lunedì 27 febbraio 2012

IL SUMMIT MMT

UN’ECONOMIA DAL VOLTO UMANO. IL SUMMIT MMT
DI TRUMAN BURBANK
ComedonChischiotte

Economics needs a soul”

Rimini - Si è svolta oggi la giornata principale del summit MMT a Rimini, una maratona di economia a ritmi serrati, organizzata da Paolo Barnard, con la partecipazione di 5 economisti di valore e con un intervento a sorpresa di Nino Galloni, che ha raccontato alcuni fatti interessanti dell’ambiente economico italiano negli anni ‘80, avvenimenti che preparavano il disastro dell’euro.

I partecipanti oltre mille (il duemila fornito ieri era un po’ esagerato), con partecipazione da tutte le regioni e tutte le fasce d’età. Molti i giovani. Certamente il contrasto tra le generazioni che ci viene propinato dai media al summit non c’era, anzi c’era una voglia di collaborare insieme per risolvere problemi comuni.



In generale il summit non mi è apparso concentrato sulla sola MMT, ma affrontava tutta una serie di temi legati alla teocrazia finanziaria ed alla sua distanza dal mondo reale, dall’economia come gestione di risorse limitate per soddisfare bisogni umani.
Il tentativo (abbastanza riuscito) mi sembra essere quello di svelare i trucchi della finanza, illuminare le aree oscure (i tabù), individuare e falsificare (in senso popperiano) i dogmi economici. Pesanti squarci al sipario fornito dai media forniscono nuove prospettive. Il sistema finanziario appare in piena luce come un sistema intrinsecamente truffaldino.

Forte anche la partecipazione del pubblico, con richieste di chiarimenti, ma soprattutto di proposte concrete su cosa fare nella situazione attuale.
Le risposte, almeno in parte, ci sono state, ma finora non esiste un programma organico su cosa fare oggi.
(Mi resta il dubbio che bisognerebbe tentare di fare leva sulle contraddizioni della finanza.)

Stephanie Kelton si occupa in particolare di MMT, introduce il concetto di moneta come strumento di scambio (IOU, I Owe You in inglese) e poi come strumento di pagamento.
Chiarisce poi come non tutti i debiti sono uguali (la piramide del debito).
Spiega come l’euro dal punto di vista degli Stati che lo adottano sia una moneta straniera, non una moneta sovrana. L’Italia non emette la valuta che usa, e perde quindi la possibilità di controllare il fisco e la politica in genere.

Hudson spiega come negli USA (Stato con moneta sovrana) ci sia stata una colossale creazione di denaro in tempi recenti, eppure i prezzi non sono saliti. Non è vero che l’aumento della disponibilità di moneta fa aumentare i prezzi (la terribile inflazione) come dicono i libri di testo. La strategia della banche d’affari è di impedire che lo Stato emetta denaro a suo piacimento e lo vogliono costringere a prendere il denaro a prestito. Per fare ciò spingono l’idea che la moneta di Stato produca inflazione.
Ma diceva Baudelaire che il diavolo finisce quando la gente smette di crederci. Oggi il Diavolo è la finanza.

Parguez vede l’Europa come un mostro che va contro tutte le regole dell’economia, un mostro programmato nel periodo tra le due guerre mondiali. Tutti i dati ufficiali europei sono menzogne. Si vuole un nuovo cittadino europeo disposto ad accettare sacrifici e bassi salari. Nel piano gli Stati devono evaporare ed il potere deve essere trasferito ad una classe di tecnocrati sopranazionali (direi che siamo a buon punto). Il Trattato di Maastricht era in realtà un PATTO DI DISTRUZIONE ED INSTABILITÀ.

Molto forte l’intervento di Black sui tabù della finanza: nessun manuale di economia spiega che i CEO (amministratori delegati) normalmente si arricchiscono con la frode. L’arma di elezione per realizzare le frodi è la contabilità.
Già nel 1993 Akerlof & Romer raccontavano le frodi ed i saccheggi dei CEO, ma non sono mai andati a finire nei libri di testo.
Lo schema generale esposto da Black è molto semplice:
1)     La Banca (amministrata dal CEO) dichiara alti utili a breve
2)     Il CEO si arricchisce notevolmente
3)     Qualche tempo dopo la banca dichiara perdite disastrose (ma il CEO è andato via da tempo).

Black suggerisce che ci dovrebbe essere una Guardia Costiera per le banche: il CEO della banca dovrebbe essere costretto a comportarsi come il capitano di una nave, che può andare via  solo per ultimo oppure affondare con la nave.

In seguito Black mostra uno schema analogo per gli stati, per esempio l’Islanda.
Per un certo periodo l’Islanda era un modello per i liberisti, tutti la lodavano per i suoi alti tassi di sviluppo (2007). Molti banchieri si arricchirono in modo eccezionale. Qualche tempo dopo l’Islanda si ritrovò in una tremenda crisi economica che la portò al default.

Di Black è anche il richiamo a Mankiw, Economics needs a soul, (1993): l’economia di oggi è senz’anima e l’homo oeconomicus è un sociopatico.

Molto altro si è detto nel summit e una sintesi è difficile.

Oggi la parte conclusiva.

Truman Burbank
Fonte: www.comedonchisciotte.org
26.02.2012

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