giovedì 28 marzo 2013

LA QUALITA’ DELL’ACQUA, MISURA DEL NOSTRO TEMPO


LA QUALITA’ DELL’ACQUA, MISURA DEL NOSTRO TEMPO

- Nella civile Italia, se sei un imprenditore, puoi disperdere i rifiuti tossici residuali al processo di produzione della tua fabbrichetta, nel fossato attiguo alla stessa e, a maggior ragione, se il corso d’acqua passa proprio da quelle parti. La sera, poi, potrai declamare ai tuoi figli, il sommo inno alla natura, unica vera ragione della tua vita. “La fabbrica – dirai - l’ho fatta per voi, con sacrifici e privazioni” -

Oggi, se intendi sopravvivere, lavorando al chiuso di una delle migliaia di fabbriche fumanti disseminate sul tessuto connettivo del nostro paese, devi mettere nel conto la possibilità, non più remota, di morire di cancro. E lo stesso, vale se intendi continuare a bere, ad alimentarti e a respirare. Una prospettiva che potrebbe apparire fantascientifica e inimmaginabile, se non fosse quella cruda realtà, dalla quale non ci possiamo più dissociare, sottrarre, negare  e fingere di non vedere.

La quasi totalità degli individui del mondo occidentale industrializzato, sono affetti (chi più e chi meno) da un congruo numero di patologie croniche, organiche e neurologiche, relative dall’assunzione di cibo e di acqua contaminati. Immaginare di poterle combattere facendo uso di farmaci (principi attivi pericolosi per l’intrinseca natura maligna, controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali), si rischia di acuirne il disagio e la virulenza, vanificando ogni presunta e auspicata guarigione.

Oggi, tutta la catena alimentare, è totalmente compromessa da un’infinita lista di sostanze chimiche cancerogene, prodotte in forma parossistica da altrettante fabbriche fumanti che, a fronte di mero profitto, disperdono sul territorio e nelle acque il loro carico di morte, con la facilità di chi ottempera ad un diritto - e in barba alla salute della gente comune e dell’ecosistema tutto.
Si tratta di antiparassitari, diserbanti, pesticidi, fertilizzanti, neonicotinoidi, e di particolari insetticidi a base di isomeri strutturali del gruppo degli idrocarburi alogenati, come l’esaclorocicloesano ( BHC ), oggi presente in percentuali elevatissime nelle acque di fiumi, laghi e falde. Decine di migliaia di capi di bestiame, ogni anno, vengono abbattuti, ed altri, per essere nati con malformazioni genetiche di ogni tipo .

Basta, non possiamo più stare a guardare, mentre nel frattempo ci ammazzano come mosche! Il problema non siamo noi - non è dentro di noi!! Non ci servono psicologi e psichiatri per curare il nostro tormento esistenziale!  Abbiamo solo bisogno di acqua e aria pura, di un habitat liberato da ogni intrusione chimica, di etica, di significato di bene comune e, più in generale, di una qualità di vita sostenibile rispettosa della Madre Natura, delle sue regole ineludibili, e in armonia con tutte le forme di vita.
I crimini perpetrati contro l’ambiente e la salute dei cittadini, vanno condannati attraverso pene esemplari, pragmatiche e senza sconti, proporzionali hai danni provocati, fino alla reclusione a vita . Diversamente per noi e i nostri figli, non ci sarà alcuna speranza di salvezza.
Siamo a un punto di non ritorno, e sentire ancora parlare di “politiche industriali” come la panacea di tutti i mali e soluzione della crisi, mi procura un senso di nausea e di voltastomaco.
Entro pochi anni, le società ultra liberiste allo sfascio, dovranno fare i conti con la fame e con la sete. La “roba”, non avrà più alcun valore!
Il commercio dell’acqua, sarà l’affare degli affari, essendo il  dono dei doni, il più nobile degli elementi e il più prezioso dei gioielli.
Nel frattempo i ghiacciai marciscono e si squagliano. Le acque dei fiumi raggiungono il mare con il loro micidiale carico, di bombe chimiche, e un numero infinito di fabbriche fumanti, si fottono miliardi di metri cubi di acqua, rendendola inutilizzabile e putrida, contaminando le falde più profonde. Terribili guerre, causa la corsa all’approvvigionamento delle ultime riserve idriche, feriranno a morte il pianeta.

Nel prossimo decennio succederà sempre più spesso di dover decidere chi avrà diritto all'acqua: le città, i campi o i fiumi.
Contemporaneamente, il progressivo aumento della siccità, incrementerà il prelievo delle acque per usi agricoli, innescando un pericoloso circolo vizioso.
A meno acqua, poi, corrisponde una concentrazione più alta degli inquinanti a tal punto da renderla inutilizzabile per qualsiasi uso. Auguri!!!

Gianni Tirelli

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