pubblica Marco Ferrando -ore 11.29 ·
ta daIl Partito Democratico è non solo il principale sostegno del governo Monti, ma anche il principale sponsorizzatore del progetto Tav. Non a caso tutto il gruppo dirigente del PD, da Veltroni a Bersani sino a Fassina, si è affrettato in queste ore drammatiche a “garantire” pieno appoggio alla continuità dei lavori in Val di Susa. Per non parlare del sindaco Fassino che ha sempre invocato in prima fila una presenza militare in valle. E' naturale: un partito che si candida a governare per conto dei poteri forti deve mostrarsi loro affidabile. E quale migliore prova di affidabilità che sostenere un business colossale come la Tav persino nel momento in cui si lastrica di sangue? Un serio partito borghese come il PD non può lasciar spazio a sentimenti emotivi e neppure a semplici calcoli elettorali. La ragione d'impresa è la sua unica ragione fondante. Punto.
Ma Vendola e Ferrero come fanno a continuare in tutta Italia, come se nulla fosse, a ricercare e praticare l'alleanza col PD? Come fanno a sostenere la campagna No Tav e allearsi al tempo stesso coi suoi massacratori? Come fanno a sedere nelle stesse giunte con un partito di polizia, e a coalizzarsi con questo per le prossime elezioni, amministrative e nazionali? Dopo aver votato col PD persino la guerra in Afghanistan, volete allearvi col PD della guerra in Val di Susa?
Non si può sempre stare coi piedi in tutte le scarpe: o di qua o di là. SEL e FDS rompano col PD, ovunque. E costruiamo insieme, nelle lotte, un fronte unico d'azione delle sinistre in alternativa a tutti i partiti filo Monti e pro Tav. Se non ora quando?
DALLA MANIFESTAZIONE DI REGGIO CALABRIA: L’IMPEGNO PER COSTRUIRE IL FRONTE UNICO CONTRO LA CRISI
pubblicata da Marco Ferrando - Pagina Ufficiale il giorno venerdì 2 marzo 2012 alle ore 11.29 ·
Sabato 25 febbraio si è svolta a Reggio Calabria,con la partecipazione di centinaia di lavoratori e di giovani,una manifestazione per l’annullamento del debito pubblico e la cacciata del governo Monti.
L’iniziativa,promossa dalla sezione reggina del PCL, è stata preceduta da una fase preparatoria che è riuscita a coinvolgere attivamente forze significative come la FIOM provinciale,il Centro Sociale Cartella,il collettivo degli studenti universitari,l’UDS.
Altri soggetti pur continuamente sollecitati a partecipare all’iniziativa come la CGIL,il PRC,il PdCI,hanno preferito defilarsi scegliendo la strada del disimpegno e del silenzio.
Oltre alla necessità di rispondere a dinamiche di tipo nazionale,alla politica di Monti,al movimento dei forconi e alla sua potenzialità reazionaria e a quella di collegarsi ai primi momenti di opposizione(sciopero dei sindacati,manifestazione FIOM,iniziative del movimento NO DEBITO,mobilitazione dei NO TAV). La giornata del 25 ha avuto una significativa valenza regionale e cittadina. In piazza la protesta era infatti anche contro il degrado della Calabria soggiogata da una giunta attenzionata e inquisita dalla magistratura,responsabile dello sfascio di servizi essenziali come la sanità. La protesta era anche contro il “modello Reggio” e gli sprechi che hanno portato alla tragica morte della dirigente comunale Orsola Fallara,contro un consiglio comunale e un sindaco eletti tra mille ombre inquietanti,contro le commistioni mafiose,contro l’arroganza bonapartista che ha prodotto un regolamento comunale che ha impedito il volantinaggio per la stessa manifestazione del 25 febbraio in quanto non “autorizzato dal sindaco”.
La protesta era anche contro un’opposizione che in consiglio comunale è inerte e paralizzata,lacerata da faide di cordate e conventicole. Ma la protesta era anche contro il lavoro nero,il licenziamento di massa di centinaia di precari delle scuole,l’attacco all’occupazione in alcuni punti chiave, come l’Ansaldo Breda,la catena di distribuzione commerciale GDM,il porto di Gioia Tauro,contro la minaccia costituita dalla soppressione dell’articolo 18,contro la condizione disperata di centinaia di migliaia di giovani,la privatizzazione del sistema formativo,l’edilizia scolastica con le scuole che cadono a pezzi non appena consegnata all’Amministrazione Provinciale,contro il degrado dell’ambiente e del territorio.
Questa piazza rappresenta il punto da cui ripartire potenziando l’unità di lotta che le animava,chiamando più forze,ponendola come un esempio da generalizzare in Calabria e in Italia. Le burocrazie sindacali e la sinistra radicale sono state vergognosamente assenti da questa giornata di lotta.
Il PCL proseguirà nella sua instancabile offensiva unitaria a partire dall’esigenza di portare a Roma nella manifestazione della FIOM gli stessi contenuti radicali del 25 febbraio e ponendo esplicitamente e direttamente alla CGIL l’obbligo di sostenere non letterariamente i lavoratori metalmeccanici.
Il PCL si rende promotore della costituzione di una rete permanente contro la crisi caratterizzandosi come forza politica che nella ricerca della massima unità anticapitalistica,ricerca tanto più forte e convinta in un Meridione devastato,pone,unico partito della sinistra,l’unica prospettiva concretamente alternativa. Il PCL vuole la costruzione di una vertenza prolungata contro il governo delle banche e chiede la cacciata del governo Monti,con il ricambio rivoluzionario costituito da un governo dei lavoratori. È questo il senso politico del 25 febbraio,tutto il PCL lo deve riprendere e generalizzare in maniera convinta. L’interesse con il quale la piazza ha seguito gli interventi dei compagni Pino Siclari e Marco Ferrando conferma gli enormi spazi e le domande politiche che oggi sono rivolte al PCL.
Reggio Calabria 29-02-2012
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