domenica 25 novembre 2012

ME-MMT DECIMOMANNU...CI HANNO CERCATO, EBBENE CI HANNO TROVATO…


CI HANNO CERCATO, EBBENE CI HANNO TROVATO…

Venerdì 23 novembre si è svolto, come annunciato dalla locandina pubblicata sul blog, un incontro (più di 150 i partecipanti) sui reali motivi politico-economici della “crisi” che stiamo attraversando e sulle prospettive offerte da una corretta analisi dei meccanismi economici che costituiscono, e costituiranno, la rovina dei Paesi dell’Eurozona. Ringraziando per lo spazio offertomi e rimandando alla letture dell’articolo in questione (Il feudalesimo prossimo venturo) per l’analisi di cui parlo, vorrei proporre ai colleghi, e a quanti altri volessero agire in modo davvero consapevole ed efficace nei confronti di chi sta affossando consapevolmente economie e società, una riflessione stringente (perché basata su dati di fatto controllabili) e una conseguente serie di iniziative (adeguate al livello dell’attacco) che potrebbero costituire, quelle sì, motivo di serio disturbo per manovratori finora scarsamente disturbati.

RIFLESSIONI           

  1. I problemi della scuola sono una conseguenza - ECONOMICA E, SOPRATTUTTO, POLITICA, - del più generale attacco alla sovranità degli Stati e alla democrazia partecipativa;
  2. lottare per obiettivi settoriali e specifici (scuola, industria, sanità, etc…) in modo indipendente e senza capire che il movente è unico e ad essere diversi sono solo gli effetti, è controproducente e fa il gioco dei manovratori i quali, rintuzzando ora una ora l’altra protesta, portano avanti indisturbati l’intero progetto;                          
  3. chi può capire in modo più approfondito e organico quanto sta accadendo sono coloro che conoscono meglio la storia, l’economia, il diritto, etc., cioè siamo noi (sebbene non SOLTANTO noi);
  4. chi può spiegare e diffondere in maniera efficace e capillare questa consapevolezza ad un vasto pubblico, forte anche dell’esperienza didattica, siamo noi (sebbene non SOLTANTO noi, ma altri, come i giornalisti, paiono non saperne nulla, o peggio);
  5. il motivo per cui l’istruzione pubblica viene così pesantemente e continuamente attaccata non è economico ma POLITICO: la culla della coscienza critica deve essere distrutta, coloro che trasmettono il pensiero libero debbono essere precarizzati (leggi “ricattabili”) e, comunque, messi in condizione di non nuocere;
  6. i contenuti della scuola pubblica, per i medesimi motivi appena descritti, devono essere svuotati, banalizzati, orientati alla pura tecnicità/praticità, accelerati nel loro apprendimento (scuola informatizzata) per non permettere una loro sedimentazione nelle coscienze;
  7. è indubbio che una sistematica azione in questa direzione sarebbe più efficace, e più PERICOLOSA E DANNOSA per i manovratori, di tante altre piccole iniziative che non disturbano  grandi giochi e, anzi, ci attirano l’antipatia o l’indifferenza di molti.

(Per rendersi conto di come tutto ciò non sia frutto di fantasia ma di orientamenti politici ben precisi e orientati, consiglio la lettura di un documento – di non facile reperibilità ma reperibile in file presso il sottoscritto: torrnt@tiscali.it – pubblicato dalla Commissione Trilaterale nel lontano 1975: Crozier e altri, La crisi della democrazia: rapporto sulla governabilità delle democrazie alla Commissione Trilaterale, Franco Angeli, 1977)


INIZIATIVE

1.   Sessioni di formazione rispetto agli argomenti indicati (organismi europei, caratteristiche e
      funzionamento delle istituzioni europee, contenuto e significato dei vari Trattati e  
      documenti europei, storia dell’idea di Eurozona, cos’è l’euro e perché sta distruggendo
      l’economia e la società degli Stati dell’Eurozona, studio di teorie economiche alternative –
     come la MMT – a quelle che stanno creando i disastri in corso, il ruolo della politica per un
     vero cambiamento, etc.): esistono organizzazioni che possono aiutarci in questo;
2.   organizzazione di un imponente momento di divulgazione in scuole e altri luoghi che
      dovranno essere individuati come i più adatti alla massima divulgazione col minimo sforzo;
3.   uso massiccio di internet, sia per la diffusione di conoscenze, sia per la tessitura di una vasta rete orientata ad un obiettivo comune: bloccare all’origine le ragioni della distruzione dell’economia europea;
4.   uso massiccio anche della stampa, locale e non, quando sia possibile (quasi l’intera stampa nazionale si guarda bene dal dire ciò che sa benissimo: l’euro, così come è stato pensato, è all’origine dei nostri guai);
5.   momenti di confronto continui con chiunque desideri capire o contestare: i problemi non sono solo della scuola, ma dell’intero contesto sociale che ne è, perlopiù, inconsapevole.
 

SCOPI

1.   Contribuire ad interrompere una deriva storica di portata enorme e disastrosa;
2.   dimostrare che la scuola - quando forma le coscienze, studia (e sa farlo) le questioni, diffonde (e sa farlo) le conoscenze - unisce gli sforzi di lotta, questa scuola è utile, va salvata e protetta, molto più di quella che bada solo ai propri piccoli interessi (perdonate, ma a volte è così);
3.   riacquistare la dignità di intellettuali, maestri del futuro, guide per i giovani che ci viene sottratta minuto dopo minuto dallo sminuimento criminale dell’importanza della cultura, dal meccanico conteggio delle nostre ore di lavoro (funzionale a ridurre il nostro prestigio e renderci invisi a coloro che, invece, dovrebbero collaborare con noi: le famiglie, gli altri lavoratori):
4.   utilizzare uno strumento di lotta poderoso – la conoscenza – allo stesso livello di quello che stanno usando contro di noi, sia come cittadini che come insegnanti, la disinformazione e la sottrazione della dignità di portatori dei valori della Costituzione (che, sia detto per inciso, hanno provveduto a modificare con l’introduzione del pareggio di bilancio fra le norme costituzionali: cioè la negazione della Costituzione in Costituzione!) 

(C’è già chi sta facendo tutto questo da anni, oscurato, criticato, attaccato: ad es. il giornalista Paolo Barnard, autore de Il più grande crimine, pdf scaricabile in rete. Da leggere)

GIANNI RALLO

Nessun commento: