martedì 30 aprile 2013

Nuoro. La polizia impedisce la conferenza stampa del comitato contrario alla caserma di Pratosardo


Nuoro. La polizia impedisce la conferenza stampa del comitato contrario alla caserma di Pratosardo

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Ieri 29 aprile, la polizia ha impedito la conferenza stampa indetta dal comitato cittadino Arbèschida nugoresa per mettere al corrente la popolazione della costruzione di una nuova caserma in località Pratosardo. I membri del comitato, che avevano dato l’appuntamento in strada, di fronte alla caserma in costruzione, sono stati fermati, identificati e infine allontanati. Per tali motivi, la conferenza stampa è stata aggiornata a giovedì 2 maggio, in piazza Su Connottu, alle ore 11.
La motivazione data dalle forze dell’ordine è quella classica secondo la quale le aree limitrofe alla caserma devono essere costantemente sorvegliate in quanto zone sensibili. Ma dietro l’intervento della polizia c’è qualcosa di più.
Quella della caserma di Pratosardo è una storia lunga e controversa che
si trascina dai tempi del primo governo Prodi, come svela l’inchiesta di Lettera 43, quando il Professore e i ministri dell’Istruzione e della Difesa Luigi Berlinguer e Beniamino Andreatta decisero che Nuoro avrebbe dovuto rinunciare alla cittadella universitaria per ospitare una caserma della Brigata Sassari. L’ultimo protagonista della vicenda in ordine di tempo è invece Alessandro Bianchi, l’attuale sindaco di Nuoro.
Il problema di fondo, sostiene il comitato cittadino, consiste nel fatto che la caserma sorgerà sui terreni del demanio civico, dove vale il principio della proprietà collettiva: «La realizzazione di opere in aree così classificate richiede la previa attivazione di un processo partecipativo che coinvolga la cittadinanza», spiega l’avvocato indipendentista Gianfranco Sollai. E invece la decisione è stata presa d’ufficio, con una semplice determina, la 2996 dell’11 dicembre 2012, firmata dalla dirigente del Comune di Nuoro per il settore Gestione del territorio ed edilizia privata Tiziana Mossone. In pratica, l’amministrazione ha modificato la destinazione urbanistica dell’area. In completo silenzio.
Valore dell’investimento: 12,3 milioni di euro garantiti dallo spostamento di risorse voluto nel 1997 dal primo governo Prodi, che sottrasse 40 miliardi di lire alle università sarde per destinarli alle caserme italiane. Vincitrice dell’appalto la Pellegrini Costruzioni, la società del presidente della Confindustria Sardegna Meridionale Maurizio de Pascale, già al centro dell’inchiesta sul terremoto in Abruzzo.
Insomma, un bell’intreccio di cui oggi, a distanza di 15 anni dalla firma del Patto per la Brigata Sassari, che prevede appunto la costruzione di una caserma per i sassarini nella località di Pratosardo a Nuoro, si possono apprezzare i risultati: una caserma in più, un ulteriore porzione di territorio sardo occupato dai militari e dalle servitù, e una cittadella universitaria in meno.
Si arriva così al progetto del comitato Arbèschida Nugoresa, composto da A Manca pro s’Indipendentzia, Progres, C.A.N. e singole indivisualità, che intende operare nella città di Nuoro con lo scopo di proporre alla cittadinanza un’alternativa alla gestione fallimentare fin qui portata avanti da chi ha amministrato, in questi anni, il bene comune.
«Noi vogliamo un polo per l’agroalimentare e l’artigianato, un industria a zero impatto ambientale, un’opzione di sviluppo reale che potrebbe concretamente rilanciare l’economia del nostro territorio», spiega il responsabile territoriale di A Manca pro s’Indipendentzia Giorgio Devias, cui fa eco il fratello Pierfranco, membro del direttivo nazionale: «L’espansione della Brigata è un altro pezzo di isola tolta ai cittadini, eppure la nostra regione ospita già il 60% delle servitù italiane».

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