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PSICOANALISI MA AGRICOLTURA di G. Tirelli
Solo
il lavoro della terra e la tradizione, possono soddisfare i bisogni dell’uomo.
Vino, folclore, sogni e magia, le passioni. Oggi, la totale omologazione delle
azioni, dei pensieri e delle cose, ha eluso qualsiasi forma di confronto e di
scambio, svuotando l’uomo del suo spirito divino e quindi, della morale e
dell’etica. L’intraprendenza emotiva e primordiale dell’individuo “mobile” -
motore di cultura e di conoscenza
- è stata cancellata per sempre dallo strapotere dell’ignoranza e della
menzogna imperante; alle emozioni si sono sostituiti i numeri, e alle
atmosfere, le immagini.
L’uomo
“immobile” del nostro tempo, defraudato di ogni reale parametro, sociale,
religioso e politico, cerca, nell’introspezione, la fuga e la soluzione al suo
cronico disagio esistenziale, acuendolo ulteriormente.
Un
tale e così insopportabile dolore, costringe l’uomo, a dovere decidere tra due
sole possibilità;
a)
Accettare integralmente il Sistema Potere, le sue logiche e il suo fine,
diventandone parte attiva e produttiva. In questo modo, la vittima, cerca e
trova consolazione fra le braccia del suo carnefice che, in cambio, pretende ed
ottiene la sua totale sottomissione.
b)
Il suicidio.
Una
terza remota ipotesi, risiede nella possibilità che il proletariato riprenda in
mano la propria autonomia di classe e conduca una lotta, colpo su colpo, volta
a distruggere fin dalle fondamenta, il Sistema Stato e la borghesia.
Gianni
Tirelli
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