martedì 27 marzo 2012

IL SEME DELLA BELLEZZA di G.Tirelli


IL SEME DELLA BELLEZZA     di G.Tirelli

“Cos’è la bellezza”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la bellezza!”
“Cos’è la felicità”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la felicità!”
“Cos’è l’amore”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è l’amore!”

Uno spettacolo agghiacciante di orrore e di bruttezza, scandisce la nostra quotidianità e un’inconscia e persistente paura, tradisce ogni sentimento di felicità e di amore.
Non troveremo pace in un mondo affollato di mostruosità e di vergogna, ne la gioia e l’amore potranno mai davvero abitare il nostro cuore.
 
Camminavo a piedi nudi, in quei giorni assolati di primavera, attraversando quell’infinito campo profumato di viole, saltando fossati di acqua immacolata, fino ai margini della fattoria - e un profumo di stalla, di latte e di fieno si mescolavano come fragranza  all’odore dell’erba appena tagliata - dentro quell’atmosfera tersa da ogni contaminazione, tutto era bellezza, e pace, e armonia. Il mio piccolo cuore pompava goloso l’immensità del cielo e ogni emozione, bagliore e suono si facevano estasi e trascendenza. E poi arrivarono le fabbriche, e niente fu più come prima. Rumori di ferraglie, di magli e di catene, profanarono quel silenzio perfetto e tutti avevano qualcosa da dire. Così, un chiacchierio assordante avvolse il mio piccolo paese per sempre.
Il Nulla avanzava divorando e fagocitando ogni cosa! Il mio infinito prato di viole scomparve sotto un grande centro commerciale, e così il fossato e la fattoria. I canti crepuscolari delle donne furono messi a tacere per sempre, mentre la televisione, imperturbabile, dettava le sue condizioni.
Frigoriferi e lavatrici invasero le cucine, e mobili di truciolato spodestarono i tavoli e le madie di castagno. 
E con la TV arrivò la spazzatura, e poi le scorie tossiche, i rifiuti speciali e la discarica, e mentre tutti avevano sempre qualcosa da dire, la bruttezza sferrava il suo colpo finale pianificando e approvando l’idea di un grande inceneritore. Così il mio piccolo paese era sparito, devastato e stuprato dalla stupidità umana – sterminato di ogni sua bellezza e magia, trasformato in un lugubre cimitero di zombi parlanti, incapaci di amare, di pregare e di gioire.

La bellezza è una condizione senza la quale nulla può esistere. Isuoi effetti sugli individui, sono molteplici e diversi, e tutti vertono al bene comune. La bellezza è stimolante, immaginifica e creativa, terreno di coltura di ogni sentimento umano che aneli alla pace e alla solidarietà!  La bellezza incalza la  passione che si fa vigore e volontà, coraggio e perseveranza - induce alla fede proiettando l’uomo oltre i confini della vita terrena fin dento il mistero della morte, pacificando la sua anima. La bellezza è purezza e innocenza, conforto e speranza - e come l’aria si respira, come nell’acqua ci si immerge, profuma di lavanda, di bucato, come i panni stesi al sole accarezzati dalla brezza mattutina. Ed è armonia e bisbiglio, suono di flauto e preghiera, verità e certezza, femmina e regina: contemplazione. Cura ogni dolore e ansia e smarrimento. E non è schiava, ne serva, ne sgualdrina, ma danza libera fra i fiori del ciliegio, si erge fiera sopra tempio di Athena, per poi planare giù, sui fiumi e le foreste, fino ad inerpicarsi sull vette innevate, immacolate come la sua bianca veste di seta.

“Dove cercherete la bellezza, e dove pensate di trovarla, se non sarà lei stessa vostra via e vostra guida? Come potrete parlarne, se non sarà lei stessa la tessitrice del vostro discorso?
La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi. Non è una bocca assetata né una mano vuota protesa, é piuttosto un cuore infiammato e un'anima incantata.
Non è l'immagine che vorreste vedere, e non è il canto che vorreste udire, é piuttosto un'immagine da vedere a occhi chiusi e un canto da udire con le orecchie tappate.
Non è la linfa nei solchi della corteccia, né un'ala accanto a un artiglio. E’ piuttosto un giardino sempre fiorito, e una moltitudine d'angeli eternamente in volo.
La bellezza è la vita quando la vita toglie il velo dal proprio volto santo. Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio. Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio”. Gibran

“..Il problema è avere occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono, nemmeno l'ordito minimo della realtà. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio”. -Pasolini

Che cosa resta oggi della bellezza, quando l’abominio e la profanazione scandiscono ogni attimo della nostra vita e ogni passione è defunta sotto la schiacciante opera di omologazione liberista?
Gli stessi schiavi d’Egitto, innalzarono le piramidi sotto la spinta propulsiva di una smisurata passione. E non era il denaro, lo spartiacque fra la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra la bellezza e l’orrore, ma quella capacità di amare e di sperare che, da sempre, aveva contraddistinto gli individui delle civiltà del passato - un mondo perfetto, messo a tacere per sempre dalla stupidità dell’uomo di quest’epoca orripilante.
La passione deterge, purifica, rigenera, forgia la volontà ed è messaggera di bellezza - trascende ogni debolezza e paura, per dare forma e contenuto alle aspirazioni umane, suggerendo all’uomo, il significato della vita.
Quale passione, oggi, arde nel cuore di quest’uomo?  Quale spirito divino alberga nella sua anima? Da quale pozzo, misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale torrente, ristora e placa l’arsura della sua sete di bellezza?
L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, è la rappresentazione iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, scempio, dolore e distruzione.

Questi ultimi cento anni di storia sono stati caratterizzati da una crescita esponenziale della violenza, della paura e della crudeltà. Una escalation sistematica dell’orrore che non ha eguali nella storia dell’umanità. Due guerre mondiali, il nazifascismo e la bomba atomica, sono state le prove che hanno anticipato il debutto, della più inimmaginabile tragedia umana che, nel Liberismo Relativista, incarna la quint’essenza del maligno al potere. Un potere di morte che ha tradotto ogni bellezza in carne da macello, e la nostra anima, in un desolato deserto dello spirito.

Dobbiamo dunque cercare di instillare il seme della bellezza di cui siamo portatori, nel cuore della gente, così da potere cogliere quella sua scintilla divina, che si cela dietro ogni singola particella del creato. Per questo credo anch'io come Dostoevskij, che solo la bellezza può salvare questo mondo alla fine.

Gianni Tirelli

Nessun commento: