LA QUALITA’ DELL’ACQUA, MISURA DEL NOSTRO
TEMPO
- Nella civile Italia, se sei un
imprenditore, puoi disperdere i rifiuti tossici residuali al processo di
produzione della tua fabbrichetta, nel fossato attiguo alla stessa e, a maggior
ragione, se il corso d’acqua passa proprio da quelle parti. La sera, poi,
potrai declamare ai tuoi figli, il sommo inno alla natura, unica vera ragione
della tua vita. “La fabbrica – dirai - l’ho fatta per voi, con sacrifici e
privazioni” -
Oggi, se intendi sopravvivere, lavorando al
chiuso di una delle migliaia di fabbriche fumanti disseminate sul tessuto
connettivo del nostro paese, devi mettere nel conto la possibilità, non più
remota, di morire di cancro. E lo stesso, vale se intendi continuare a bere, ad
alimentarti e a respirare. Una prospettiva che potrebbe apparire
fantascientifica e inimmaginabile, se non fosse quella cruda realtà, dalla
quale non ci possiamo più dissociare, sottrarre, negare e fingere di non vedere.
La quasi totalità degli individui del mondo
occidentale industrializzato, sono affetti (chi più e chi meno) da un congruo
numero di patologie croniche, organiche e neurologiche, relative
dall’assunzione di cibo e di acqua contaminati. Immaginare di poterle
combattere facendo uso di farmaci (principi attivi pericolosi
per l’intrinseca natura maligna, controindicazioni, interazioni ed effetti
collaterali), si rischia di acuirne il disagio e la virulenza, vanificando ogni
presunta e auspicata guarigione.
Oggi, tutta la catena alimentare, è
totalmente compromessa da un’infinita lista di sostanze chimiche cancerogene,
prodotte in forma parossistica da altrettante fabbriche fumanti che, a fronte
di mero profitto, disperdono sul territorio e nelle acque il loro carico di
morte, con la facilità di chi ottempera ad un diritto - e in barba alla salute
della gente comune e dell’ecosistema tutto.
Si tratta di antiparassitari, diserbanti,
pesticidi, fertilizzanti, neonicotinoidi, e di particolari insetticidi a base
di isomeri strutturali del gruppo degli idrocarburi alogenati, come
l’esaclorocicloesano ( BHC ), oggi presente in percentuali elevatissime nelle
acque di fiumi, laghi e falde. Decine di migliaia di capi di bestiame, ogni
anno, vengono abbattuti, ed altri, per essere nati con malformazioni genetiche
di ogni tipo .
Basta, non possiamo più stare a guardare,
mentre nel frattempo ci ammazzano come mosche! Il problema non siamo noi - non
è dentro di noi!! Non ci servono psicologi e psichiatri per curare il nostro
tormento esistenziale! Abbiamo solo bisogno di acqua e aria pura, di un
habitat liberato da ogni intrusione chimica, di etica, di significato di bene
comune e, più in generale, di una qualità di vita sostenibile rispettosa della
Madre Natura, delle sue regole ineludibili, e in armonia con tutte le forme di
vita.
I crimini perpetrati contro l’ambiente e la
salute dei cittadini, vanno condannati attraverso pene esemplari, pragmatiche e
senza sconti, proporzionali hai danni provocati, fino alla reclusione a vita .
Diversamente per noi e i nostri figli, non ci sarà alcuna speranza di salvezza.
Siamo a un punto di non ritorno, e sentire
ancora parlare di “politiche industriali” come la panacea di tutti i mali e
soluzione della crisi, mi procura un senso di nausea e di voltastomaco.
Entro pochi anni, le società ultra liberiste
allo sfascio, dovranno fare i conti con la fame e con la sete. La “roba”, non
avrà più alcun valore!
Il commercio dell’acqua, sarà l’affare degli
affari, essendo il dono dei doni, il più nobile degli elementi e il più
prezioso dei gioielli.
Nel frattempo i ghiacciai marciscono e si
squagliano. Le acque dei fiumi raggiungono il mare con il loro micidiale
carico, di bombe chimiche, e un numero infinito di fabbriche fumanti, si
fottono miliardi di metri cubi di acqua, rendendola inutilizzabile e putrida,
contaminando le falde più profonde. Terribili guerre, causa la corsa
all’approvvigionamento delle ultime riserve idriche, feriranno a morte il
pianeta.
Nel prossimo decennio succederà sempre più
spesso di dover decidere chi avrà diritto all'acqua: le città, i campi o i
fiumi.
Contemporaneamente, il progressivo aumento
della siccità, incrementerà il prelievo delle acque per usi agricoli,
innescando un pericoloso circolo vizioso.
A meno acqua, poi, corrisponde una
concentrazione più alta degli inquinanti a tal punto da renderla inutilizzabile
per qualsiasi uso. Auguri!!!
Gianni
Tirelli
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