(IlMinuto) – Cagliari, 2 marzo – Arrestati lunedì mattina per violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, i due manifestanti del comitato “S’Arriedu per Narbolia”, Nello Schirru e il figlio Alessandro, sono stati condannati rispettivamente a due e tre mesi per aver preso parte al blocco del cantiere da cui sono partiti i lavori di costruzione del mastodontico impianto fotovoltaico di serre della EnerVitaBio di Ravenna. I due imputati hanno scelto di patteggiare ottenendo così le pene sospese e la condizionale. Il fermo e il patteggiamento dei due manifestanti hanno provocato le reazioni di politici e lavoratori sardi. “Un atto antipopolare e intimidatorio gravissimo, che si inquadra in un clima di repressione di tutti quei movimenti che nascono da necessità e criticità dei singoli territori”, commenta Claudia Zuncheddu, Consigliere regionale Indipendentistas.“Il dissenso – prosegue Zuncheddu – non può essere affrontato come un problema di ordine pubblico e di criminalità”. Sulla questione interviene anche Sinistra Critica Sarda: “Il furtovoltaico è ormai una vera emergenza: Nello e Alessandro hanno dato un grande contributo personale e familiare a questa lotta” – afferma l’esponente del movimento anticapitalista Gianluigi Deiana – “è ora necessario che si venga a costituire un fronte generale contro il fotovoltaico in agricoltura in Sardegna”. Solidale con Nello e Alessandro Schirru anche il coordinamento precari della scuola della provincia di Oristano, che in un comunicato stampa invita i sardi alla difesa dei beni essenziali: “Nel constatare come l’impianto occupi una fascia di territorio fertile, bonificata e irrigata con soldi pubblici, – spiega la nota scritta dal Coordinamento – e come non sia prevista nessuna bonifica e ripristino del territorio alla fine del ciclo di vita dell’impianto”, i precari della Scuola giudicano l’accaduto come “l’ennesimo tentativo di utilizzare il suolo sardo con le modalità di un capitalismo di rapina”.
S.P.
(IlMinuto) – Cagliari, 2 marzo – “Contro la resistenza all’alta velocità da parte del popolo No Tav, vengono utilizzate normative eccezionali, di vera e propria occupazione militare della Valle”. Con queste parole il Cagliari social forum esprime solidarietà alla lotta pacifica del popolo No Tav della Val di Susa e in particolare a Luca Abbà, agricoltore rimasto folgorato per “difendere il suo lavoro e la sua dignità di cittadino”. In un documento il Csf denuncia i rischi per l’ambiente e per le persone e l’enorme spreco di risorse che rappresenta quest’opera. “Il costo della Tav – scrive il Cagliari social forum – pari a 30-40 miliardi di euro, costituirebbe un grave salasso per le casse statali […].Si investano invece questi soldi in attività e servizi utili alla gran massa dei cittadini, a cominciare dalla messa in sicurezza e dallo sviluppo dei trasporti ferroviari per i pendolari, attualmente in totale stato di abbandono”.
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