martedì 30 aprile 2013

“Perché ignorante, non è chi è stato, ma chi è”


“Perché ignorante, non è chi è stato, ma chi è”

L’uomo partorito dalla rivoluzione industriale è soggetto ad una particolare ignoranza e schiavitù, uniche nella storia dell’uomo e, in particolare, l’individuo iper tecnologico degli ultimi decenni, che è totalmente dipendente dal Sistema Bestia. Quest’uomo, affetto da infantilismo, non è in grado di procurarsi il cibo, di scaldarsi, di produrre alimenti, di soffrire e di decidere. E’ privo della più remota forma di volontà, e come un infante egoista ed egocentrico, rifiuta ogni fatica fisica, responsabilità individuale e ragione di consapevolezza, essendosi consegnato, anima e corpo, fra le grinfie del Sistema padrone.
Un uomo monco che interpreta alla lettera le indicazioni di un libretto di istruzioni che il Sistema gli consegna al momento della sua venuta al mondo. Le comodità che il Sistema ha messo ha sua disposizione, lo hanno rammollito, fino a ridurlo ad uno stato di invalidità permanente. Etica, deontologia, morale e umanità si sono, in lui, estinte per sempre, privandolo così della spiritualità; un essere completamente manipolabile, ricattabile e corruttibile.
L’individuo iper- tecnologico, dunque, è il risultato di una perversa operazione di lavaggio mentale che, in breve tempo, si è attestata a carattere genetico. La maggior parte del suo cervello, che per milioni di anni gli ha consentito di sopravvivere, di adattarsi e produrre vera conoscenza, non solo è rimasta inattiva, ma nella gran parte degli individui occidentali (nuove generazioni in particolare), è totalmente assente.
La totale assenza del pudore, del senso della misura e, l’incapacità di un giudizio autocritico e analitico, sono le caratteristiche che portano l’ignorante, a percorrere strade, un tempo, battute da uomini giusti e onorabili. La modernità relativista e opportunista, ha spianato la strada all’homo indoctus che, oggi, detiene il potere assoluto sul mondo.
L’ignorante moderno, è un individuo pigro, sia sotto il profilo mentale, che dell’attività fisica, affetto da menzogna cronica e da un tipo di logorrea, ad innesco automatico. La sua pigrizia, è inversamente proporzionale alla quantità di parole che riesce ad emettere. L’ignorante puro, riesce a parlare per ore, senza un vero motivo razionale e razionabile. Contesta qualsiasi cosa, non avendo, lui, nulla da proporre. Trascorre la sua vita, aspettando una preda alla quale contrapporre il suo dissenso.
Atteggiamento tipico dell’ignorante, è quello di lamentarsi in continuazione per il troppo lavoro, per gli impegni che lo sommergono, per un’infinità di problemi inesistenti, per stanchezza, mal di testa, acidità di stomaco e cose del genere. In verità, è dedito all’ozio, al piccolo vizio e alla commedia. L’ignorante tipo basic, al contrario, è innocuo; anzi, come certo colesterolo, apporta benefici all’intricato sistema sociale e ai suoi fragilissimi equilibri.
L’ignoranza, non è specifica caratteristica di una classe sociale ma, nelle moderne società industrializzate, esprime la sua massima virulenza nella rappresentazione del potere politico, economico e mediatico. L’ignorante, è un “uomo preconcetto” per natura, condizione che gli deriva dal suo analfabetismo esistenziale.
Questi soggetti, oggi, sempre più comuni, sono in parte il prodotto della sottocultura consumistica e deresponsabilizzante che, nella potenzialità degli individui a rischio, trova terreno di coltura, per attuare il suo progetto, di manipolazione mentale.
L’habitat, poi, che circonda il tecno/bambino fin dall’alba della sua venuta al mondo, condiziona per sempre il suo domani, ed é l’imprinting che modellerà la sua futura personalità. Televisione, video giochi, telefonino, play station e una montagna di sterile e invadente tecnologia (futuri rifiuti da discarica), lo deresponsabilizzano da ogni sforzo di analisi introspettiva e di immaginazione – esattamente nel senso opposto della propaganda sbandierata dal Sistema: “in questo modo sviluppano la fantasia!!!”. Quelle che poi, insistono a volere chiamare “comodità” (ma che in realtà sono un inferno quotidiano), lo costringono a declinare ogni ragionevole sforzo, adattandosi ad una sorta di baby prepensionamento e trascorrendo il resto della sua vita di fronte ad un computer, ingrassando a dismisura e precarizzando la sua salute, fisica e mentale.
Poi, arriva il momento della scuola materna, con gli infiniti giocattoli morti, di plastica e l’onnipresente televisione e da li, fino al conseguimento dell’insulsa e sempre più inutile laurea. Nel frattempo il Sistema si sfrega le mani, sapendo che un altro pollo è entrato nella gabbia, e che fuori da quella prigione non è più in grado di sopravvivere.
E alla fine: ignorante non è chi non sa scrivere e non sa leggere, ma chi non sa zappare, seminare e raccogliere. Ignorante è chi non sa interpretare il cielo, le onde del mare, e il vento di maestrale. Ignorante è l’uomo che cerca prove fra la sabbia del deserto. Perché ignorante, non è chi è stato, ma chi é.
Gianni Tirelli

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