IL SEME DELLA BELLEZZA di G.Tirelli
“Cos’è la bellezza”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la
bellezza!”
“Cos’è la felicità”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la
felicità!”
“Cos’è l’amore”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è l’amore!”
Uno spettacolo agghiacciante di orrore e di bruttezza, scandisce la nostra
quotidianità e un’inconscia e persistente paura, tradisce ogni sentimento di
felicità e di amore.
Non troveremo pace in un mondo affollato di mostruosità e di vergogna, ne
la gioia e l’amore potranno mai davvero abitare il nostro cuore.
Camminavo a piedi nudi, in quei giorni assolati di primavera, attraversando
quell’infinito campo profumato di viole, saltando fossati di acqua immacolata,
fino ai margini della fattoria - e un profumo di stalla, di latte e di fieno si
mescolavano come fragranza
all’odore dell’erba appena tagliata - dentro quell’atmosfera tersa da
ogni contaminazione, tutto era bellezza, e pace, e armonia. Il mio piccolo
cuore pompava goloso l’immensità del cielo e ogni emozione, bagliore e suono si
facevano estasi e trascendenza. E poi arrivarono le fabbriche, e niente fu più
come prima. Rumori di ferraglie, di magli e di catene, profanarono quel
silenzio perfetto e tutti avevano qualcosa da dire. Così, un chiacchierio
assordante avvolse il mio piccolo paese per sempre.
Il Nulla avanzava divorando e fagocitando ogni cosa! Il mio infinito prato
di viole scomparve sotto un grande centro commerciale, e così il fossato e la
fattoria. I canti crepuscolari delle donne furono messi a tacere per sempre,
mentre la televisione, imperturbabile, dettava le sue condizioni.
Frigoriferi e lavatrici invasero le cucine, e mobili di truciolato
spodestarono i tavoli e le madie di castagno.
E con la TV arrivò la spazzatura, e poi le scorie tossiche, i rifiuti
speciali e la discarica, e mentre tutti avevano sempre qualcosa da dire, la
bruttezza sferrava il suo colpo finale pianificando e approvando l’idea di un
grande inceneritore. Così il mio piccolo paese era sparito, devastato e stuprato
dalla stupidità umana – sterminato di ogni sua bellezza e magia, trasformato in
un lugubre cimitero di zombi parlanti, incapaci di amare, di pregare e di
gioire.
La bellezza è una condizione senza la quale nulla può esistere. Isuoi
effetti sugli individui, sono molteplici e diversi, e tutti vertono al bene
comune. La bellezza è stimolante, immaginifica e creativa, terreno di coltura
di ogni sentimento umano che aneli alla pace e alla solidarietà! La bellezza incalza la passione che si fa vigore e volontà,
coraggio e perseveranza - induce alla fede proiettando l’uomo oltre i confini
della vita terrena fin dento il mistero della morte, pacificando la sua anima.
La bellezza è purezza e innocenza, conforto e speranza - e come l’aria si
respira, come nell’acqua ci si immerge, profuma di lavanda, di bucato, come i
panni stesi al sole accarezzati dalla brezza mattutina. Ed è armonia e
bisbiglio, suono di flauto e preghiera, verità e certezza, femmina e regina:
contemplazione. Cura ogni dolore e ansia e smarrimento. E non è schiava, ne
serva, ne sgualdrina, ma danza libera fra i fiori del ciliegio, si erge fiera
sopra tempio di Athena, per poi planare giù, sui fiumi e le foreste, fino ad
inerpicarsi sull vette innevate, immacolate come la sua bianca veste di seta.
“Dove cercherete la bellezza, e dove pensate di trovarla, se non sarà lei
stessa vostra via e vostra guida? Come potrete parlarne, se non sarà lei stessa
la tessitrice del vostro discorso?
La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi. Non è una bocca assetata né una
mano vuota protesa, é piuttosto un cuore infiammato e un'anima incantata.
Non è l'immagine che vorreste vedere, e non è il canto che vorreste udire,
é piuttosto un'immagine da vedere a occhi chiusi e un canto da udire con le
orecchie tappate.
Non è la linfa nei solchi della corteccia, né un'ala accanto a un artiglio.
E’ piuttosto un giardino sempre fiorito, e una moltitudine d'angeli eternamente
in volo.
La bellezza è la vita quando la vita toglie il velo dal proprio volto
santo. Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio. Ma voi siete
l'eternità e siete lo specchio”. Gibran
“..Il problema è avere occhi e non saper vedere, non guardare le cose che
accadono, nemmeno l'ordito minimo della realtà. Occhi chiusi. Occhi che non
vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più
niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle
nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi
di infinito desiderio”. -Pasolini
Che cosa resta oggi della bellezza, quando l’abominio e la profanazione
scandiscono ogni attimo della nostra vita e ogni passione è defunta sotto la
schiacciante opera di omologazione liberista?
Gli stessi schiavi d’Egitto, innalzarono le piramidi sotto la spinta
propulsiva di una smisurata passione. E non era il denaro, lo spartiacque fra
la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra la bellezza e l’orrore, ma
quella capacità di amare e di sperare che, da sempre, aveva contraddistinto gli
individui delle civiltà del passato - un mondo perfetto, messo a tacere per
sempre dalla stupidità dell’uomo di quest’epoca orripilante.
La passione deterge, purifica, rigenera, forgia la volontà ed è messaggera
di bellezza - trascende ogni debolezza e paura, per dare forma e contenuto alle
aspirazioni umane, suggerendo all’uomo, il significato della vita.
Quale passione, oggi, arde nel cuore di quest’uomo? Quale spirito divino alberga nella sua
anima? Da quale pozzo, misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale
torrente, ristora e placa l’arsura della sua sete di bellezza?
L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, è la rappresentazione
iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di
bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette
fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici,
vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile
ragione, lasciando dietro di loro, scempio, dolore e distruzione.
Questi ultimi cento anni di storia sono stati caratterizzati da una
crescita esponenziale della violenza, della paura e della crudeltà. Una
escalation sistematica dell’orrore che non ha eguali nella storia dell’umanità.
Due guerre mondiali, il nazifascismo e la bomba atomica, sono state le prove
che hanno anticipato il debutto, della più inimmaginabile tragedia umana che,
nel Liberismo Relativista, incarna la quint’essenza del maligno al potere. Un
potere di morte che ha tradotto ogni bellezza in carne da macello, e la nostra
anima, in un desolato deserto dello spirito.
Dobbiamo dunque cercare di instillare il seme della bellezza di cui siamo
portatori, nel cuore della gente, così da potere cogliere quella sua scintilla
divina, che si cela dietro ogni singola particella del creato. Per questo credo
anch'io come Dostoevskij, che solo la bellezza può salvare questo mondo alla
fine.
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