martedì 10 aprile 2012

IL PAESE CHE NON C’E’ di G. Tirelli



IL PAESE CHE NON C’E’  di G. Tirelli

Ci vuole uno stato, grande o piccolo che sia, che faccia da apripista. Un paese fra tutti che, per primo, si attivi in un’opera di riconversione radicale del Sistema in forma pragmatica e semplificativa, e che sia da esempio per gli altri. Un paese illuminato che ha preso coscienza della drammatica situazione mondiale preda di un liberismo selvaggio e senza regole, che  ci sta traghettando dentro il periodo più buio dell’umanità. Un paese che riduca all’essenziale ogni forma di importazione ed esportazione, di approvvigionamento energetico prodotto da combustibili fossili, che smantelli ogni fabbrica, ogni agglomerato e insediamento industriale, degassificatore e inceneritore, centrale nucleare e a carbone – che debelli ogni forma di condizionamento mediatico, di consorteria e corporazione, speculazione finanziaria e multinazionale. Un paese autonomo, indipendente e autosufficiente, che in tutta libertà ne decida le priorità sociali, i bisogni e le necessità primarie della popolazione. Un paese che guardi alla salute e alla felicità dei suoi cittadini come condizione senza la quale, nessuna società può ritenersi tale, ne tanto meno civile. Un paese che consideri Aria, Acqua e Terra, quei supremi e impagabili doni che dall’origine ci sono stadi dispensati da quel Soffio trascendente che ha dato vita ad ogni cosa. Loro, la sola fonte di sostentamento e di vera salvezza e che la modernità canaglia ha contaminato, profanato e reso sterili. Un paese pulito, nel corpo e nell’anima, bonificato da ogni rifiuto e scoria e dove la bellezza e la spiritualità sventolano come bandiere, al sole di una nuova rinascita. Un paese libero da ogni superstizione, ma colmo di fede e di speranze – mondato da ogni conformismo, relativismo ed egoismo, e inebriato di spiritualità e passione, di creatività e genio, dove  odori, sapori e colori, della nostra anima e come germogli  anelano al futuro.

Nel preciso momento in cui, l’individuo libero del passato, ha perduto la sua autonomia, autosufficienza e indipendenza materiale, consegnandosi spontaneamente, nelle mani del Sistema Bestia, ha tradotto e trasformato la sua esistenza nella peggiore delle schiavitù: “la dipendenza dal bisogno”.
Abbiamo perduto la primordiale forza di volontà e lo spirito di sacrificio. Il nostro di livello di sopportazione del dolore si è estinto e con lui, ogni capacità di adattamento, un valore che, fin dall’alba dei tempi, aveva caratterizzato e contraddistinto la natura umana e animale.
Siamo un branco di asini e di ignoranti, privi e privati del più remoto barlume di vera cultura, vera conoscenza e sana tradizione. Sappiamo tutto di ogni cosa (inutile, effimera e invalidante) ma, di ciò che veramente serve ad un uomo, vaghiamo come ombre dentro buio più totale!! Per questo, siamo costretti ad avvalerci sempre di terzi, che risolvano (alla bene meglio) i nostri problemi quotidiani, che siano pratici, psicologici ed esistenziale. E’ in questo modo che buttiamo via i nostri soldi e i risparmi di una vita per assicurare i vitalizi di questo branco di vampiri.

Che cosa racconteremo ai nostri figli e nipoti, della nostra codardia? Come giustificheremo il nostro immobilismo e l’ipocrisia dei nostri atti?

Il Sistema Bestia, già da tempo, ha programmato un piano di sterminio globale, per contrastare le inevitabili rivoluzioni e sommosse che si accenderanno su tutto il pianeta, per via dell’acqua, dell’energia e della cibo. Per questo, il Sistema, non va combattuto, ma isolato in attesa che si spenga per inedia. Dobbiamo dunque aiutarlo a morire, in una sorta di benevola e cristiana eutanasia, recidendo di netto i suoi canali di alimentazione.
E’ tempo di alzare il culo dal divano delle libertà e impugnare la zappa per produrre vera energia!!
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia immaginare!! Il Sistema politico, economico e mediatico è sul punto di collassare e se ci troveremo impreparati ad affrontare gli eventi, le possibilità di sopravvivere, sono quasi nulle.
Tornare al passato, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema Liberista Relativista, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici.


“Fermate dunque tutte queste maledette macchine, rumore di ferraglie e stridere di ruote ferrate!! Voglio ascoltare il silenzio del mondo e il bisbiglio della pace. Spegnete tutte queste luci e luminarie e accendete lampade ad olio e candele. Voglio guardare le stelle del passato! Lasciate che le vostre parole si dissolvano nell’aria, si perdano fra la schiuma del torrente e brucino all’inferno. Aprite piuttosto il vostro cuore all’immensità del cielo, e respirate, e respirate la magia che scorre fra il batter d’ali delle rondini e il garrito dei piccoli che hanno fame – dei piccoli che hanno sete – che chiedono amore”.
         
Gianni Tirelli



commenti:

  1. Hello, I am a new follower(71). Thank you for stopping by! I hope your day is a good one and that you will come back again soon. Greetings from Rio de Janeiro/Brasil!

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