sabato 30 marzo 2013

LA DEPRESSIONE – UN’ENTITA’ OCCUPANTE


LA DEPRESSIONE – UN’ENTITA’ OCCUPANTE

La psicologia, la psichiatria e la farmacologia che si propongono di curare il Mal di Vivere, non fanno altro che peggiorare ulteriormente una tale condizione di disagio psichico, relegando il depresso, all’interno di un’illusione indotta confezionata a parole (logoterapia) e di dipendenza dai principi chimici del farmaco. Da questa gabbia non se ne esce con tali pratiche ma semplicemente e drammaticamente, si sopravvive a mala pena, nell’inconscio desiderio di farla finita una volta per sempre!
Possiamo vivere una tale vita, in balia di quel martirio incompreso che, come uno scudiscio, ci lacera e ci consuma? Cos’è la depressione se non la perdita della speranza! Un’atmosfera dal sapore di vuoto e di un’estrema solitudine che come una cupola di ghiaccio, avvolge il nostro spirito, costringendolo ad un isolamento totale e ad una penosa prigionia!Lo spirito dell’uomo si nutre di luce, di aria, di ragione e di una particolare sostanza generata dall’incontro (non che dai rapporti) che, ha nostra insaputa, intrattiene con gli altri spiriti della terra. La depressione, in sintesi, non è altro che il drammatico scollamento che, la “modernità”, ha prodotto fra l’uomo e la natura e quindi, fra le varie e infinite entità spirituali.
Dobbiamo considerare una visione più ottimistica dell’uomo in cui sono presenti tendenze innate alla verità, alla giustizia, alla libertà e creatività, la cui frustrazione produce angoscia e panico.“I valori dell’Io genetico presenti in tutti gli uomini di tutte le culture sono la dignità, la libertà, la giustizia, l’amore, che se contrastati dai condizionamenti sociali, ambientali e culturali provocano il disagio dell’ uomo che poi lotta come può, per far emergere queste forze interne”.
L’analisi introspettiva, finalizzata a scoprire, decifrare e poi rimuovere le ipotetiche cause, relative agli stati depressivi, turbe nevrotiche, ansie e attacchi di panico, rimane strumento sterile e inefficace e, diversamente dall’intento che si prefigge, peggiora ulteriormente la condizione del depresso che considera il suo stato, come patologico e il castigo di una colpa incompresa. Spesso la depressione, come altre tante patologie legate al sistema nervoso, è il risultato della frustrazione derivante dall’incapacità di individuare se stessi, il proprio Io e le nostre autentiche necessità. Il condizionamento delle società moderne, che si attua in un’opera di omologazione delle scelte individuali e più consone ai nostri reali bisogni, è schiacciante, e altera la nostra capacità di un giudizio critico e volontà decisionale.
Quest’epoca di materialismo edonista oltre ad avere messo in secondo piano il significato dell’esistenza e delle sue ragioni, ha scardinato quell’impianto etico, parametro assoluto di riferimento e comparazione di ogni nostra azione umana, sconfessando ogni spiritualismo trascendente, valore e principio, considerati come ostacoli e veri e propri impedimenti alla soddisfazione sistematica di beni effimeri, dipendenze, debolezze, vizio e perversione.

