giovedì 29 marzo 2012

GIANGI CAPACCHIETTI – l’uomo con il telefonino – di G.Tirelli


GIANGI CAPACCHIETTI – l’uomo con il telefonino – di G.Tirelli
Qualche settimana fa ho incontrato Giangi, l’uomo con il telefonino.
Erano circa quindici anni che non lo vedevo! Lo trovai invecchiato, imbruttito, curvo, e nei suoi occhi ho scorto il vuoto della sua anima e la follia dei suoi pensieri. Teneva stretto nella mano sinistra, un cellulare di ultima generazione e per una buona mezzora, mi elencò le sue infinite funzioni. Ci sarebbe voluta una vita per conoscerle tutte, e cento vite, per poterle espletare.
Poi, mi ha parlato dei suoi nuovi programmi per il computer e dei prossimi in uscita. Con la sua voce flebile e stonata, mi ha raccontato della morte della madre e del suicidio del figlio - dell’amante virtuale con la quale giornalmente chatta e insieme condivide la sua vita interattiva. Ricordo, che mi parlò di un dolore insistente alla base della nuca, e di un continuo prurito sotto la pianta del piede destro, ma non spese una sola parola sulla nostra trascorsa amicizia, ne mi domandò del presente.  All’improvviso udii il rumore di una motosega in azione a due passi da me, che mi allarmò, ma che subito si spense, quando Giangi si mise a parlare al cellulare. Era la sua personalissima suoneria!!! Dopo circa una ventina di minuti, d’un tratto divenne nervoso: diceva frasi senza senso, emetteva strani e fastidiosi guaiti come se qualcuno dall’altra parte del filo, lo stesse torturando psicologicamente. E poi fu la volta, dei tic nervosi, mentre gocce di sudore gli solcavano la fronte, giù fin dentro la bocca. Adagio si allontanava da me in direzione della metropolitana fino a scomparire fra la folla, con il cellulare incollato all’orecchio  – senza un saluto, un addio, ne una parola!
Oggi ho saputo in maniera del tutto casuale che è passato a miglior vita lunedì 27 marzo 2012, a causa di un tumore a nervo trigemino in metastasi.
LO ZAMPINO DEL DIAVOLO
Io non appartengo all’autorevole categoria di scienziati e ricercatori che, nella citazione “non è stato provato”, intendono, furbescamente, spazzare via ogni possibile dubbio e critica sulle loro invenzioni, ma a quella del buon senso, e della stringente logica del “due più due fa quattro”.
Dovremmo sapere, che esiste un limite etico e deontologico oltre il quale, tutto è profanazione e violazione. Ma queste, non sono cose che s’imparano sui banchi di scuola! Sono connaturate dentro ognuno di noi e, come le idee, anche le scoperte non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano in termini di sacrificio, di rispetto dei principi etici e dei reali vantaggi e benefici che apportano alla comunità. Ma questi, sono temi “d’altri tempi”, anacronistici e tromboni, che la modernità rifiuta a priori: quella modernità che, sul profitto, anche se sporco e criminogeno, ha costruito il suo impero perverso.
L'uso dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless "potrebbe causare il cancro negli essere umani". E' il "verdetto" annunciato oggi dall'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, organismo di consulenza specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il rischio accertato (a parere dell'Agenzia), riguarda in generale i campi elettromagnetici di radiofrequenza e include i telefoni portatili. Il team, composto da 31 esperti dell'International agency for research on cancer (Iarc), ha raggiunto questa conclusione basandosi sull'analisi degli studi epidemiologici effettuati sugli esseri umani, ma anche su test sugli animali, ed emerge un dato allarmante che collega il cancro così come l’infertilità maschile e l’osteoporosi; all’utilizzo dei telefoni cellulari.
Il “NON E’ ANCORA STATO PROVATO” è quel ritornello molto in uso attraverso il quale ci si vorrebbe lavare la coscienza ed esimersi da ogni oggettiva responsabilità. In realtà le prove ci sono, ed ancora una volta basta il semplice buon senso, cioè ragionare senza farsi condizionare dalla propaganda.
I cellulari (ed anche i cordless) emettono radiazioni elettromagnetiche ad alta potenza, nella fascia dei 900 MHz – 2.4 GHz. Quella dei forni a microonde, per capirci!. Negli anni ’50 negli USA si registrarono vari casi di antennisti radar precocemente invecchiati. Si scoprì che la causa erano le radiazioni emesse dall’antenna, tanto che questa patologia venne chiamata dai giornali “sindrome dell’uomo radar”. Le radiazioni non ionizzanti sono utilizzate anche in campo militare per provocare danni alle persone (ad esempio in URRS furono convogliate sull’ambasciata di un paese poco amato, ed i quel periodo due ambasciatori di fila si ammalarono di cancro) ed il malfunzionamento di apparati elettronici.
