martedì 13 marzo 2012

L’INDUSTRIA: IL GRANDE SPACCIATORE DI MONNEZZA di G. Tirelli


L’INDUSTRIA: IL GRANDE SPACCIATORE DI MONNEZZA  di G. Tirelli

Questa gang di parassiti e filibustieri, non solo hanno fatto scempio dell’ambiente e messo a repentaglio la salute dei cittadini riversando il loro sterco industriale (scorie tossiche e rifiuti speciali) sul territorio e nelle acque, ma si esimono da ogni addebito, relativo allo smaltimento e alla bonifica, imponendo a noi il gravoso onere della “tassa sulla spazzatura.
Una pretesa a dir poco sconcertante priva di alcun fondamento e logica motivazione! Sarebbe come se la comunità esigesse dall’industria il pagamento dell’ICI sulla casa!

Noi, non siamo altro che dei semplici “consumatori” (clienti) ma gli “spacciatori”, sono loro: Industriali e imprenditori! Loro che producono tutta questa montagna merda infetta con il beneplacito delle istituzioni e delle organizzazioni deputate al controllo e a fare rispettare le regole. Loro, dagli stomaci famelici e senza fondo, con la botte piena e la moglie ubriaca e puttana – quelli concussi e collusi con la politica, con i banchieri e la criminalità organizzata - quelli che delocalizzano le fabbriche nei paesi poveri per sfruttare e schiavizzare una manovalanza di indigenti alla canna del gas - quelli con i capitali occultati nei paradisi fiscali che festeggiano a mignotte e cocaina alla faccia nostra.
Sono loro i responsabili della crescente disoccupazione e precarietà e della deriva etica, morale e culturale di questo paese! Loro, la peggiore razza che abbia mai calpestato il suolo terrestre.    
E noi dovremmo pagare una tassa su qualcosa che non abbiamo mai prodotto, ne commercializzato e ne propagandato??? Siamo ritenuti colpevoli per avere consumato e pertanto, costretti a pagare il prezzo per un tale “crimine”, mentre loro, i Grandi Spacciatori di monnezza, godono di un’impunità totale.  
 
Vi siete mai chiesti, per quale empirico motivo e singolare logica, ci viene addebitato l’onere relativo alla tassa sulla spazzatura! La risposta va ricercata nella nostra stupidità: nella supina accettazione di norme e regole imposte ad hoc (a fine di estorsivo), e in una vile e totale sudditanza verso il Sistema Potere.

Siamo stati raggirati per decenni e, come nel gioco delle tre carte, ci hanno fatto credere di essere gli autori di una tale sciagura, e colpevolizzato dei disastri biblici, che la stessa ha causato, causa e che, in futuro, provocherà.
E’ arrivato il momento che i consumatori aprano gli occhi e inseriscano il cervello, per dare a Cesare le responsabilità di Cesare.
Alla luce della verità, è l’industria (Cesare), e non noi, a doversi accollare tutti costi, relativi alla produzione dei rifiuti e del loro smaltimento! Non puoi “buttare il sasso e nascondere la mano!” Tu li produci e tu li smaltisci; diversamente, ti adegui e non li produci!
Assolvere l’industria (sempre e in ogni caso), esimendola ed escludendola a priori, da ogni addebito, perché presupposto di sviluppo, occupazione e di benessere (quale!!!), è il più infame atto di ingiustizia, di ipocrisia e di raggiro sociale del quale, un paese che si definisce civile, si possa macchiare.

E’ triste e penoso il fatto che il consumatore accetti, senza obiettare, il pagamento dell’onere, relativo alla tassa sulla “monnezza”, ritenendolo giustificato e doveroso.
Questa, è una dimostrazione di illusionismo applicato alla realtà, indotto dal Sistema, che gioca sulla percezione falsata che ha il consumatore, di ritenersi responsabile (in prima persona), del problema dei rifiuti, per avere “impunemente” soddisfatto il suo bisogno di acquisto e le sue necessità. Il contenitore che, in seguito, trasfigurerà la sua originale funzione in quella di rifiuto, é il paradigma della colpa e, l’onere di pagarne lo smaltimento, interviene nel consumatore, come elemento di espiazione catartica. Un bel giochino davvero!!!

Questa idea che induce a ritenerci i diretti responsabili del rifiuto (involucro, contenitore o imballaggio che sia) per il solo fatto di avere acquistato il bene, non sta in piedi. E’ solo un ignobile trucco, per allocchi! Tutta questa immondizia che sta soffocando le nostre vite è, di gran lunga, più pericolosa e micidiale di qualsiasi altra droga!
Se vogliamo combattere il consumo di sostanze stupefacenti, dobbiamo risalire alla fonte, arrestare lo spacciatore, poiché se ci limitiamo a penalizzare il consumatore, il problema rimarrà tale. Così l’industria, come lo spacciatore, non può esimersi dalle sue colpe accusando e puntando il dito contro il consumatore, per avere soddisfatto la sua necessità!  
I cittadini, di fatto, non sono che le ignare vittime di un grande imbroglio pianificato a tavolino dai soliti quattro papponi, ingordi e disonorati che, ancora una volta, addossano alla cittadinanza i costi derivanti dalle loro turpitudini. Della spazzatura, si deve fare carico chi la produce e non il cliente/consumatore che acquista il bene! E su questo, non si discute.

Definire un’emergenza, la questione dei rifiuti, è un’infantile sottovalutazione del problema. In verità, siamo di fronte a una vera e propria calamità. Per tanto, tale contingenza va risolta alla radice. Raccolta differenziata, discariche, inceneritori, bonifica ed altro, non sono che palliativi di facciata, deputati a nascondere la polvere sotto il tappeto. Ma il problema, presto o tardi, tornerà a mostrarsi in tutta la sua gravità e drammaticità.
L’industria, si deve attenere a tre regole fondamentali e ineludibili, che rientrano nelle logiche di un mercato etico e responsabile:

a) Concepire e realizzare contenitori biodegradabili.

b) Farsi carico, diversamente, dei costi relativi alla loro produzione e conseguente smaltimento.

c) Assumersi l’onere concernente la realizzazione di Inceneritori, discariche, trasporto dei rifiuti, bonifica del territorio e di tutto l’indotto.

Ergo, ci siamo rotti i coglioni di essere trattati alla pari di “bestie ammaestrate” e annuire ad ogni ordine del padrone! Tu li produci e tu li smaltisci; altrimenti, o ti adegui o chiudi bottega!

Gianni  Tirelli

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