CI HANNO CERCATO, EBBENE CI HANNO TROVATO…
Venerdì 23 novembre si è svolto, come annunciato dalla
locandina pubblicata sul blog, un incontro (più di 150 i partecipanti) sui
reali motivi politico-economici della “crisi” che stiamo attraversando e sulle
prospettive offerte da una corretta analisi dei meccanismi economici che
costituiscono, e costituiranno, la rovina dei Paesi dell’Eurozona. Ringraziando
per lo spazio offertomi e rimandando alla letture dell’articolo in questione
(Il feudalesimo prossimo venturo) per l’analisi di cui parlo, vorrei proporre
ai colleghi, e a quanti altri volessero agire in modo davvero consapevole ed
efficace nei confronti di chi sta affossando consapevolmente economie e
società, una riflessione stringente (perché basata su dati di fatto
controllabili) e una conseguente serie di iniziative (adeguate al livello
dell’attacco) che potrebbero costituire, quelle sì, motivo di serio disturbo
per manovratori finora scarsamente disturbati.
RIFLESSIONI
- I problemi della scuola sono una conseguenza - ECONOMICA E, SOPRATTUTTO, POLITICA, - del più generale attacco alla sovranità degli Stati e alla democrazia partecipativa;
- lottare per obiettivi settoriali e specifici (scuola, industria, sanità, etc…) in modo indipendente e senza capire che il movente è unico e ad essere diversi sono solo gli effetti, è controproducente e fa il gioco dei manovratori i quali, rintuzzando ora una ora l’altra protesta, portano avanti indisturbati l’intero progetto;
- chi può capire in modo più approfondito e organico quanto sta accadendo sono coloro che conoscono meglio la storia, l’economia, il diritto, etc., cioè siamo noi (sebbene non SOLTANTO noi);
- chi può spiegare e diffondere in maniera efficace e capillare questa consapevolezza ad un vasto pubblico, forte anche dell’esperienza didattica, siamo noi (sebbene non SOLTANTO noi, ma altri, come i giornalisti, paiono non saperne nulla, o peggio);
- il motivo per cui l’istruzione pubblica viene così pesantemente e continuamente attaccata non è economico ma POLITICO: la culla della coscienza critica deve essere distrutta, coloro che trasmettono il pensiero libero debbono essere precarizzati (leggi “ricattabili”) e, comunque, messi in condizione di non nuocere;
- i contenuti della scuola pubblica, per i medesimi motivi appena descritti, devono essere svuotati, banalizzati, orientati alla pura tecnicità/praticità, accelerati nel loro apprendimento (scuola informatizzata) per non permettere una loro sedimentazione nelle coscienze;
- è indubbio che una sistematica azione in questa direzione sarebbe più efficace, e più PERICOLOSA E DANNOSA per i manovratori, di tante altre piccole iniziative che non disturbano grandi giochi e, anzi, ci attirano l’antipatia o l’indifferenza di molti.
(Per rendersi conto di come tutto
ciò non sia frutto di fantasia ma di orientamenti politici ben precisi e
orientati, consiglio la lettura di un documento – di non facile reperibilità ma
reperibile in file presso il sottoscritto: torrnt@tiscali.it
– pubblicato dalla Commissione Trilaterale nel lontano 1975: Crozier e altri,
La crisi della democrazia: rapporto sulla governabilità delle democrazie alla
Commissione Trilaterale, Franco Angeli, 1977)
INIZIATIVE
1.
Sessioni di formazione rispetto agli argomenti indicati
(organismi europei, caratteristiche e
funzionamento delle istituzioni
europee, contenuto e significato dei vari Trattati e
documenti europei, storia dell’idea
di Eurozona, cos’è l’euro e perché sta distruggendo
l’economia e la società degli Stati
dell’Eurozona, studio di teorie economiche alternative –
come la MMT – a quelle che stanno creando
i disastri in corso, il ruolo della politica per un
vero cambiamento, etc.): esistono
organizzazioni che possono aiutarci in questo;
2.
organizzazione di un imponente momento di divulgazione in
scuole e altri luoghi che
dovranno essere individuati come i
più adatti alla massima divulgazione col minimo sforzo;
3.
uso massiccio di internet, sia per la diffusione di
conoscenze, sia per la tessitura di una vasta rete orientata ad un obiettivo
comune: bloccare all’origine le ragioni della distruzione dell’economia
europea;
4.
uso massiccio anche della stampa, locale e non, quando sia
possibile (quasi l’intera stampa nazionale si guarda bene dal dire ciò che sa
benissimo: l’euro, così come è stato pensato, è all’origine dei nostri guai);
5.
momenti di confronto continui con chiunque desideri capire o
contestare: i problemi non sono solo della scuola, ma dell’intero contesto
sociale che ne è, perlopiù, inconsapevole.
SCOPI
1.
Contribuire ad interrompere una deriva storica di portata
enorme e disastrosa;
2.
dimostrare che la scuola - quando forma le coscienze, studia
(e sa farlo) le questioni, diffonde (e sa farlo) le conoscenze - unisce gli sforzi
di lotta, questa scuola è utile, va salvata e protetta, molto più di quella che
bada solo ai propri piccoli interessi (perdonate, ma a volte è così);
3.
riacquistare la dignità di intellettuali, maestri del futuro,
guide per i giovani che ci viene sottratta minuto dopo minuto dallo sminuimento
criminale dell’importanza della cultura, dal meccanico conteggio delle nostre
ore di lavoro (funzionale a ridurre il nostro prestigio e renderci invisi a
coloro che, invece, dovrebbero collaborare con noi: le famiglie, gli altri
lavoratori):
4.
utilizzare uno strumento di lotta poderoso – la conoscenza –
allo stesso livello di quello che stanno usando contro di noi, sia come
cittadini che come insegnanti, la disinformazione e la sottrazione della
dignità di portatori dei valori della Costituzione (che, sia detto per inciso,
hanno provveduto a modificare con l’introduzione del pareggio di bilancio fra
le norme costituzionali: cioè la negazione della Costituzione in Costituzione!)
(C’è già chi sta facendo tutto
questo da anni, oscurato, criticato, attaccato: ad es. il giornalista Paolo
Barnard, autore de Il più grande crimine, pdf scaricabile in rete. Da leggere)
GIANNI RALLO
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