giovedì 29 novembre 2012

IL SISTEMA CAPITAL LIBERISTA: UN PROCESSO NECROFILO AL TERMINE DELLA SUA DEGENERAZIONE.


IL SISTEMA CAPITAL LIBERISTA: UN PROCESSO NECROFILO AL TERMINE DELLA SUA DEGENERAZIONE.

“Lo squilibrio di vivere, è il prezzo di chi ha perso la consapevolezza di se e del mondo”.

Destra e sinistra, crescita, sviluppo, ricerca, ripresa, innovazione, concorrenza, equità, libertà e occupazione - sono le parole vuote di quell’eterno ritornello dissonante e fastidioso che ci sta perseguitando da decenni, senza produrre un ben che minimo vantaggio sociale, e risultato materiale. Ben altri oggi sono i problemi, le priorità e le emergenze.

Stamane, vista la splendida giornata, ho rinunciato a ogni altro impegno per concedermi una salutare passeggiata sulla spiaggia e approfittare di quel sole meraviglioso per riscaldare il mio cuore.
Ma presto l’incantesimo si è rotto, quando l’immacolato azzurro si é trasformato in un denso reticolo di scie chimiche, dando origine a strane nuvole che mi ricordavano la radiografia perfetta di un tumore ai polmoni in metastasi.
Quali politiche industriali, quale occupazione, quale progresso, se poi la qualità della nostra vita e la salute, sono sistematicamente e metodicamente bombardate da ogni nuova diavoleria scientifica e tecnologica, al punto da azzerare il più remoto barlume di autentica felicità? E quale lavoro, se poi il prezzo da pagare è la morte per contaminazione, indotta dalle polveri rosa e d’amianto prodotte dall’Ilva di Taranto e migliaia di altre sorelle, disseminate a grappolo su tutto il territorio ?       
Il problema vero, prioritario e, ineludibile, va ricondotto al DISASTRO AMBIENTALE, indotto da quel progetto di distruzione pianificato dal Sistema; e oggi accantonato e oscurato dalla crisi economica, dalla finanza, dalle banche, dalla disoccupazione e da ipotetici complotti mondiali.
Se non ne comprendiamo a fondo la sua drammaticità, non ne usciremo vivi!!
E’ arrivato il momento che tutte queste Teste di Legno, ragionieri di Satana ingaggiati e foraggiati a oltranza dal Sistema Bestia, ci diano spiegazioni nel merito.

Pretendiamo, dunque, che il Capo dello Stato delucidi la popolazione in merito alle scie chimiche e loro scopi – che il Capo del Governo ci racconti del pericolo delle vaccinazioni, della contaminazione delle acque, delle radiazioni dei cellulari, dei campi elettromagnetici, della diossina e metalli pesanti dispersi sul territorio italiano, e di tutto quel Luna Park dell’orrore che si accanisce sulla nostra quotidianità.
E’ questo che avremmo dovuto pretendere dalla politica - noi di questo dovevamo  essere informati e allertati! Un diritto imprescindibile e inalienabile, atto costitutivo della ragion d’essere, che vede al suo primo punto, la salute dei cittadini, e il diritto/dovere alla felicità.
E’ talmente catastrofica oggi la situazione ambientale, che l’imminente collasso, travolgerà ogni altra emergenza socio/politica/finanziaria, facendone carta straccia.
Occuparci ancora di politica, denunciandone le sue collusioni, degenerazioni e perversioni, è una fottuta perdita di tempo, di energie, che non produrrà alcun risultato. Energie che dobbiamo conservare per ricostruire un mondo nuovo e giusto, all’alba di una sorprendente rinascita.

La nostra condizione, per similitudine, è la stessa di un malato terminale, che dopo avere trascorso la vita fra i micidiali miasmi del Sistema, si è beccato una patologia incurabile e degenerativa (la sindrome da Sistema), e un’equipe certificata di luminari della scienza, intorno al suo letto di morte di un ospedale svizzero all’avanguardia, descrivesse punto dopo punto le cause scatenanti la sua drammatica condizione, cominciando a elencare, “l’aggiotaggio, le scie chimiche, l’inquinamento, le speculazioni finanziarie, i titoli tossici, cospirazioni, complotti, l’effetto serra, l’alimentazione, l’elettromagnetismo” e, via via, tutta quell’infinita lista di crimini legalizzati che caratterizzano l’attuale stato delle cose, e prodotto la malattia.
“Non ci sono cure”, affermano in coro i cervelloni!!
Il malato, a questo punto, incredulo e smarrito, lui, che nel Sistema avevamo riposto ogni speranza, vorrebbe saperne di più e, spinto da un irrefrenabile bisogno di capire, comincia ad informarsi su tutto ciò che in un modo o nell’altro possa avere compromesso la sua salute! E’ a tal punto preso da questa smania fobica, che non trova più il tempo ne per mangiare e ne per dormire. E’ sempre più debole e sempre più depresso dall’inutile e spasmodica ricerca, dove ogni delucidazione di merito, chiarimento e spiegazione, ha peggiorato ulteriormente il suo stato confusionale, e spento gli ultimi, residui di volontà.

La verità Vera, cari signori, sta il fatto, che noi, in quell’ospedale non ci saremmo mai dovuti entrare ne tanto meno metterci nelle mani di quei “venerabili maestri” dell’imbecillità umana al soldo del Sistema. 
La sola cosa giusta da fare era di ascoltare le ragioni profonde del nostro cuore, in attesa di una risposta semplice, banale, che non avrebbe tardato ad arrivare, rendendoci consapevoli e salvandoci la vita. In parole povere, “mollare per sempre il Sistema a se stesso!!!”
Così, non c’è più niente da comprare, da consumare, niente su cui investire, niente da dire, a cui credere e in cui sperare. Quale politica, quali manovre, quali beni di rifugio!! 
La politica, cari amici lettori, è finita da tempo, svuotata di ogni suo significato, messa a tacere per sempre, fagocitata dagli stomaci senza fondo del Sistema Economico che, come buchi neri, travolgono nel loro vortice le nostre vite.
Oggi i suoi rappresentanti non sono che le erbe di uno stesso fascio.

Perché le cose cambino per il meglio, l’umanità deve risalire velocemente la china di questo baratro, e finalmente “con i piedi per terra”, recuperare i valori etici, i principi e i parametri imperituri che, da sempre, hanno contraddistinto l’essere umano.
Questo, oggi, è il vero significato etimologico del concetto di crescita. E quella che spudoratamente persistono nel definire, una “Crisi”, in verità è la fine di un’epoca – di un processo necrofilo al termine della sua degenerazione.

Gianni Tirelli

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