LA DEPRESSIONE – UN’ENTITA’ OCCUPANTE
La psicologia, la psichiatria e la
farmacologia che si propongono di curare il Mal di Vivere, non fanno altro che
peggiorare ulteriormente una tale condizione di disagio psichico, relegando il
depresso, all’interno di un’illusione indotta confezionata a parole
(logoterapia) e di dipendenza dai principi chimici del farmaco. Da questa
gabbia non se ne esce con tali pratiche ma semplicemente e drammaticamente, si
sopravvive a mala pena, nell’inconscio desiderio di farla finita una volta per
sempre!
Possiamo vivere una tale vita, in balia di
quel martirio incompreso che, come uno scudiscio, ci lacera e ci consuma? Cos’è
la depressione se non la perdita della speranza! Un’atmosfera dal sapore di
vuoto e di un’estrema solitudine che come una cupola di ghiaccio, avvolge il
nostro spirito, costringendolo ad un isolamento totale e ad una penosa
prigionia!Lo spirito dell’uomo si nutre di luce, di aria, di ragione e di una
particolare sostanza generata dall’incontro (non che dai rapporti) che, ha
nostra insaputa, intrattiene con gli altri spiriti della terra. La depressione,
in sintesi, non è altro che il drammatico scollamento che, la “modernità”, ha
prodotto fra l’uomo e la natura e quindi, fra le varie e infinite entità
spirituali.
Dobbiamo
considerare una visione più ottimistica dell’uomo in cui sono presenti tendenze
innate alla verità, alla giustizia, alla libertà e creatività, la cui
frustrazione produce angoscia e panico.“I valori dell’Io genetico presenti in
tutti gli uomini di tutte le culture sono la dignità, la libertà, la giustizia,
l’amore, che se contrastati dai condizionamenti sociali, ambientali e culturali
provocano il disagio dell’ uomo che poi lotta come può, per far emergere queste
forze interne”.
L’analisi
introspettiva, finalizzata a scoprire, decifrare e poi rimuovere le ipotetiche
cause, relative agli stati depressivi, turbe nevrotiche, ansie e attacchi di
panico, rimane strumento sterile e inefficace e, diversamente dall’intento che
si prefigge, peggiora ulteriormente la condizione del depresso che considera il
suo stato, come patologico e il castigo di una colpa incompresa. Spesso la
depressione, come altre tante patologie legate al sistema nervoso, è il
risultato della frustrazione derivante dall’incapacità di individuare se
stessi, il proprio Io e le nostre autentiche necessità. Il condizionamento
delle società moderne, che si attua in un’opera di omologazione delle scelte
individuali e più consone ai nostri reali bisogni, è schiacciante, e altera la
nostra capacità di un giudizio critico e volontà decisionale.
Quest’epoca
di materialismo edonista oltre ad avere messo in secondo piano il significato
dell’esistenza e delle sue ragioni, ha scardinato quell’impianto etico,
parametro assoluto di riferimento e comparazione di ogni nostra azione umana,
sconfessando ogni spiritualismo trascendente, valore e principio, considerati
come ostacoli e veri e propri impedimenti alla soddisfazione sistematica di
beni effimeri, dipendenze, debolezze, vizio e perversione.
Le cause
scatenanti di quel tormento esistenziale invalidante che oggi colpisce
drammaticamente giovani e anziani, belli e brutti, alti e bassi, magri e
grassi, di qualsiasi razza, ceto e sesso, in forme depressive, nevrosi, stati
di panico e ipocondrie di ogni genere, vanno tutti ricondotti ad uno stile di
vita improprio che si pone in netta antitesi con quella che è la nostra
originaria natura e funzione.
Il nostro doppio spirituale, in virtù di un
automatismo di autoconservazione (connaturato dall’alba dei tempi), non si
adeguerà mai per nessun motivo al mondo, alle logiche perverse di una tale
anomala realtà e circostanza!
La sua ribellione a questo progetto di
contraffazione dell’Io, é totale e senza sconti, fino al punto estremo di programmare
a tempo debito l’annullamento di quei soggetti che non sono in grado di
ristabilire l’armonia psichica e spirituale e gli equilibri imperituri che
hanno regolato da sempre ogni azione umana
Dobbiamo
considerare una visione più ottimistica dell’uomo in cui sono presenti tendenze
innate alla verità, alla giustizia, alla libertà e creatività, la cui
frustrazione produce angoscia e panico.
“I valori dell’Io genetico presenti in
tutti gli uomini di tutte le culture sono, la dignità, la libertà, la giustizia,
l’amore, che se contrastati dai condizionamenti sociali, ambientali e culturali
provocano il disagio dell’ uomo che poi lotta come può, per far emergere queste
forze interne”.
