martedì 6 marzo 2012

POLITICA E CRIMINALITA’ COMPAGNI DI MERENDE di G.Tirelli


POLITICA E CRIMINALITA’
 COMPAGNI DI MERENDE di G.Tirelli
Diversamente dagli altri mestieri e in netta antitesi con le arti, a spingere oggi, una persona ad entrare in politica, non è la passione (vocazione) o l’impulso volto al bene comune, ma i vantaggi e i privilegi derivanti dal potere. Come é pensabile che questa gente, che rappresenta la parte più marcia della società, possa fare gli interessi dei cittadini? Se la politica portasse reali vantaggi alla comunità, di fatto non esisterebbe.
La politica ha cessato di esistere da parecchio tempo, surclassata dalla holding del potere “Economico Criminale Confessionale”, con il quale spartisce privilegi, profitti e perversioni, in una sorta di moderno sincretismo dai tratti mefistofelici e necrofili.
Questa brutta cricca di nuovi politici, condivide con la criminalità organizzata parecchie affinità, anche se la pratica a delinquere è diversa e ben celata dietro ambigui e ingannevoli travestimenti di facciata.
Entrambi (politici e mafiosi) si dichiarano cattolici professanti. All’interno del loro portafogli, e bene in vista, appese alle pareti di sontuosi uffici, possiamo trovare immagini di santi, martiri e papi, nella nuova veste di feticci contro il malocchio e la sfortuna, o di celesti giudici compiacenti e conniventi, volti a perdonare menzogne, ipocrisie e illegalità.
Questi individui cercano nel potere la risposta alla loro invalidità esistenziale e culturale, risultato di frustrazioni, complessi di inferiorità e totale mancanza di autostima. Un narcisismo psicotico connaturato e un persistente disagio mentale, li esonera dalla capacità di provare dei veri sentimenti, siano essi, relativi al concetto di pietà, di perdono, di amore e di comprensione. La stessa gioia, é vissuta come uno stato di isterica euforia, che notte tempo, prende le sembianze della malinconia, per degenerare poi in depressione e attacchi di panico. Per questo motivo, il potere, come una droga (e più precisamente come l’eroina), crea in questi particolari individui, assuefazione e dipendenza, costringendoli all’assunzione di dosi sempre più massicce di potere. Al sicuro, dietro lo scudo del privilegio e dell’immunità, lanciano strali e sfogano la loro rabbia. Le loro parole sono intrise di arroganza, volte ad intimidire, e a minacciare ritorsioni. In realtà hanno un’indole serva e servile e sono privi della più remota, forma di coraggio, mancanza di volontà e consapevolezza. Per tali motivi, sono nell’impossibilità di sopportare e controllare il dolore, ritenendolo una vera e propria sciagura; un castigo divino, gratuito e immeritato che consegue ad alimentare la loro anima, di astio, odio e rancore.
Un altro dato caratteriale che li contraddistingue e, per le affinità, li accomuna, alla criminalità organizzata, è l’omertà. Come all’interno di un clan mafioso, sono soggetti ad un codice d’onore che devono applicare alla lettera, pena l’estromissione e un totale isolamento. Hanno la predisposizione genetica a negare l’evidenza dei fatti e, trattano la menzogna, come una regola relazionale.
Il potere, assimilato come cura psichiatrica, in seguito, degenera in una vera e propria patologia; un micidiale psicofarmaco dagli effetti collaterali devastanti, come stati di dissociazione, schizofrenia e mania suicida. Tutto questo, chiaramente, si riflette sul paese civile, dove la parte marcia della società si allinea al potere, emulandone i comportamenti e aggravando così la condizione generale, mentre, all’altra, non resta che subire le umilianti invettive di una politica, genuflessa anima e corpo, alla mercificazione della dignità e della morale.
Oggi, il nostro paese, è rappresentato da una inedita Gang del malaffare che da tempo ha trasformato il parlamento in una società a delinquere, mortificando la sacralità del parlamento, trasformandolo in un distributore di privilegi, di impunità e cassaforte di profitti. Esseri rivoltanti sia sul piano morale come estetico che hanno improntato la loro vita e carriera, alla soddisfazione di vizi e perversioni, frustrazione e desideri repressi.
Ne dovrà fare di strada la criminalità, per raggiungere i livelli di perversione della politica nostrana!!
Gianni Tirelli


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