivato da sempre il
valore della solidarietà e dell’accoglienza, ritenendoli valori fondamentali e
fondanti del concetto di civiltà e, agli attacchi discriminatori e razzisti, ha
anteposto la tolleranza, commiserazione (pietas) e dignità.
Se per
crescita e sviluppo del Sud, dunque, significa trasformare il meridione in
quell’immondezzaio caotico di rifiuti tossici e miasmi velenosi, che riflette
l’immagine desolante del nord Italia (dove il tasso di inquinamento di fiumi,
laghi, mare e falde acquifere, ha oramai raggiunto livelli tali da rendere
necessaria una dichiarazione di stato di emergenza e dove tradizione e
solidarietà non sono che l’insegna, il simulacro, il geroglifico, i fantasmi di
un passato defunto), allora sarebbe meglio lasciare inascoltate le subdole e
seducenti lusinghe della modernità, per restituire a questa terra dei fiori, la
sua originaria identità e incomparabile bellezza.
E per
i suoi figli, noi chiediamo libertà e non licenza, qualità e non
contraffazione, preferendo la verità alla mistificazione e, dignità e onore,
alla schiavitù delle fabbriche della morte.
Meglio
sarebbe per il sud, allora, tornare a coltivare i campi e a pascolare le
pecore. “E a notti, calara i rizzi ‘nto mara, e u jornu u bardasciuni, pe piscara, surici, trigghi, pruppi e
calamari”.
Per
questo desidero un sud unito contro un nord disperso - un sud biologico, contro
un nord geneticamente modificato - un sud della tradizione contro un nord della
propaganda - un sud della libertà, contro un nord della licenza - un sud
cristiano, contro un nord cattolico - un sud dell’essere contro un nord
dell’apparire - un sud del cuore contro un nord della mente.
Desidero
un sud dell’avvenire, contro un nord senza futuro.
Gianni
Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento