LA
STRADA E LA META di G. Tirelli
“Baleniere
come corazzate in assetto di guerra fanno strage di cetacei per saziare la sete
di sangue di individui asserviti alla volontà del maligno.
Cacciatori
per sport a bordo dei loro gipponi cromati, bardati di tutto punto, anfibi,
tuta mimetica, fucile automatico, cartucciera “Rambo”…”
Oggi,
tutto è stato stressato, compresso, pompato, umiliato. E questo non riguarda
solo la sfera della nostra esistenza, ma tutto ciò con cui quotidianamente
interagiamo e ci rapportiamo - sia che si tratti di lavoro, tecnologia
comunicazione, affetti e alimentazione. Ogni cosa è stata piegata alla logica
del “tutto e subito”, per soddisfare una perversa domanda globale di beni e
bisogni effimeri nella maggiore parte dei casi, trasfigurati in vere e proprie
patologie, dipendenze e pulsioni nevrotiche.
Per
tenere testa a una tale richiesta di massa, il Sistema Bestia è stato in grado
di coartare fino a cancellare quel processo temporale di formazione, maturazione,
evoluzione delle cose, ritenendolo una imperdonabile perdita di tempo e quindi
di profitto. Per tanto, tutti i danni prodotti alla qualità della nostra vita e
all’ambiente nel suo complesso, sono il risultato ultimo della meccanizzazione
e tecnicizzazione che sull’appagamento in “tempo reale” della spropositata
domanda di consumi in atto, attua il suo piano di distruzione.
Tumori
(oggi in aumento esponenziale) e infinite altre vergognose malattie, disturbi
neurologici, infarti e allergie non sono che la logica conseguenza di una alimentazione
alterata nei suoi processi vitali ed evolutivi. Una perversione dello stato di
coscienza, indotta da una massiccia opera di propaganda, che si prefigge di
snaturare ogni regola e principio biologico, in nome del risultato immediato e
dell’interesse particolare.
Verdure,
ortaggi e frutta fuori stagione che persistiamo a consumare durante l’anno come
le voglie irreprimibili di una donna in cinta, appartengono a quella categoria di beni ai quali è stato
sottratto il loro naturale tempo di crescita, sovvertendone ogni regola e alterando
le loro funzionalità con l’aggiunta di principi chimici e interventi di manipolazione genetica.
Di
fatto, questi prodotti, conservano solo l’aspetto, la forma dei loro fratelli
originali, ma di tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali non vi
é traccia alcuna.
L’estinzione
di migliaia di specie animali e vegetali nel mondo, non è solo relativa
all’inquinamento del territorio, dell’aria e delle acque, ma è funzionale alla
facilità e alla velocità di applicazione di tutte quelle macchine
tecno/infernali messe sul mercato, che alla fatica fisica hanno sostituito
l’azione necro/meccanica.
Quale
civiltà, nella storia del mondo sarebbe mai stata in grado di mettere in atto
quel piano di deforestazione di cui si sono macchiate le nostre moderne
società? Motoseghe di ultima generazione sono in grado di abbattere alberi
secolari che, in pochi secondi, passano dalla vita verticale, alla morte orizzontale. Questa abissale
sproporzione, si pone a paradigma di quella devianza e depravazione morale,
etica e spirituale messa in atto dell’uomo iper/tecnologico.
Oceani,
mari, fiumi e laghi, sono ridotti a latrine a cielo aperto, mentre una flotta
di migliaia pescherecci armati fino ai denti, rastrellano i fondali marini sterminando
ogni specie acquatica, animale e vegetale. Baleniere come corazzate in assetto
di guerra fanno strage di cetacei per saziare la sete di sangue di individui
asserviti alla volontà del maligno.
Cacciatori
per sport a bordo dei loro gipponi cromati, bardati di tutto punto, anfibi,
tuta mimetica, fucile automatico, cartucciera “Rambo” (che sembra stiano per
avere uno scontro a fuoco con dei terroristi), scaricano la loro frustrazione
sulle ultime specie viventi del pianeta, causandone l’inesorabile estinzione.
Vorrei vederli armati di arco e di frecce e con cinque figli a casa da sfamare!
Morirebbero di fame nel giro di qualche settimana.
Viviamo
in un mondo al contrario, dove all’aumento vertiginoso delle possibilità,
corrisponde un azzeramento delle motivazioni e dello scopo finale. Questa
diabolica equazione ci dice di quanto inutile e nefasto sia tutto questo
baraccone tecnologico che non è in grado di soddisfare e onorare le vere e
ineludibili ragioni dell’uomo.
Le
potenzialità della tecnologia sono direttamente proporzionali alla loro
capacità intrinseca di annullare i motivi a cui erano destinate. Per tanto, a
infiniti modi e tecniche per pescare e cacciare, coincide l’assenza di pesci e
uccelli. E questo vale per ogni cosa! Possiamo avvalerci di tastiere
avveniristiche e milioni di suoni, campionamenti e combinazione ritmiche, ma
l’arte, l’ispirazione e la creatività, sono oramai defunte. Mezzi di
comunicazione fantascientifici che ci permettono di comunicare in tempo reale
con tutto il mondo, quando non abbiamo niente da dire, e la nostra sterile
conoscenza, non deriva dalla somma delle esperienze personali, ma si limita a
qualche notizia attinta dal grande mare della rete che facciamo nostre per
ragioni, le più strampalate. Siamo ossessionati da squallidi programmi di
intrattenimento e svago, giochi virtuali e affini, quando la gioia, la pace e
l’appagante felicita non abitano più il nostro cuore e non vibra più alcuna
corda. La becera pornografia, disseminata in ogni dove, condita nei modi più volgari,
deprecabili e miserevoli, è oggi assurta a paradigma di un voyeurismo che al
naturale e complice rapporto sessuale (liberatorio, gratificante e rigenerante)
ha sostituito la più pratica e maneggevole, masturbazione forzata. E neppure i
rapporti affettivi e sentimentali sono esenti da un tale maleficio!.
In
questo modo ogni possibilità di essere consapevoli, felici, pacificati e
appagati, ci è preclusa per sempre. Ergo, la soddisfazione in tempo reale di
ogni nostro più turpe desiderio e bisogno, non può produrre che alienazione e
sconforto.
E’
durante il tragitto che incontriamo noi stessi e sublimiamo i nostri veri
bisogni - ed è sempre durante il cammino che li possiamo soddisfare.
Il
grande inganno si annida nella vana promessa di un risultato immediato (in
tempo reale) tanto sbandierato dal Sistema Bestia: l’illusione, la chimera
suadente e seducente che cela ad arte fra le sue ali il più ferale degli
artigli.
Il
valore della vita dunque, non consiste nel raggiungimento di una meta, ma nel
percorso motivato (il durante) che ci spinge a dare un senso ad ogni giorno
della nostra permanenza su questa terra. È attraverso il cammino, e in virtù di
tutte di tutte le esperienze buone o cattive che nel corso del viaggio incontriamo, gli ostacoli, le emozioni, i
momenti di gioia e di pace, di angoscia e dolore, che modelliamo la nostra
personalità e il carattere, e
acquisiamo consapevolezza e discernimento, affinando la capacità di
decisione. In questo modo, e solo così, siamo in grado di conoscere e sublimare
noi stessi per comprendere i veri bisogni del nostro essere.
Per
tanto la meta non è che un utopia, un grossolano errore di valutazione, un
falso culturale che ci allontana dal nocciolo della questione – la verità. Noi
siamo la strada mentre la meta, non è che un miraggio.
Gianni
Tirelli
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