“Perché
ignorante, non è chi è stato, ma chi è”
L’uomo
partorito dalla rivoluzione industriale è soggetto ad una particolare ignoranza
e schiavitù, uniche nella storia dell’uomo e, in particolare, l’individuo iper
tecnologico degli ultimi decenni, che è totalmente dipendente dal Sistema
Bestia. Quest’uomo, affetto da infantilismo, non è in grado di procurarsi
il cibo, di scaldarsi, di produrre alimenti, di soffrire e di decidere. E’
privo della più remota forma di volontà, e come un infante egoista ed egocentrico,
rifiuta ogni fatica fisica, responsabilità individuale e ragione di
consapevolezza, essendosi consegnato, anima e corpo, fra le grinfie del Sistema
padrone.
Un uomo
monco che interpreta alla lettera le indicazioni di un libretto di istruzioni
che il Sistema gli consegna al momento della sua venuta al mondo. Le
comodità che il Sistema ha messo ha sua disposizione, lo hanno rammollito, fino
a ridurlo ad uno stato di invalidità permanente. Etica, deontologia, morale e
umanità si sono, in lui, estinte per sempre, privandolo così della
spiritualità; un essere completamente manipolabile, ricattabile e corruttibile.
L’individuo
iper- tecnologico, dunque, è il risultato di una perversa operazione di
lavaggio mentale che, in breve tempo, si è attestata a carattere
genetico. La maggior parte del suo cervello, che per milioni di anni gli
ha consentito di sopravvivere, di adattarsi e produrre vera conoscenza, non
solo è rimasta inattiva, ma nella gran parte degli individui occidentali (nuove
generazioni in particolare), è totalmente assente.
La
totale assenza del pudore, del senso della misura e, l’incapacità di un
giudizio autocritico e analitico, sono le caratteristiche che portano
l’ignorante, a percorrere strade, un tempo, battute da uomini giusti e onorabili.
La modernità relativista e opportunista, ha spianato la strada all’homo
indoctus che, oggi, detiene il potere assoluto sul mondo.
L’ignorante
moderno, è un individuo pigro, sia sotto il profilo mentale, che dell’attività
fisica, affetto da menzogna cronica e da un tipo di logorrea, ad innesco
automatico. La sua pigrizia, è inversamente proporzionale alla quantità di
parole che riesce ad emettere. L’ignorante puro, riesce a parlare per ore,
senza un vero motivo razionale e razionabile. Contesta qualsiasi cosa, non
avendo, lui, nulla da proporre. Trascorre la sua vita, aspettando una preda
alla quale contrapporre il suo dissenso.
Atteggiamento
tipico dell’ignorante, è quello di lamentarsi in continuazione per il troppo
lavoro, per gli impegni che lo sommergono, per un’infinità di problemi
inesistenti, per stanchezza, mal di testa, acidità di stomaco e cose del
genere. In verità, è dedito all’ozio, al piccolo vizio e alla commedia.
L’ignorante tipo basic, al contrario, è innocuo; anzi, come certo colesterolo,
apporta benefici all’intricato sistema sociale e ai suoi fragilissimi
equilibri.
L’ignoranza,
non è specifica caratteristica di una classe sociale ma, nelle moderne società
industrializzate, esprime la sua massima virulenza nella rappresentazione del
potere politico, economico e mediatico. L’ignorante, è un “uomo
preconcetto” per natura, condizione che gli deriva dal suo analfabetismo
esistenziale.
Questi
soggetti, oggi, sempre più comuni, sono in parte il prodotto della sottocultura
consumistica e deresponsabilizzante che, nella potenzialità degli individui a
rischio, trova terreno di coltura, per attuare il suo progetto, di
manipolazione mentale.
L’habitat,
poi, che circonda il tecno/bambino fin dall’alba della sua venuta al mondo,
condiziona per sempre il suo domani, ed é l’imprinting che modellerà la sua
futura personalità. Televisione, video giochi, telefonino, play station e una
montagna di sterile e invadente tecnologia (futuri rifiuti da discarica), lo
deresponsabilizzano da ogni sforzo di analisi introspettiva e di immaginazione
– esattamente nel senso opposto della propaganda sbandierata dal Sistema: “in
questo modo sviluppano la fantasia!!!”. Quelle che poi, insistono a volere
chiamare “comodità” (ma che in realtà sono un inferno quotidiano), lo costringono
a declinare ogni ragionevole sforzo, adattandosi ad una sorta di baby
prepensionamento e trascorrendo il resto della sua vita di fronte ad un
computer, ingrassando a dismisura e precarizzando la sua salute, fisica e
mentale.
Poi,
arriva il momento della scuola materna, con gli infiniti giocattoli morti, di
plastica e l’onnipresente televisione e da li, fino al conseguimento
dell’insulsa e sempre più inutile laurea. Nel frattempo il Sistema si sfrega le
mani, sapendo che un altro pollo è entrato nella gabbia, e che fuori da quella
prigione non è più in grado di sopravvivere.
E alla
fine: ignorante non è chi non sa scrivere e non sa leggere, ma chi non sa
zappare, seminare e raccogliere. Ignorante è chi non sa interpretare il cielo,
le onde del mare, e il vento di maestrale. Ignorante è l’uomo che cerca prove
fra la sabbia del deserto. Perché ignorante, non è chi è stato, ma chi é.
Gianni
Tirelli
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