LA CIVILTA’
DEGLI IMBECILLI
di G. Tirelli
Supponiamo che
io disponga di una certa cifra X, ed intenda entrare nel mondo degli affari per
rendere produttivo il mio capitale e ricavarne profitti. Come primo atto,
commissionerò ad una agenzia specializzata “un’indagine di mercato”, che mi
soddisfi l’esigenza di capire verso quali beni la domanda della massa è
orientata.
A questo punto
deciderò quale bene produrre, in base ad una semplificazione che tiene conto
dei costi di produzione e distribuzione, e di alcune caratteristiche in linea
con la mia visione delle cose.
Quantificando
in 100 il mio capitale da investire, ne destinerò una quota per i costi
relativi alla produzione del bene, mentre le 99 restanti (quasi l’intera
somma), le disporrò per una massiccia campagna pubblicitaria a tambur battente
capitanata da un accattivante slogan che miri dritto al cervello del branco di
allocchi.
In questo
modo, creo un bisogno che non esiste, o meglio che non esisteva, in ragione di
un condizionamento indotto da un’opera di suggestione subliminale e di
persuasione forzata.
In realtà, il
bene da me prodotto non serve a nulla: non è di nessuna utilità: ne al singolo
ne alla società! E’ uno fra le migliaia di prodotti esposti in bella vista
sugli scaffali di qualsiasi supermercato, per lo più dannosi alla salute e
all’economia famigliare. Potrei chiamarlo, Danacol, Actimel, Bifidus Essensis
Acti Regularis, o qualcosa che faccia dimagrire dormendo dal nome “Somatoline Cosmetic”! Si, quest’ultima
potrebbe essere una buona idea, ma la fantasia non mi manca! Posso fare meglio!
Potrei puntare sulla produzione di un ritrovato medicinale ai sali
dell’Himalaya, che alza la statura mentre trombi!! Ci sarebbe da ridere se non
ci fosse da piangere!!!
Il lavoro e
l’occupazione, derivanti da un tale diabolico piano di mistificazione,
corrisponde per similitudine, nel fare scavare profonde buche nel deserto a
milioni di lavoratori per poi, subito dopo, ritornare a coprirle - una cosa,
non solo completamente priva di senso e demenziale, ma ben oltre i confini
della comprensione umana.
Un buon 90%
della nostra economia e relativa occupazione, é sopravvissuta fino a oggi,
proprio in virtù questo perverso meccanismo - ma ha i giorni contati. Una
ulteriore, drastica e inevitabile contrazione dei consumi, costringerà ancora
migliaia di fabbriche a chiudere i battenti lasciando per strada milioni di
lavoratori che saranno costretti per causa di forza maggiore ad astenersi da
ogni consumo che non sia vitale. E’ il cane che si morde la coda – una trappola
che non ci concede vie d’uscita - un Sistema cialtrone che si avvita su se
stesso e non prevede altra soluzione che non sia il suo azzeramento.
Per tanto, non
c’è proprio più nulla di che meravigliarsi ne tanto meno allarmarsi guardando i
dati relativi alla disoccupazione.
Sarà sempre
peggio, visto che sempre di più la gente ridurrà i suoi consumi all’essenziale.
E non solo per motivi di risparmio, ma perché è finalmente consapevole di
quanto insensato sia tutto questo consumismo selvaggio e senza regole, causa di
disparità sociale e deriva morale.
Produrre e
consumare cose inutili e nocive, per tenere in piedi questo Sistema di aria
fritta partorito dal buco del culo di Satana in persona, si pone a paradigma di
un’umanità miserabile, svuotata di ogni suo vero contenuto etico, e motivo di
esistere.
Passeremo alla
storia come “la civiltà degli imbecilli” per essere ridicolizzati e sfottuti
nei secoli e i secoli a venire.
L’occupazione
derivante da un lavoro che si basa sulla produzione di beni voluttuari, effimeri
e non indispensabili, è precaria per definizione. Esaurito l’effetto della carica propagandistica ingannevole,
che codificava questi beni come utili e necessari (sinonimo di progresso e di
benessere), i consumatori si asterranno dall’acquistarli anteponendo, per
priorità, quelli essenziali e primari. E questo è ciò che succede oggi!
Questo
meccanismo perverso che da quasi 50 anni é stato in grado di raggirare il buon
senso dei cittadini, alterandone la consapevolezza, oggi si è bloccato,
inceppato – è grippato! La gente comune che è stata costretta dalla “Crisi” ha
ridimensionare drasticamente il suo tenore di vita riducendo tutto
all’essenziale, ha finalmente, forzatamente compreso (anche se fuori tempo
massimo), che tutta quella lunga lista di prodotti che un tempo, acquistava
sulla spinta di falsi bisogni indotti dal plagio mediatico, in realtà non sono
di alcuna utilità.
E’ tempo di
fare di necessità virtù - imbracciare la zappa e cominciare a faticare!
Un’occupazione
sicura, salutare e onorevole.
Gianni Tirelli
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