martedì 4 settembre 2012

QUESTA DISPUTA FRA ERBIVORI E CARNIVORI – L’ENNESIMA SCENEGGIATA BASATA SUL NULLA


QUESTA DISPUTA FRA ERBIVORI E CARNIVORI – L’ENNESIMA SCENEGGIATA BASATA SUL NULLA

La vita, in ogni sua forma, che sia animale, vegetale, umana, sensoriale, metafisica, trascendente e spirituale, altro non è che la sublimazione del respiro del Nulla e per tanto, non esiste una scala di valori che discrimini l’una dalle altre. Sono tutte sullo stesso piano! Ma questo sta alla capacità individuale di ognuno, di sapere cogliere con animo libero il senso stesso della vita e le sue ragioni. 

Oggi, che siano prodotti di origine animale piuttosto che vegetale, sono tutti quanti il risultato di una alchimia necrofilo/industriale che li ha sterilizzati di ogni processo naturale e di spiritualità attiva. Ridicolo dunque evincerne la qualità, i principi nutritivi e le proprietà, dalle suggestioni di una etichetta ad hoc, se in noi  si é estinta la capacità (in assenza di reali parametri di riferimento) di discernere il buono dal cattivo, il bene dal male e i sogni dagli incubi.
Loro (i geniali produttori e distributori di queste diavolerie) contano sulla nostra ignoranza e incapacità di giudizio critico. A meno che non siamo noi stessi (come il sottoscritto) ad allevarli e produrli in un luogo non ancora contaminato ma pullulante di spiriti della terra in buona salute!!
Tutto il resto, "mangio o non mangio carne, sono vegano, fruttariano od onnivoro", non sono che le retoriche congetture attinte da una informazione epurata da ogni concetto basilare di autentica conoscenza. Un branco di pecore che sempre di più pascolano belanti dentro la grande ragnatela globale della mistificazione e dell’imbecillità umana!!
Quando poi ascolto affermazioni del tipo "i vegetali non hanno un sistema nervoso" mi viene da sorridere!! Non hanno il nostro, ma hanno il loro! La scienza moderna: che grande puttanata!! Sono questi i parametri di giudizio per decidere di sacrificare o meno una forma di vita ai bisogni del nostro stomaco e alla sopravvivenza? Come per tutte le cose, che fa la differenza è sempre il buon senso, che si ricava dall’esperienza diretta (sul campo) e che in seguito si traduce il logica istintuale!
Le piante soffrono, gioiscono, pensano e muoiono (e per tanto provano sentimenti) come qualsiasi altra forma di vita. Questo non le fa diverse da alcun altro soggetto vivente che sia di forma o di sostanza difforme da un altro ! Ergo, lo stesso rispetto è dovuto ad entrambi.
Fino a quando non saremo in grado di usare il nostro cervello in maniera produttiva e imparziale, liberandolo da ogni condizionamento, pregiudizio e lavaggio, privilegiando il primordiale istinto e le nostre intuizioni, avremo perso l'occasione di ritenerci vivi e liberi!!
Escludendo gli individui realmente consapevoli, intellettualmente onesti, possiamo senza ombra di dubbio affermare che, come tante altre cose del genere, questa disputa fra “erbivori e carnivori” è l’ennesima sceneggiata mediatica basata sul nulla.
La solita bagarre fra “non vedenti” che si basa sull’approssimazione e che attinge le sue ragioni e i motivi, dal vuoto culturale ed esistenziale dell’individuo contemporaneo.

L’intento ad informare dei moderni mezzi di comunicazione, non è dettato dal sentimento cristiano e compassionevole al fine di rendere la verità fruibile a tutti, spinti da un sentimento incontenibile di amore per le masse! Questa è un’assurdità - una menzogna megagalattica che fa presa sull’ingenuità e sull’istinto a banalizzare, sull’onda di un’infantile credulità e dell’effetto a stupire. Una conclusione empirica che fa a pugni con ogni tangibile e oggettivo dato della realtà presente.   

Il fatto che io, da tempo, abbia ridotto al minimo il consumo di carne per incrementare ulteriormente quello di frutta e verdure, non è relativo ad una scelta etica o ad una particolare filosofia di vita (pur lecita che sia), ma va ascritto ad un concetto di ragionevolezza consapevole che mi impedisce di nutrirmi di quei prodotti a cui è stata sottratta la felicità e l’armonia. Una clonazione a catena di beni che, dell’originale conservano in parte solo l’aspetto esteriore, ma che nella sostanza sono più simili a bombe ad orologeria che presto esploderanno all’interno del nostro corpo con gli immaginabili effetti del caso. E i risultati si vedono tutti!!! Si può accettare la morte, solo se si è felici!

Del resto concordo in toto con i vegetariani, ma per motivi diversi e di opportunità.
La mattanza va comunque fermata e, riconvertite, le abitudini malsane di quel branco di assetati di sangue che concorrono a causare una tale carneficina.
Io sono nato in cascina, quando i polli razzolavano sull’aia beccando i vermi dalla terra, fra, oche, anatre, cani, maiali, conigli e gatti. Oggi trascorrono una vita apparente dietro le sbarre fredde e angoscianti di un loculo metallico, beccando pattume industriale alla luce accecante di una lampada alogena. E questo fa la differenza!
Per tanto auspico un ritorno alla terra, dove ognuno, ogni famiglia, ogni tribù, in ragioni della propria cultura e tradizione,  possa decidere liberamente fuori da ogni altra interferenza esterna e condizionamento mediatico.
Pensare di essere liberi e di potere fare la scelta giusta, in un mondo omologato e disseminato di cose sbagliate, è solo un’utopia.  Radicalizzare poi i nostri comportamenti a tal punto da non ammettere ogni altra alternativa o personalizzazione, non può produrre che scontro e incomunicabilità. Onore dunque ai vegetariani e ai vegani, ma senza demonizzare chi, per ragioni diverse o abitudini, va in altra direzione.

Gianni Tirelli

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