FINE DELL’APPARIZIONE di G.Tirelli
L’uomo, come tutte le altre forme di vita, non è che
un’apparizione.
I dinosauri non si sono estinti per i motivi astrusi che ci
vanno raccontando, ma semplicemente perché il loro tempo era scaduto, e il
sipario si era chiuso sulla fine dell’ultimo atto della loro commedia.
Le varie
forme di vita, appaiono in un determinato momento per poi, più tardi,
estinguersi – autosopprimersi.
Questo processo, io lo chiamerò: “LOGICA
DELL’INFINITO”.
Così, una nuova forma di vita si sostituisce a quella che
scompare, e il Grande Inventore Supremo attua, in questo modo, il suo
inderogabile disegno.
Presto l’uomo si estinguerà, e non per una fantasiosa
meteorite o quale altro apocalittico accadimento, ma per il solo fatto di
essere giunto al termine della sua corsa: per avere consumato la sua
apparizione.
Ciò che sta accadendo oggi sul nostro pianeta (inquinamento,
deforestazione, deriva etica e morale, ecc..) altro non sono che i segnali
inderogabili e inequivocabili di una imminente catastrofe umanitaria. Nessuno
può fermare questo processo, essendosi lo stesso innescato per un Volere
superiore che deve ottemperare a regole e logiche, oltre ogni comprensione
umana: logiche e regole tese ad armonizzare, equilibrare e compensare gli
sbilanciamenti prodotti dalle stesse forme di vita.
Nel “Tutto Universale” i concetti trascendono da ogni giudizio
di “superiore e di inferiore”, di “bene e di male”, di “vita e di morte”, ma si
attestano a fenomeni di “causa/effetto”, imputati alla gestione organizzativa
di quel puzzle perfetto che, dall’origine, ha codificato ogni tessera dentro il
suo spazio ideale.
Per tanto, l’individuo umano, non può accampare alcun
merito, capacità, o particolare intelligenza che non siano le stesse espresse
da una zecca, da un filo d’erba o da un batterio. L’uomo terrestre, non è una
“condizione senza la quale..”, ma oggi, corpo estraneo che destabilizza
l’ordine delle cose. E così com’è venuto se ne andrà, per permettere alla
natura di riappropriarsi delle sue ragioni.
Immaginiamo il pianeta terra, come una delle infinite cellule
del sistema universo, vista al microscopio, dall’occhio di un attento e
scrupoloso ricercatore proiettato nello spazio. Noterà immediatamente che, a
differenza delle altre cellule, la terra, presenta alcune evidenti anomalie e
patologie di natura iperplasica e ipertrofica. Una disfunzione che sta mettendo
a serio rischio la sua sopravvivenza. Ad una prima e sommaria osservazione, lo
scienziato si limiterà a constatare la presenza di un sostanza semisolida e
appiccicosa di colore grigiastro, prodotta dalla cellula in questione (la
terra) e che, la stessa, non é più in grado di sintetizzare. Questo elemento,
in precedenza estraneo, si accumula sul tessuto connettivo della cellula,
alterandola in maniera strutturale e irreversibile e comportando la perdita di
qualsiasi funzione vitale. Il nostro ricercatore ipotizza che, diversamente da
un tempo, si sia prodotto nella cellula un difetto di funzionamento (corto
circuito, intoppo), del suo processo primitivo.
Questo incidente di percorso, ha compromesso irrimediabilmente
la sopravvivenza della cellula che, in virtù di un intrinseco e necessario
processo di necrosi, cercherà di auto sopprimersi, previa il rischio di
contaminazione delle altre cellule.
Ad un più attento esame, il ricercatore individuerà poi, un
congruo numero di elementi oblunghi, con due appendici alla base della loro
estremità e una rotondità alla sommità e che, intuisce, possano rivelarsi i
virus responsabili di una tale patologia; l’uomo.
La sostanza appiccicosa e
grigiastra, individuata dal ricercatore e riportata alla nostra realtà quotidiana,
rappresenta tutta quella montagna di rifiuti industriali, tossici, cancerogeni
e radioattivi che, il nostro sistema economico, rigurgita sul pianeta, 24 ore
su 24. L’uomo, é il paradigma del virus letale.
Il pianeta terra che, per rendere più comprensibile a tutti, ho
trasfigurato in cellula, non va interpretato come metafora ma (fatte le debite
proporzioni), come paradigma assoluto del rapporto che esiste fra la causa dei
nostri comportamenti e l’effetto sulla nostra realtà. E questo, vale in assoluto
per qualsiasi cosa.
Se al più presto, non saremo in grado di riconvertire le nostre
abitudini (e non lo siamo), in altre più consone, compatibili e pertinenti la
vera natura dell’uomo, e liberarci per sempre da tutte quelle dipendenze e
debolezze che alimentano il Sistema Bestia e il suo potere, saremo gli ignari
spettatori e i testimoni oculari della più grande tragedia dell’umanità. Fine
dell’apparizione!
Gianni
Tirelli
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