Pietà per l’orso: una nuova religione che salvi noi cannibali
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Quando Berlusconi è caduto, sotto il Quirinale suonava l’orchestra della Resistenza Musicale Permanente, uno dei tanti movimenti antiberlusconiani, il cui coro ha cantato l’Alleluia di Händel. Poi Monti è stato accolto col consenso quasi generale della popolazione, senza che si conoscesse il suo programma: lui, del resto, era il salvatore. «L’accoglienza che gli è stata fatta – scrive il poeta Carlo Bordini – mi ha fatto pensare all’accoglienza che fece Roma a Hitler nel 1938», riservando «un entusiasmo delirante» al messia del nazismo. Ammettiamolo: il mondo è a pezzi. La soluzione? Semplice: abolire la proprietà privata. Mission impossibile, naturalmente, per colpa del socialismo storico: l’orrore scatenato dal totalitarismo sovietico ha frenato ogni possibile evoluzione libertaria, lasciando campo libero alla ferocia schiavistica del capitalismo.
Autore tradotto in tutto il mondo (“I costruttori di vulcani” l’opera omnia edita nel 2010 da Sossella), Bordini traccia per “Megachip” una diagnosi disarmante sullo stato delle cose: «Non voglio paragonare Monti a Hitler», scrive, ma solo mettere in rilievo il fanatismo fideistico che si proietta su una singola persona in un momento di estrema difficoltà. «Il programma di Monti è quello dell’Europa, è quello che il Fmi ha proposto a tutto il mondo in questi ultimi anni e che non ha ottenuto nessun risultato tranne quello di far arricchire qualcuno e di far impoverire tutti gli altri». Quello che si aggira per le piazze e sul web «è il fantasma dell’Argentina, che è riuscita a liberarsi, con una grande mobilitazione, al diktat del Fmi che l’aveva messa sul lastrico, e ora si sta riprendendo». Più che un fantasma, una suggestione: «C’è una profonda disillusione e un clima di grande esasperazione».
Un paradosso: oggi il paese più pericoloso per l’Europa non è la Grecia, ma la Germania. Ne sanno qualcosa i manifestanti di Atene che bruciano bandiere tedesche, mentre l’arena di piazza Syntagma preoccupa le polizie europee quanto quella di Roma dello scorso 15 ottobre, quando i manifestanti pacifici e quelli violenti si accusarono a vicenda. Avevano ragione entrambi, conclude Bordini: non risolve nulla assaltare i bancomat e dare alle fiamme le auto di lusso, né – purtroppo – organizzare ogni tanto qualche imponente corteo. Dopo gli scontri di Roma, si invocò il ritorno all’infame legge Reale che negli anni ’70 autorizzava a sparare sui manifestanti, ad eseguire arresti anche non in flagranza di reato e ad effettuare perquisizioni senza l’autorizzazione giudiziaria. «Si calcola che la legge Reale abbia provocato 625 vittime», ricorda Bordini, mentre «le Brigate Rosse hanno ucciso 86 persone». Ultras violenti che rovinano le manifestazioni? Dipende: «In Egitto, le tifoserie delle due principali squadre di calcio del Cairo si sono unite per difendere la popolazione dagli attacchi dell’esercito durante le manifestazioni».
Occupy Wall Street e indignados lo dimostrano: stanno saltando tutti gli schemi, per due motivi: il primo è «la ribellione a ciò che il mondo sta diventando», il secondo è la sfiducia nelle istituzioni, il rifiuto di ogni delega «anche perché, a differenza del passato, non ci sono più punti di riferimento: la sensazione niente affatto errata è che le classi dirigenti e le classi privilegiate siano un blocco unico». Se l’economia è globalizzata, anche i movimenti di protesta si stanno globalizzando: «Dopo anni di stagnazione – continua Bordini – ho la sensazione che sia già nata una nuova fase storica di eventi rivoluzionari», da Occupy Wall Street alla “primavera araba”, comprese le manifestazioni in Russia e tutto ciò che si sta muovendo nel mondo. «Questa nuova fase, ancora acefala, ha potenzialmente una forza immensa. Non possiamo prevedere come, cosa ne uscirà; ma una cosa è certa: questi movimenti hanno carattere di urgenza. Siamo sull’orlo di un baratro: alla base di queste manifestazioni non c’è solo il fatto che i giovani non hanno lavoro e non hanno futuro; al fondo c’è l’idea che il mondo sta morendo». O, per essere più precisi, «che il genere umano ha iniziato la sua autodistruzione».
I problemi dell’epoca che viviamo, sostiene Bordini, hanno origine dalla caduta del socialismo reale. Beninteso: «Nessun rimpianto per quei regimi burocratici ed oppressivi». Ma la fine di un sistema antagonista «ha dato campo libero senza ostacoli alle forze del capitalismo». Che, attraverso la globalizzazione, «ha reintrodotto nel mondo la schiavitù, ha penalizzato i giovani, ha reso miserabili i popoli, ha dato un potere enorme alla finanza creando appunto quel divario tra l’1 e il 99 per cento di cui giustamente parlano gli Occupy Wall Street. Marx, tra l’altro, aveva previsto tutto questo». In Italia, secondo un recente sondaggio, l’80% della popolazione non ha fiducia nel mondo della politica. E negli Usa, un giovane su due «ha una visione positiva del socialismo». Ma Bordini resta pessimista, perché il fallimento irrimediabile del socialismo reale «rappresenta un peccato originale che pesa come un macigno sulla testa di questi movimenti». Lo stalinismo ha fatto più danni e più vittime del nazismo, spegnendo il movimento rivoluzionario mondiale.
