domenica 19 febbraio 2012

“LA TERRA DEI MORTI VIVENTI” di G.Tirelli



“LA TERRA DEI MORTI VIVENTI”
di G.Tirelli

Gli individui moderni non riescono ad immaginare, neppure per un momento, una realtà diversa da quella che, quotidianamente, conducono. Questo, è il vero dramma. Sempre impegnati a pulire casa con intrugli chimici dai nomi più “pittoreschi” e riversare sull’ambiente, il loro carico di morte e distruzione. Al primo freddo, via con il riscaldamento, a un accenno di caldo, condizionatore a palla. E poi farmaci, pillole di ogni genere, forma e colore, diete , creme, cremine, rassodanti, rigeneranti, snellenti, sbiancanti – una per cagare, un’altra per digerire, una terza per dormire, l’ultima per trombare – infinite pillole  contro ogni dolore, fisico, morale e psicologico – integratori, vitamine, proteine, anti-ossidanti, ormoni, estrogeni, antibiotici, beveroni magici, intrugli mortali, costosi, inutili e dannosi -
dipendenze e debolezze che caratterizzano l’umanoide moderno, senza volontà e consapevolezza.
Il lavacro, poi, sistematico e metodico, del loro corpo, si attesta a paradigma di un luridume interiore che nemmeno cento docce al giorno potranno mai detergere. Come bestie ammaestrate, girano, per ore, intorno alla loro gabbia, alla ricerca di quello spazio insperato, che metterà fine (almeno per una notte) alla commedia tragi-comica del posteggio.
Tempo prezioso buttato nel cesso dopo otto ore di lavoro sacrificate sull’altare di un’esistenza svuotata da ogni autentica gioia, unica per cazzonaggine, nella storia dell’uomo.

La loro esistenza è frenetica e sudaticcia. Hanno un aspetto malato e malinconico, intervallato da schizzi improvvisi di ilarità che subito dirada, per fare posto ad uno stato depressivo cronico, più consono alla circostanza. Il loro sguardo è allucinato e smarrito, in contrasto con l’abnorme numero di parole che la loro bocca è in grado di emettere, senza un vero motivo logico e comprensibile. Parlano di tutto senza dire niente. Hai fatti hanno anteposto le intenzioni, prese a prestito da qualche affabulatore televisivo o rivista di gossip. Trascorrono la loro vita fra un “gratta e sosta” e un “eco pass”. Cappuccino e cornetto farcito di marmellata, la mattina e, per pranzo, il triste e stomachevole panino finto/vegetariano, accompagnato da una triste mezza bottiglia d’acqua. Unico vero momento di relax dove, finalmente appagati e ristorati, si concedono ai succulenti pettegolezzi di uno fra i quotidiani più inutili e stupidi del panorama giornalistico: La Gazzetta dello Sport. E’ questo, di tutta la giornata, il momento più alto e significativo dove, il piacere di esistere, rasenta le vibrazioni dell’orgasmo sessuale.
                          
Un oceano di menzogne, dalle profondità incommensurabili, finalizzate al profitto e al privilegio, riproducono, le sabbie mobili dentro le quali, le società moderne stanno sprofondando.
Vermi aggrovigliati l’un l’altro, dentro un auto-compiacimento morboso e nauseabondo;  uomini senza palle - donne senza figli - vite senza vita.
In pochi decenni, l’homo sapiens, si è trasformato in una specie di larva, molle e viscida. Mutazione degenerativa. Migliaia di anni di evoluzione buttati nel cesso - il male, lavora in discesa!
 
Quella che oggi, chiamano scienza e conoscenza, é il più, estremo atto di profanazione che mai sia stato perpetrato nella storia dell’umanità. L’uomo senza radici del ventunesimo secolo, ha demonizzato e ripudiato quello che era il suo passato, ritenendolo obsoleto, privo di dignità e poco igienico. In verità, non c’é nulla di più lercio e raccapricciante dell’uomo senza radici. Un uomo che ha chiamato libertà la licenza, furbizia l’intelligenza e civiltà la sua schiavitù. Una forma di vita che ha devastato il proprio habitat e incenerito il suo spirito – un essere schizofrenico che espianta gli organi dai suoi simili, per ricucirseli addosso - un imbecille che ingurgita le merendine della pubblicità, fatte, dice, come quelle di una volta!! - un maniaco ossessivo che sa tutto sui pesci, e tutto sui mari quando, di pesci non ce ne sono più e, ì mari, sono cloache a cielo aperto – sa tutto dei ghiacciai, quando gli stessi marciscono e si squagliano - tutto di ogni cosa, quando ogni cosa si estingue – un mentecatto che manda giocattolini miliardari su marte, in nome di qualcosa che chiama progresso, e aggiunge “ presto lo colonizzeremo”  –  un idiota che chiama conquiste le atrocità, e bombe intelligenti, le armi di distruzione di massa – un paranoico  che viola ogni principio etico e si sottopone ad interventi di chirurgia estetica, per colmare il vuoto della sua infinita solitudine – masse di poveri invasati e idolatri sottomessi ai miti dell’intrattenimento, e operai dell’Ilva di Taranto che schiattano di tumore per mille euro al mese, nella più totale indifferenza di tutti.
Un Sistema che sa fare tutto, tranne ciò che serve veramente all’uomo - un Sistema cancerogeno che, da mezzo secolo, rastrella soldi ai cittadini in nome della la ricerca, e ti ammazza ancora con il cobalto, la chemio e la radio-terapia. Nessuno vuole sconfiggere il cancro. A sti prezzi!
Sono quelli che esaltano il primato dello spirito, per poi accanirsi su corpi inermi (cavie umane) con le macchine assemblate da satana, e prolungare così all’infinito una tortura lacerante in un esaltato accanimento, sperimentale, degno del più spietato aguzzino nazista. Sono quelli che non accettano la sconfitta di una scienza effimera e miope, che ha anteposto il profitto e il potere, al buon senso, alla carità cristiana e al principio etico. Sono loro le anime infernali di questo secolo, loro, terrorizzate dal più ineludibile atto di giustizia: la morte.

In un tale mondo, non c’é posto per la giustizia e la libertà poiché, entrambi, possono solo germogliare al sole di quelle società, epurate da ogni potere.  
Nel frattempo, la pubblicità mente, la politica mente, la Chiesa mente, la scienza mente, ì giornali mentono, e ì padri mentono ai figli, in un’orgia di relativismo parossistico dove, gli egoismi e le dipendenze, non trovano ragione, e la paura, generatrice di ogni male e di ogni dolore, ebbra di sangue, sancisce il suo trionfo.

Alla tecnologia (che é responsabile di tutta quella montagna di rifiuti mortali che ci sta oramai sommergendo), é dato il compito del suo smaltimento e della bonifica. Sarebbe come chiedere al diavolo, che abbiamo assoldato per distruggere, di ricostruire per il bene comune.

Gianni Tirelli

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