A DUE PASSI DAL DELIRIO di G. Tirelli
“E’ partito il conto alla rovescia e, il Sistema, come
una bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere. Gli individui della società
delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi
rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quella immane tragedia che
segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia
dell’umanità”
Pensando alle nostre società moderne e all’insensatezza
dei nostri comportamenti, mi è apparsa l’immagine di un padre che ha trascorso
la sua vita lavorando, risparmiando e rinunciando ad ogni effimero piacere, per
lasciare ai suoi figli, sicurezza materiale e dignità. Un uomo con la schiena
ricurva sotto il sole, con un grande cuore colmo di valori e di inossidabili punti
di riferimento che, nella sana tradizione e nella consapevolezza della brevità
dell’esistenza, aveva riposto tutte le sue aspirazioni, etiche e religiose e
gli intenti delle sue passioni. Poi, un giorno, il padre li lasciò, sereno e
appagato, dopo averli, con un sorriso innocente, salutati e ricordando loro,
ancora una volta, responsabilità e doveri, affinché il senso, che aveva dato
alla sua vita, non fosse stato vano.
I figli, accecati dalla stupidità e dalle lusinghe della città
industriosa, presto abbandonarono i campi e la fattoria ma, in poco tempo, ogni
risorsa si esaurì. Per sopravvivere, escogitarono i modi più abietti e
deprecabili, tradendo ogni loro impegno morale, e infangando, così, la memoria
del padre.
Una notte di pioggia e di vento, ubriachi, a bordo di una
macchina di lusso rubata, precipitarono giù da un alto ponte per finire fra le
acque gelide di un fiume in piena. Di loro non si seppe più nulla.
Noi oggi, siamo quei figli: sordi alle grida di dolore della Madre Terra, stuprata e
vilipesa - ciechi, dentro il buio di un presente assente che ha privato le
nuove generazioni dell’orizzonte
di un futuro e, nudi, di fronte alle ragioni del nostro esistere.
Il mito tanto sbandierato della “modernità” foriero di
speranze, di felicità e libertà, si è trasformato in breve tempo, nelle
peggiori delle schiavitù, trasfigurando i sogni in incubi e, la passione, in un
esercizio compulsivo, volto alla soddisfazione sistematica di bisogni indotti,
dipendenze e perversioni. La paura, oggi, è il perno cancerogeno intorno al quale
ruota tutta la nostra vita: metastasi di un’esistenza epurata da ogni valore,
principio etico e necessario parametro di comparazione.
Ogni residuo sentimento di passione, è stato cancellato
dalla nostra anima, soppiantato dall’opportunismo, dall’interesse particolare e
da un’inettitudine fisica e morale che non ha precedenti nella storia
dell’uomo. Ansia, depressione, attacchi di panico e, tutta quella lunga lista
di disturbi legati al sistema nervoso che flagellano senza sosta la nostra
quotidianità, condizionandone le scelte, sono gli effetti collaterali gravi
dell’assenza di passione e di volontà.
Nessun farmaco al mondo, oggi, può placare i morsi di un
tale disagio esistenziale e restituirci quella gioia di vivere e la necessaria
serenità, fattori che, in passato, caratterizzavano lo spirito vincente delle
società contadine - indispensabili per affrontare il domani, con rinnovato
entusiasmo. Erano gli strati sociali più poveri e meno abbienti, un tempo, a
godere di un tale privilegio, proprio in virtù di una passione connaturata che
si esprimeva in tutta la sua potenza in ogni azione, che fosse creativa,
pratica o di natura filosofica e spirituale.
L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata,
pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di un’umanità
svuotata da ogni più remoto barlume di consapevolezza. Un mondo affollato di
anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro
il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e
una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, morte, dolore e
distruzione. Tutto questo, ha innescato un processo di necrosi che, dal tessuto sociale, si è esteso
all’ambiente tutto, compromettendo irrimediabilmente, ogni auspicabile e
radicale riconversione e più remota speranza.
Per tanto, non esiste una via di uscita da una tale
condizione!
E’ partito il conto alla rovescia e, il Sistema, come una
bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere. Gli individui, della società
delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi
rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quella immane tragedia che
segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia dell’umanità.
Volere definire questo momento socio-economico, una
normale crisi, è un’imperdonabile ingenuità, a dimostrazione, ancora
un’ennesima volta, dell’assoluta incapacità dell’uomanoide moderno, di separare
la libertà dalla licenza, il giusto dall’iniquo e la forza dalla debolezza.
Il futuro dell’umanità, è stato divorato dalla voracità
di un presente ipertrofico che, come un buco nero, travolge nel suo vortice le
nostre esistenze.
Proprio in ragione di queste mie ultime considerazioni,
posso affermare, con la certezza e il disincanto di chi ancora sa interpretare
i segnali del cielo, ascoltare il tormento straziante degli spiriti della terra
e le loro promesse di vendetta che, la fine di questo mondo, è prossima.
Gianni Tirelli
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