L’esempio della Cina non aiuta ad essere ottimismi, e neppure quello di Cuba o delle «effimere esperienze» dei vari regimi socialisti che, in Africa e altrove, hanno vissuto di «solidarismo precapitalista di tipo feudale», magari sorretto dai proventi del petrolio. Forse solo il Sud America è «ancora capace di investire in sogni, in speranze, in obiettivi futuri», mentre noi europei «siamo rimasti rannicchiati nel tentativo di non perdere i vecchi privilegi che, in ogni caso, stiamo perdendo». Lacrisi economica del sistema Usa-Europa? E’ sistemica, non ha soluzione. E per quel che riguarda il Vecchio Continente, secondo Bordini «non esistono paesi virtuosi e paesi non virtuosi; la crisi è partita dai paesi più deboli e non risparmia i paesi più forti, ha già attaccato la Francia e la Germania; e uno dei paradossi che vive la situazione attuale è appunto quello per cui oggi, per la tenuta dell’Euro, la Germania, con la politica della Merkel, è più pericolosa della Grecia».
I movimenti storicistici, aggiunge Bordini, non fanno mai i conti con la dura realtà della natura umana, guastata in origine da un «difetto di fabbricazione» che nella lingua di Omero si chiamava hybris, cioè superbia e cieca volontà di potenza: «Se si crede alla hybris che c’è nell’uomo, si disvela l’ingenuità che è nel pensiero di Marx e forse più in quello dei marxisti», che sognavano una società razionale e pacifica, capace di soddisfare i bisogni di tutti. «In nome di questa credenza si è combattuto per il socialismo e lo si è creduto scientifico, ma a quanto pare la storia non ha confermato questa teoria». In parole povere, insiste Bordini, «non esiste limite all’avidità e alla distruttività umana: è una pulsione inarrestabile, incontrollabile, irrazionale». Gli esseri umani mangiano, come tutti gli altri animali, ma non si limitano a questo: «L’avidità umana, a differenza di quella degli animali, è inarrestabile. Ed è questo difetto di fabbricazione che ci sta portando all’autodistruzione e che rischia di farci durare meno dei dinosauri».
Le rivoluzioni? Si sono sempre concluse in grandi assestamenti storici che hanno portato a nuove gerarchie e nuovi strumenti di potere. Tutte le rivoluzioni, a cominciare da quella cristiana. Quella inglese, «nata in nome di ideali quanto mai nobili», ha prodotto lo schiavismo e il colonialismo. E quella francese – libertà, uguaglianza, fraternità – ha generato il dispotismo dell’impero napoleonico. «Chi è potente vuole essere potentissimo, chi è ricco vuole essere ricchissimo: il dominio incontrollato e senza ostacoli del capitalismo finanziario sta portando il mondo all’autodistruzione». Il fallimento dei vari convegni planetari sul clima è l’espressione più chiara di come questa violenza irrazionale non sia capace di porsi dei limiti. I No Global di Seattle, gli Indignados, gli Occupy Wall Street «sono i santi di oggi», ma secondo Bordini «il genere umano può essere salvato solo da una nuova religione», sotto forma di rivoluzione culturale: «Le unicherivoluzioni che sono riuscite sono le rivoluzioni culturali», per questo serve «una rivoluzione culturale laica travestita da religione», capace cioè di agire anche «a livello irrazionale».
Assurdo? Non quanto la realtà attuale: «In teoria, coi mezzi tecnici che ci sono, i problemi del mondo potrebbero essere risolti in una settimana». Come? «Io ti dono questo, tu mi doni questo. Io rinuncio a questo, tu rinuncia a questo». L’idea della religione come nuova socialità, sostitutiva dell’idea del socialismo, è un ritorno al Medio Evo, in cui la sacralità del re fu la base per la formazione delle monarchie nazionali. «Non è un bel vedere, ma è meglio della guerra atomica». Una nuova frontiera etica? «Sentire come una colpa non la trasgressione al dovere della castità, o dell’obbedienza all’autorità costituita, ma all’idea di rispetto». In Abruzzo, quando i guardiacaccia sono costretti a uccidere un orso divenuto pericoloso, gli mettono in bocca un po’ d’erba. Gli “danno da mangiare” da morto, «gli chiedono scusa per averlo ucciso». Chiedere scusa: «Quello che è scomparso è il senso del sacro. Mettere un po’ d’erba nella bocca di un orso è avere compassione, provare dolore per averlo ucciso. Sentire che, in fondo, la propria sopravvivenza è una colpa. La hybris è esattamente il contrario di tutto questo».
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