L’INDUSTRIA: IL GRANDE SPACCIATORE DI
MONNEZZA di G. Tirelli
Questa gang di parassiti e filibustieri,
non solo hanno fatto scempio dell’ambiente e messo a repentaglio la salute dei
cittadini riversando il loro sterco industriale (scorie tossiche e rifiuti
speciali) sul territorio e nelle acque, ma si esimono da ogni addebito,
relativo allo smaltimento e alla bonifica, imponendo a noi il gravoso onere
della “tassa sulla spazzatura.
Una pretesa a dir poco sconcertante priva
di alcun fondamento e logica motivazione! Sarebbe come se la comunità esigesse
dall’industria il pagamento dell’ICI sulla casa!
Noi, non siamo altro che dei semplici
“consumatori” (clienti) ma gli “spacciatori”, sono loro: Industriali e
imprenditori! Loro che producono tutta questa montagna merda infetta con il
beneplacito delle istituzioni e delle organizzazioni deputate al controllo e a
fare rispettare le regole. Loro, dagli stomaci famelici e senza fondo, con la
botte piena e la moglie ubriaca e puttana – quelli concussi e collusi con la
politica, con i banchieri e la criminalità organizzata - quelli che
delocalizzano le fabbriche nei paesi poveri per sfruttare e schiavizzare una
manovalanza di indigenti alla canna del gas - quelli con i capitali occultati
nei paradisi fiscali che festeggiano a mignotte e cocaina alla faccia nostra.
Sono loro i responsabili della crescente
disoccupazione e precarietà e della deriva etica, morale e culturale di questo
paese! Loro, la peggiore razza che abbia mai calpestato il suolo
terrestre.
E noi dovremmo pagare una tassa su qualcosa
che non abbiamo mai prodotto, ne commercializzato e ne propagandato??? Siamo
ritenuti colpevoli per avere consumato e pertanto, costretti a pagare il prezzo
per un tale “crimine”, mentre loro, i Grandi Spacciatori di monnezza, godono di
un’impunità totale.
Vi siete mai chiesti, per quale empirico
motivo e singolare logica, ci viene addebitato l’onere relativo alla tassa
sulla spazzatura! La risposta va ricercata nella nostra stupidità: nella supina
accettazione di norme e regole imposte ad hoc (a fine di estorsivo), e in una
vile e totale sudditanza verso il Sistema Potere.
Siamo stati raggirati per decenni e, come
nel gioco delle tre carte, ci hanno fatto credere di essere gli autori di una
tale sciagura, e colpevolizzato dei disastri biblici, che la stessa ha causato,
causa e che, in futuro, provocherà.
E’ arrivato il momento che i consumatori
aprano gli occhi e inseriscano il cervello, per dare a Cesare le responsabilità
di Cesare.
Alla luce della verità, è l’industria (Cesare),
e non noi, a doversi accollare tutti costi, relativi alla produzione dei
rifiuti e del loro smaltimento! Non puoi “buttare il sasso e nascondere la
mano!” Tu li produci e tu li smaltisci; diversamente, ti adegui e non li
produci!
Assolvere l’industria (sempre e in ogni
caso), esimendola ed escludendola a priori, da ogni addebito, perché
presupposto di sviluppo, occupazione e di benessere (quale!!!), è il più infame
atto di ingiustizia, di ipocrisia e di raggiro sociale del quale, un paese che
si definisce civile, si possa macchiare.
E’ triste e penoso il fatto che il
consumatore accetti, senza obiettare, il pagamento dell’onere, relativo alla
tassa sulla “monnezza”, ritenendolo giustificato e doveroso.
Questa, è una dimostrazione di illusionismo
applicato alla realtà, indotto dal Sistema, che gioca sulla percezione falsata
che ha il consumatore, di ritenersi responsabile (in prima persona), del
problema dei rifiuti, per avere “impunemente” soddisfatto il suo bisogno di
acquisto e le sue necessità. Il contenitore che, in seguito, trasfigurerà la
sua originale funzione in quella di rifiuto, é il paradigma della colpa e,
l’onere di pagarne lo smaltimento, interviene nel consumatore, come elemento di
espiazione catartica. Un bel giochino davvero!!!
Questa idea che induce a ritenerci i
diretti responsabili del rifiuto (involucro, contenitore o imballaggio che sia)
per il solo fatto di avere acquistato il bene, non sta in piedi. E’ solo un
ignobile trucco, per allocchi! Tutta questa immondizia che sta soffocando le
nostre vite è, di gran lunga, più pericolosa e micidiale di qualsiasi altra
droga!
Se vogliamo combattere il consumo di
sostanze stupefacenti, dobbiamo risalire alla fonte, arrestare lo spacciatore,
poiché se ci limitiamo a penalizzare il consumatore, il problema rimarrà tale.
Così l’industria, come lo spacciatore, non può esimersi dalle sue colpe
accusando e puntando il dito contro il consumatore, per avere soddisfatto la
sua necessità!
I cittadini, di fatto, non sono che le
ignare vittime di un grande imbroglio pianificato a tavolino dai soliti quattro
papponi, ingordi e disonorati che, ancora una volta, addossano alla
cittadinanza i costi derivanti dalle loro turpitudini. Della spazzatura, si
deve fare carico chi la produce e non il cliente/consumatore che acquista il
bene! E su questo, non si discute.
Definire un’emergenza, la questione dei
rifiuti, è un’infantile sottovalutazione del problema. In verità, siamo di
fronte a una vera e propria calamità. Per tanto, tale contingenza va risolta alla
radice. Raccolta differenziata, discariche, inceneritori, bonifica ed altro,
non sono che palliativi di facciata, deputati a nascondere la polvere sotto il
tappeto. Ma il problema, presto o tardi, tornerà a mostrarsi in tutta la sua
gravità e drammaticità.
L’industria, si deve attenere a tre regole
fondamentali e ineludibili, che rientrano nelle logiche di un mercato etico e
responsabile:
a) Concepire e realizzare contenitori
biodegradabili.
b) Farsi carico, diversamente, dei costi
relativi alla loro produzione e conseguente smaltimento.
c) Assumersi l’onere concernente la
realizzazione di Inceneritori, discariche, trasporto dei rifiuti, bonifica del
territorio e di tutto l’indotto.
Ergo, ci siamo rotti i coglioni di essere
trattati alla pari di “bestie ammaestrate” e annuire ad ogni ordine del
padrone! Tu li produci e tu li smaltisci; altrimenti, o ti adegui o chiudi
bottega!
Gianni Tirelli
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