venerdì 4 gennaio 2013

COUNTDOWN


COUNTDOWN

Oh mio Dio, che ne è stato di questa terra? Come è potuto accadere, che la tua creatura più straordinaria e preziosa, la perla più luminosa e di incomparabile bellezza che, fiera e pulsante ha solcato tutti i cieli dell’infinito universo, si sia piegata a serva alla volontà del Demonio? E che ne sarà dei nostri figli, inconsapevoli e innocenti, e quali attenuanti addurrai a loro discolpa? O la tua ira sarà tale che brucerà ogni cosa, senza sconti ed eccezioni, perché niente che sia di questo mondo, rimanga a memoria nei tempi a venire, e tutto si dissolva dentro la furia del vento dell’oblio, e come inerte cenere si disperda nel vuoto cosmico, senza lasciare traccia alcuna, ne odore, ne voce, ne goccia, ne vago lamento?

Quella notte la febbre bruciava i miei pensieri, e le mie membra si contorcevano dentro una isteria morbosa – il sudore del mio corpo si fece lago che presto, tutto mio essere sommerse, fino a soffocarmi. Poi persi ogni ragione, e mi abbandonai al sonno della morte.
All’indomani del risveglio, mi ritrovai penzolante, stretto ad una corda ce mi cingeva i polsi, appeso al forte ramo di una maestosa quercia, mentre un nugolo di vespe impazzite mi roteavano intorno, in un turbinio assordante mentre il tempo sfuggiva e lo spazio precipitava fin giù, dentro il baratro incommensurabile della più assoluta indifferenza. Un instabile attimo di silenzio congelò il mio terrore, e in quel fremito di pace, misi a fuoco i miei sensi. Da lontano, un tiepido bagliore rapì la mia attenzione. Io lo fissai, ipnotico, mentre montava come un sole sul mare, fino a riempire come un immenso sipario tutta la mia visione e ogni percezione. Così guardai!

Ho visto l’orrore serpeggiare sopra le nostre teste, e la solitudine devastare la nostra anima.
Ho visto un’ombra nera come la pece soffocare i nostri cuori, e un’indicibile paura dilaniare i nostri pensieri.
Mai ho ascoltato un lamento così terrificante e un silenzio così assordante.
Niente di così funesto aveva mai avvolto la vita degli uomini.
……. I folli continuavano a danzare e luride baldracche a battere i tamburi della fine…. Le speranze abbandonano l’universo, i santi si defilano, gli specchi si infrangono, e miliardi di topi raggiungono il mare per poi annegare.
Ho visto montagne di vermi uscire dalla terra e come fiumi in piena travolgere ogni cosa….E vespe e zanzare turbinare nel cielo come uragani.. e onde di sangue alte come grattacieli, sommergere nazioni.
Ho visto venti di fuoco soffiare a mille l’ora… e i folli danzare… e luride baldracche pestare sui tamburi della fine…e poi il silenzio e poi la notte…. eterna.
E tutto il peso dell’abominevole dolore di questa nostra terra, straziata, stuprata e profanata si abbatté sulla mia anima, fra le urla laceranti e imploranti della vita, che si contorceva nel fuoco incandescente di questa modernità canaglia, e il rumore assordante dei tamburi di guerra che scandivano il countdown della fine. Io, sino a soffocare, immerso nel sangue innocente di milioni di fiori spezzati dalla bufera di un potere ignorante, demente e assassino.
Ricordatevi uomini, e ricordatevelo bene, che molto presto la tecnologia invitante, subdola, seducente, vi renderà per sempre schiavi, come  mai nella storia del mondo - una schiavitù, non solo del corpo, ma del pensiero e dell’anima.
Ricordatevi uomini, che il tempo non s’attarda, e se oggi non succederà nulla, la fine della storia e la vostra fine, sono prossime.
Ricordatevi uomini di conservare i semi del Signore, poiché dalle sementi degli uomini germoglierà solo odio, dolore, morte e follia.
Non dimenticate di guardare negli occhi, prima d’ogni cosa, l’uomo che vi adula, vi lusinga e vi promette un futuro di fuochi d’artificio.
Ricordatevi che lui stuprerà la vostra donna, e farà dei vostri figli, carne da macello, per ingrassare le budella dei suoi porci.
Ricordatevi uomini che il tempo è arrivato e non ci sarà più il tempo.
Ricordatevi uomini, ciò che vi ho detto.
Crediamo dunque davvero, che dopo avere investigato, violato e profanato i misteri della vita, facendo carta straccia di ogni principio etico e valore morale, trasformando il tutto in merce insanguinata da consumare e dalla quale trarne mero profitto, tutto si possa riassorbire, possa rientrare e ricomporre, senza che l’uomo di questo secolo dissennato, paghi il prezzo delle sue aberrazioni. Crediamo davvero, che dopo avere contaminato le acque e l’aria, avvelenato la terra di scorie e rifiuti tossici, disintegrato e incenerito migliaia di milioni di ettari di foresta e costrette all’estinzione infinite specie animali e vegetali, tutto si possa riassorbire, possa rientrare e ricomporre, senza che l’uomo di questo secolo dissennato, paghi il prezzo della sua perversione e degenerazione? Crediamo davvero che l’incommensurabile dolore prodotto dalle crudeltà inferte a centinaia di milioni di bambini nel mondo e alle loro madri - bambini senza pane e senza acqua e, di altri, affetti dalle più diverse patologie da denutrizione e di natura igienico-sanitarie, bambini sfruttati, abusati, espiantati dai loro organi, ridotti in schiavitù, indotti alla prostituzione, bambini soldato scaraventati a combattere guerre fratricide - crediamo davvero che tutto questo si possa dissolvere come fumo nel vento, senza che l’uomo di quest’epoca bastarda paghi il prezzo delle sue inenarrabili atrocità? Crediamo davvero che tutto si possa riassorbire, possa rientrare e ricomporre, senza che l’uomo di questo secolo dissennato, paghi con la vita, il prezzo delle sue immonde turpitudini?
Gianni Tirelli

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