L’analisi introspettiva, finalizzata a scoprire, decifrare e
poi rimuovere le ipotetiche cause, relative agli stati depressivi, turbe
nevrotiche, ansie e attacchi di panico, rimane strumento sterile e inefficace
e, diversamente dall’intento che si prefigge, peggiora ulteriormente la
condizione del depresso che considera il suo stato, come patologico e il
castigo di una colpa incompresa.
Spesso, la depressione, come altre tante
patologie legate al sistema nervoso, è il risultato della frustrazione
derivante dall’incapacità di individuare se stessi, il proprio Io e le nostre
autentiche necessità.
Il condizionamento delle società moderne, che si attua in
un’opera di omologazione delle scelte individuali e più consone ai nostri reali
bisogni, è schiacciante, e altera la nostra capacità di un giudizio critico e
volontà decisionale.
La sofferenza
umana ha molteplici aspetti e il disagio esistenziale si caratterizza nella
mancanza di senso della vita, e nell’angoscia derivata da questo vuoto di
valori e significati.
La terapia esistenziale raccoglie diversi approcci che
hanno tutti in comune, il principio di riconoscere che ogni persona vive in un
mondo proprio di significati e sensazioni personali. Si centra l’attenzione
sull’essere nel mondo, sulla coscienza di sé, sulla possibilità di compiere
scelte consapevoli che poi contribuiscono al nostro destino. L’assunzione di
responsabilità e’ la base per cambiare! Lo sfuggire a questo, genera colpa
esistenziale, la consapevolezza in fondo, di scegliere di non decidere.
“Lo
sviluppo dell’Io cosciente si propone di liberare l’individuo dai condizionamenti
e dalle memorie del passato che tende a difendere istintivamente – l’esperienza
del disagio esistenziale nell’adolescenza (fase critica per eccellenza),
favorisce la ricerca, dei valori e del senso della vita e si traduce in una
spiritualità libera dai legami e dai dogmi di modelli prestabiliti”.
“Oltre
alla lotta con se stessi, gli ostacoli che ogni uomo incontra in un cammino di
sviluppo di sé, sono dovuti agli attacchi di chi difende opinioni personali,
privilegi di potere, danaro e possesso. Non che l’invidia di chi non conosce
bene la fatica del percorso e vede solo qualche aspetto positivo già raggiunto
dagli altri, svalutandolo (per coprire il suo disagio o enfatizzandolo
eccessivamente), invece che trarne spunto di riflessione ed esempio.
Il disagio
esistenziale e’ quindi spesso dovuto (oltre che alle memorie e ai
condizionamenti da superare), all’ ignoranza ben difesa da molti e alla
difficoltà a vivere in un mondo governato da chi cerca più il potere che il
servizio al prossimo”. dr. Ciro Aurigemma
Il
sentimento dell’auto/commiserazione, é quanto di più deleterio e nefasto ci
possa essere; scaraventa l’individuo depresso in uno stato di particolare e
profondo isolamento e smarrimento dal quale difficilmente riuscirà a
riemergere. Una tale condizione, produce nel breve periodo, assuefazione e
dipendenza costringendo il depresso a dosi sempre più massicce di negatività,
ed esimendolo di da ogni oggettiva responsabilità personale.
In questo modo, il
soggetto in causa, intende delegare/imputare a terzi (al mondo esterno, a Dio
stesso, al destino), le cause relative a quello stato di disagio esistenziale
cronico che ha invalidato ogni sua capacità e risorsa – fondamentali per
fuoriuscire dal tunnel della depressione e riaffiorare a nuova vita.
In verità,
all’origine di queste “patologie”, non esiste mai una causa prima scatenante,
ma é il risultato di una somma di circostanze (traumi, predisposizione, qualità
della vita, ambiente, affetti, bisogni inconsci, lavoro ed altro) che, tutti
insieme, l’hanno determinata.
Il
cammino da intraprendere lungo il traguardo, della guarigione si basa sulla
forza di volontà, sulla determinazione e caparbietà, che dobbiamo contare e
investire ogni nostra residua energia. In questo modo saremo in grado di
rivitalizzare il senso e il valore dell’esistenza, messo a tacere (per il
momento), dal subdolo tormento di quel Male Oscuro che ci ha precluso ogni vera
gioia e speranza.
La
depressione è un’entità occupante che tende a colmare gli spazi vuoti che trova
all’interno della nostra sfera esistenziale. Sta a noi, riprenderci l’area
espropriata a nostra insaputa dalla Bestia, per sancire così definitivamente,
il nostro originario diritto proprietà.
In tutto
questo ci vuole metodo, continuità, costanza, ma con la certezza che,
quel
giorno, noi, fieri trionfatori di uno scontro che credevamo impari e
impossibile e gratificati per tanto orgoglio e coraggio, avremo restituito al
nostro esistere le sue ragioni e un uomo migliore ai nostri cari.
Gianni
Tirelli
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