lunedì 30 luglio 2012

LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 29 – LE PROVE PRIMA DEL DEBUTTO!


LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 29 – LE PROVE PRIMA DEL DEBUTTO!

La grande depressione del 29 non è stata altro che un tiepido avvertimento, un monito verso un Sistema che stava prendendo una brutta piega. Le prove prima del debutto!
Un Sistema che si credeva miracoloso e miracolato, i fondamentali del quale basavano la loro esistenza sul profitto dei soliti quattro stronzi, e sull’investimento massiccio dell’ignoranza, dell’ingenuità e della buona fede delle persone.

Nel 1929, la gran parte della popolazione viveva nelle campagne, e in maniera del tutto autonoma. Per questo motivo, la grande crisi colpì un numero limitato di individui - i soliti boccaloni metropolitani di sempre che, già allora, vedevano nel nuovo mondo la soluzione di ogni problema.
Oggi, in maniera diametralmente opposta da quel periodo, ogni singolo individuo del mondo occidentale, dipende in toto dal sistema stesso, e ha perso in modo definitivo ed assoluto ogni forma di autosufficienza. Se il Sistema va in crisi, ogni singola tessera del sistema va in crisi, con nessuna possibilità di un’alternativa individuale.
È come una enorme roulette, dove tutti puntano tutto sul rosso.
In verità, il Sistema Liberista Relativista, è molto più simile ad un gioco d’azzardo; e non voglio dilungarmi parlando delle sue infinite controindicazioni, anche quando si ha l’illusoria sensazione che la pallina stia cominciando a girare.

La recessione è un momento di stagnazione, più o meno lungo, dell’economia in genere, e dei consumi in modo particolare. Se non consumi per mancanza di soldi, le aziende producono meno, e gli operai restano a casa.
Nel 29 c’era ancora tutto da produrre; eravamo solo all’inizio.
Oggi siamo alla totale saturazione. Le nostre case, i nostri solai, cantine, armadi, armadietti, discariche, cassonetti ed ogni spazio possibile, che siano mari, fiumi, laghi, ecc. straripano di ogni inutile e diabolica merda industriale, soffocando i nostri sogni e bruciando i cervelli dei nostri inconsapevoli ragazzi.
Che cazzo vuoi ancora produrre? Quale altro nuovo tumore?

Così, per gli stessi motivi e con gli stessi strumenti, attraverso i quali, il Sistema Liberista Relativista si é imposto e insediato, così si spegnerà.
Quando questo accadrà, i territori industrializzati, che hanno fatto del progresso tecnologico, la loro bandiera (noncuranti delle conseguenze e controindicazioni di una tale scelta insensata), pagheranno il prezzo della loro ignoranza e stupidità.
Gli individui ancora integri, non contaminati (per ragioni di circostanze e di opportunità), diversamente, approfitteranno della loro condizione (un tempo derisa e vilipesa) per mettere a frutto la loro conoscenza, terreno di cultura di una nuova rinascita.

Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata.
Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare.
L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità del ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario, dalla consapevolezza e ragionevolezza.
Quando, oggi, sento ancora parlare di sviluppo e crescita, come i soli strumenti idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le conquiste di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità.

Quella di oggi non è una recessione, ma solo l’inizio della fine del Sistema, che non ha tenuto conto dell’uomo in quanto tale, e della sua spiritualità, ma ha perseverato in maniera codarda e blasfema, in un atteggiamento di sfida e di provocazione, di violazione e profanazione, contro le logiche, le regole e i meccanismi eterni di un disegno assodato dall’alba dei tempi.
Scappare e pregare è tutto ciò che ci resta. Io ringrazio il cielo che sia finalmente giunto il momento della resa dei conti, e lo imploro perché tutto, abbia fine nel tempo più breve. Che lui abbia pietà di noi!

Gianni Tirelli

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