PER
DEFINIRSI CIVILI, LE NOSTRE SOCIETA’ DEVONO SMETTERE DI CONSUMARE, COME AD UN
FUMATORE A CUI E’ STATO DIAGNOSTICATO UN CANCRO, DI FUMARE, E A UN ETILICO, DI
BERE.
“Un
buon 90% della nostra economia e relativa occupazione, é sopravvissuta fino a
oggi, proprio in virtù quel perverso meccanismo che basa la sua sopravvivenza
sul commercio sistematico di beni effimeri, inutili e per lo più dannosi – ma
che oggi ha i giorni contati”.
Supponiamo
che io disponga di una certa cifra X, ed intenda entrare nel mondo degli affari
per rendere produttivo il mio capitale e ricavarne profitti. Come primo atto,
commissionerò ad una agenzia specializzata “un’indagine di mercato”, che mi
soddisfi l’esigenza di capire verso quali beni la domanda della massa è
orientata.
A questo
punto deciderò quale bene produrre, in base ad una semplificazione che tiene
conto dei costi di produzione e distribuzione, e di alcune caratteristiche in
linea con le mie competenze e visione delle cose.
Quantificando
in 100 il mio capitale da investire, ne destinerò una quota (1%) per i costi
relativi alla produzione del bene, mentre le 99 restanti (quasi l’intera
somma), le disporrò per una massiccia campagna pubblicitaria a tambur battente
capitanata da un accattivante slogan che miri dritto al cervello del branco di
allocchi.
In
questo modo, creo un bisogno che non esiste, o meglio che non esisteva, in
ragione di un condizionamento indotto da un’opera di suggestione subliminale e
di persuasione forzata. Un gioco da ragazzi!!
In
realtà, il bene da me prodotto non serve a nulla: non è di nessuna utilità: ne
al singolo ne alla società! E’ uno fra le migliaia di prodotti esposti in bella
vista sugli scaffali di qualsiasi supermercato, per lo più dannosi alla salute
e all’economia famigliare. Potrei chiamarlo, Danacol, Actimel, Bifidus Essensis
Acti Regularis, o qualcosa che faccia “snellire dormendo” dal nome “Somatoline Cosmetic”! Si, quest’ultima
potrebbe essere una buona idea, ma la fantasia non mi manca! Posso fare meglio!
Potrei puntare sulla produzione di un ritrovato medicinale ai sali saturi del
Kilimangiaro, che alza la statura mentre trombi!! Ci sarebbe da ridere se non
ci fosse da piangere!!!
Il
lavoro e l’occupazione, derivanti da un tale diabolico piano di plagio e di
omologazione delle coscenze indotto dalla “Propaganda Sistema”, corrisponde per
similitudine, nel fare scavare profonde buche nel deserto a milioni di
lavoratori per poi, subito dopo, ritornare a coprirle - una cosa, non solo
completamente priva di senso e demenziale, ma ben oltre i confini della
comprensione umana.
Un
buon 90% della nostra economia e relativa occupazione, é sopravvissuta fino a
oggi, proprio in virtù quel perverso meccanismo che basa la sua sopravvivenza
sul commercio sistematico di beni effimeri, inutili e per lo più dannosi – ma
oggi ha i giorni contati. Una ulteriore, drastica e inevitabile contrazione dei
consumi, costringerà migliaia di fabbriche a chiudere i battenti lasciando per
strada milioni di lavoratori che, per causa di forza maggiore, si dovranno
astenere da ogni consumo che non sia vitale. E’ il cane che si morde la coda –
una trappola che non ci concede vie d’uscita - un Sistema cialtrone che si
avvita su se stesso e non prevede altra soluzione che non sia il suo
azzeramento.
Per
tanto, non c’è proprio più nulla di che meravigliarsi ne tanto meno allarmarsi
guardando i dati relativi alla disoccupazione.
Sarà
sempre peggio, visto che sempre di più la gente ridurrà i suoi bisogni
all’essenziale. E non solo per motivi di risparmio, ma perché è finalmente
consapevole di quanto insensato sia tutto questo consumismo selvaggio e senza
regole, causa di disparità sociale e deriva morale - un meccanismo di
auto/distruzione.
Produrre
e consumare cose inutili e nocive, per tenere in piedi questo Sistema di aria
fritta partorito dal buco del culo di Satana in persona, si pone a paradigma di
un’umanità miserabile, svuotata di ogni suo vero contenuto etico, e motivo di
esistere.
Passeremo
alla storia come “la civiltà degli imbecilli” per essere ridicolizzati e sfottuti
nei secoli e i secoli a venire.
L’occupazione
derivante da un lavoro che si basa sulla produzione di beni voluttuari, è
precaria per definizione. Esaurito l’effetto della carica propagandistica
ingannevole, che codificava questi beni come utili e necessari (sinonimo di
progresso e di benessere), i consumatori si asterranno dall’acquistarli
anteponendo, per priorità, quelli essenziali e primari. E questo è ciò che sta
accadendo!
Questo
meccanismo perverso che da quasi 50 anni é stato in grado di raggirare il buon
senso dei cittadini, alterandone la consapevolezza, oggi si è bloccato,
inceppato – è grippato!
La
gente comune che è stata costretta dalla “Crisi” ha ridimensionare
drasticamente il suo tenore di vita riducendo tutto all’essenziale, ha finalmente,
forzatamente compreso (anche se fuori tempo massimo), che tutta quella lunga
lista di beni, che un tempo acquistava sulla spinta di falsi bisogni indotti
dal plagio mediatico, in realtà non sono di alcuna utilità.
E’
tempo di fare di necessità virtù - imbracciare la zappa e cominciare a
faticare!
Un’occupazione
sicura, salutare e onorevole.
Gianni
Tirelli
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