Le radiazioni dei cellulari (e dei ripetitori) interferiscono con il DNA delle cellule e col loro meccanismo di riparazione. L’effetto maggiore documentato si ha sul cervello; ad esempio alla University of Washingthon il Dr. Lai (che tra l’altro nel ’99 ha presentato i suoi lavori al convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Erice) ha dimostrato che anche piccole dosi ripetute di radiazioni, come  quelle dei cordless, si accumulano e provocano lesioni ai tessuti. Recentemente sono stati accolti dalla comunità scientifica degli studi italiani sull’effetto dei cellulari nelle cellule tumorali del cervello.
Mettere proprio sulla testa una sorgente di microonde ad alta intensità è un gesto “sconsiderato”, e tale rimane anche se non riusciamo farne a meno. La Motorola, i primi tempi, consigliava di non puntare l’antenna (che ormai è incorporata nel telefonino) sulle zone delicate del corpo. Periodicamente i cellulari entrano in trasmissione, ed è dannoso trasportarli vicino al cuore, all’addome, agli organi vitali in genere. La cosa peggiore che si possa fare è usarli in macchina, perché l’intensità di campo risulta moltiplicata.
Alcune ricerche effettuate in Inghilterra dimostrano che le radiazioni in macchina provocano uno stato di squilibrio mentale, ed un rallentamento delle reazioni peggiore di quelle dell’alcool. I cordless hanno un livello d’emissione molto più basso, ma la vicinanza alla testa li rende comunque dannosi. È ormai accertato che gli effetti sul cervello e probabilmente sugli altri tessuti sono cumulativi. Cioè, i danni sono irreversibili, e tante piccole esposizioni fanno l’effetto della classica goccia d’acqua.
Ma il pericolo non viene solo da questi strumenti ormai inevitabili. I piloni dell’alta tensione, i trasmettitori/ripetitori radio (compresi quelli del cellulari, della TV, della telefonia) creano un ambiente dannoso alla salute, detto elettrosmog.
Nel ’93 l’industria delle telecomunicazioni ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche, per dimostrare che i cellulari non sono dannosi – ma non ne sentirete mai parlare, perché dimostrarono proprio il contrario. Vediamo invece tutti i giorni gli effetti dei soldi che le industrie, avendo mangiato la foglia, spendono per far credere che non esista alcun pericolo, e che a pensarla diversamente sono solo dei visionari, fanatici ed ignoranti. Succede quindi che molti governi (compresi gli USA) ed anche molte regioni Italiane oscillino tra leggi che permettono l’inquinamento generalizzato e leggi che proteggono la salute - quest’ultime nate in quasi sempre dalle pressioni dei cittadini
Per tanto, tutte queste infernali macchinette, assemblate da questa cricca di psicopatici della scienza, per potere funzionare necessitano dello zampino del diavolo. Nulla, della moderna tecnologia avrebbe un senso, senza l’intervento mistificatore del maligno. E il diavolo vuole sempre qualcosa in cambio e, in questo specifico caso del telefono cellulare, il cervello dei nostri ragazzi.
“NON E’ STATO ANCORA PROVATO”, ribatte istericamente lo scienziato, colpito al cuore della sua vanità!
Questi pseudo geni del male, conoscono perfettamente i danni devastanti e le infinite controindicazioni del telefonino, ma negano con forza ogni addebito e responsabilità. Ne va della loro credibilità, e del loro porta fogli, gonfio a dismisura dopo avere sottoscritto il contratto con una riconoscente e sorridente multinazionale.
I tumori al cervello fra i giovani stanno aumentando in modo esponenziale; e non lo dico io, benché lo supponga, ma sono i dati, relativi ai ricoveri di ragazzi affetti da questa patologia che, negli ultimi tempi, sono in vorticoso aumento.
Solo se sapremo rinunciare all’effimero, all’illusorio e alle sterili seduzioni della modernità, potremo ritrovare la libertà perduta, e quella sana gioia che, un tempo, abbiamo barattato, in cambio di una modernità canaglia e foriera di apocalittiche sventure.

Gianni Tirelli

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