Le cause scatenanti di quel tormento esistenziale invalidante che oggi colpisce drammaticamente giovani e anziani, belli e brutti, alti e bassi, magri e grassi, di qualsiasi razza, ceto e sesso, in forme depressive, nevrosi, stati di panico e ipocondrie di ogni genere, vanno tutti ricondotti ad uno stile di vita improprio che si pone in netta antitesi con quella che è la nostra originaria natura e funzione.
Il nostro doppio spirituale, in virtù di un automatismo di autoconservazione (connaturato dall’alba dei tempi), non si adeguerà mai per nessun motivo al mondo, alle logiche perverse di una tale anomala realtà e circostanza!
La sua ribellione a questo progetto di contraffazione dell’Io, é totale e senza sconti, fino al punto estremo di programmare a tempo debito l’annullamento di quei soggetti che non sono in grado di ristabilire l’armonia psichica e spirituale e gli equilibri imperituri che hanno regolato da sempre ogni azione umana
Dobbiamo considerare una visione più ottimistica dell’uomo in cui sono presenti tendenze innate alla verità, alla giustizia, alla libertà e creatività, la cui frustrazione produce angoscia e panico.
“I valori dell’Io genetico presenti in tutti gli uomini di tutte le culture sono, la dignità, la libertà, la giustizia, l’amore, che se contrastati dai condizionamenti sociali, ambientali e culturali provocano il disagio dell’ uomo che poi lotta come può, per far emergere queste forze interne”.
L’analisi introspettiva, finalizzata a scoprire, decifrare e poi rimuovere le ipotetiche cause, relative agli stati depressivi, turbe nevrotiche, ansie e attacchi di panico, rimane strumento sterile e inefficace e, diversamente dall’intento che si prefigge, peggiora ulteriormente la condizione del depresso che considera il suo stato, come patologico e il castigo di una colpa incompresa.
Spesso, la depressione, come altre tante patologie legate al sistema nervoso, è il risultato della frustrazione derivante dall’incapacità di individuare se stessi, il proprio Io e le nostre autentiche necessità.
Il condizionamento delle società moderne, che si attua in un’opera di omologazione delle scelte individuali e più consone ai nostri reali bisogni, è schiacciante, e altera la nostra capacità di un giudizio critico e volontà decisionale.
La sofferenza umana ha molteplici aspetti e il disagio esistenziale si caratterizza nella mancanza di senso della vita, e nell’angoscia derivata da questo vuoto di valori e significati.
La terapia esistenziale raccoglie diversi approcci che hanno tutti in comune, il principio di riconoscere che ogni persona vive in un mondo proprio di significati e sensazioni personali. Si centra l’attenzione sull’essere nel mondo, sulla coscienza di sé, sulla possibilità di compiere scelte consapevoli che poi contribuiscono al nostro destino. L’assunzione di responsabilità e’ la base per cambiare! Lo sfuggire a questo, genera colpa esistenziale, la consapevolezza in fondo, di scegliere di non decidere.
“Lo sviluppo dell’Io cosciente si propone di liberare l’individuo dai condizionamenti e dalle memorie del passato che tende a difendere istintivamente – l’esperienza del disagio esistenziale nell’adolescenza (fase critica per eccellenza), favorisce la ricerca, dei valori e del senso della vita e si traduce in una spiritualità libera dai legami e dai dogmi di modelli prestabiliti”.
“Oltre alla lotta con se stessi, gli ostacoli che ogni uomo incontra in un cammino di sviluppo di sé, sono dovuti agli attacchi di chi difende opinioni personali, privilegi di potere, danaro e possesso. Non che l’invidia di chi non conosce bene la fatica del percorso e vede solo qualche aspetto positivo già raggiunto dagli altri, svalutandolo (per coprire il suo disagio o enfatizzandolo eccessivamente), invece che trarne spunto di riflessione ed esempio.
Il disagio esistenziale e’ quindi spesso dovuto (oltre che alle memorie e ai condizionamenti da superare), all’ ignoranza ben difesa da molti e alla difficoltà a vivere in un mondo governato da chi cerca più il potere che il servizio al prossimo”. dr. Ciro Aurigemma
Il sentimento dell’auto/commiserazione, é quanto di più deleterio e nefasto ci possa essere; scaraventa l’individuo depresso in uno stato di particolare e profondo isolamento e smarrimento dal quale difficilmente riuscirà a riemergere. Una tale condizione, produce nel breve periodo, assuefazione e dipendenza costringendo il depresso a dosi sempre più massicce di negatività, ed esimendolo di da ogni oggettiva responsabilità personale.
In questo modo, il soggetto in causa, intende delegare/imputare a terzi (al mondo esterno, a Dio stesso, al destino), le cause relative a quello stato di disagio esistenziale cronico che ha invalidato ogni sua capacità e risorsa – fondamentali per fuoriuscire dal tunnel della depressione e riaffiorare a nuova vita.
In verità, all’origine di queste “patologie”, non esiste mai una causa prima scatenante, ma é il risultato di una somma di circostanze (traumi, predisposizione, qualità della vita, ambiente, affetti, bisogni inconsci, lavoro ed altro) che, tutti insieme, l’hanno determinata.
Il cammino da intraprendere lungo il traguardo, della guarigione si basa sulla forza di volontà, sulla determinazione e caparbietà, che dobbiamo contare e investire ogni nostra residua energia. In questo modo saremo in grado di rivitalizzare il senso e il valore dell’esistenza, messo a tacere (per il momento), dal subdolo tormento di quel Male Oscuro che ci ha precluso ogni vera gioia e speranza.
La depressione è un’entità occupante che tende a colmare gli spazi vuoti che trova all’interno della nostra sfera esistenziale. Sta a noi, riprenderci l’area espropriata a nostra insaputa dalla Bestia, per sancire così definitivamente, il nostro originario diritto proprietà.

In tutto questo ci vuole metodo, continuità, costanza, ma con la certezza che,
quel giorno, noi, fieri trionfatori di uno scontro che credevamo impari e impossibile e gratificati per tanto orgoglio e coraggio, avremo restituito al nostro esistere le sue ragioni e un uomo migliore ai nostri cari.
Gianni Tirelli

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