COMUNISTI PER AMORE O PER FORZA
Tutto ciò che, secondo il Liberismo, si
frappone a destabilizzare e contrastare (in un modo o in un altro) le logiche
dei suoi interessi particolari e privilegi, si identifica in un progetto
eversivo e ideologico, di stampo Staliniano.
In verità, questa brutta razza di fascisti di
ritorno, omette volutamente il fatto che la pappa pronta della libertà, servita
loro su di un piatto d’argento, gli è stata consegnata “brevi mano” proprio da
quelli che persistono (con l’intento di offendere e dividere ) a chiamare, “i
comunisti.”
Una tale libertà, conquistata al prezzo di
vite umane, privazioni e sacrifici è, nel tempo, degenerata in licenza
sistematica, assunta, poi, a normale pratica relazionale.
La becera propaganda filo/fascista che il
liberismo occidentale ha sbandierato in questi decenni a spauracchio contro
pericolo comunista - e a causa del quale avremmo perso le nostre case e i
nostri risparmi, la libertà, e ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo
per un salario scarso, senza avere alcuna voce contro il Sistema – è diventato
realtà grazie al capital/liberismo.
Il Sistema Liberista Relativista, oggi,
intende scardinare le logiche imperiture della convivenza civile, per dare
corso a un progetto di distruzione e di schiavitù, che neppure la peggiore
delle dittature, sarebbe mai stata in grado, nemmeno di immaginare.
Il liberismo, trasformista per definizione, è
una metastasi sotterranea strisciante del nazional/socialismo che sotto le
sembianze del “buon samaritano”, cela ad arte la sua natura mefistofelica.
Il Neoliberismo rampante (che subito dopo la
seconda guerra mondiale - 60.00.000 di morti - esibiva con orgoglio la sua
perversa natura), aveva allora ben compreso l’inopportunità e le difficoltà
circostanziali relative alla messa in atto del suo piano di omologazione e di
sfruttamento delle masse, nei modi e nei tempi caratteriali di un regime.
Appariva così più sensato, proficuo, e meno
impegnativo, sottomettere, asservire e manipolare gli individui, facendo leva
sui loro lati peggiori, sulle loro debolezze, concedendo loro la
soddisfazione/realizzazione di ogni più turpe desiderio, bisogno, vizio e
perversione - costringendoli alla dipendenza e all’assuefazione, in virtù di
un’opera di plagio mentale di massa, che si prefiggeva di scardinare ogni
preesistente scala di valori, principio etico, e parametro di riferimento
oggettivo, allo scopo di facilitare la commercializzazione e l’acquisto di ogni
bene e bisogno prodotto dal Sistema, senza alcun ostacolo di natura morale,
critica, e personale.
Tutto questo progetto di falsificazione e di
contraffazione della realtà, è stato definito LIBERTA’. “L’uomo è libero –
tuona il Sistema – ma ogni sua libertà dovrà essere pagata – se vorrà
avvelenarsi noi gli procureremo i veleni – importante è che paghi – Se vorrà
una casa, noi gli daremo una casa! E così una macchina, l’amante, il cellulare,
il computer e la soddisfazione di ogni follia – ma il “prezzo” lo stabiliremo
noi. Gli daremo la pornografia, il grande fratello, il calcio minuto per
minuto, la violenza, l’arroganza e l’interazione mediatica, così da renderlo
protagonista per quel porco, eroico e fatale minuto, che sancirà la sua
schiavitù per il resto della sua vita. Lo cloneremo, lo manipoleremo, lo
plasmeremo a nostro piacere. Ogni suo effimero bisogno sarà soddisfatto e così,
ogni sua debolezza e dipendenza. Gli daremo la droga e se si lamenterà, lo
colpevolizzeremo. Ma più di ogni altra cosa gli daremo un Dio, che, per
brevità, abbiamo inteso chiamare, “televisore”.
La cosa importante e basilare è che consumi,
ingurgiti e paghi! Dove trovare il denaro, con quali mezzi e modi, è affar
suo!! Prostituzione, illegalità e crimine? Ben vengano! L’Impero Industriale
non esprime giudizi di merito sui comportamenti altrui; é democratico, basta
che non interferiscano con i suoi interessi!”
E così il trionfo della TV! Quel mostruoso
soprammobile che tutti ci unisce, che tutti ci divide. Quella lurida scatola,
falso Dio pagano, che parla a tutti nello stesso momento, vomitandoci addosso
orrende tragedie, ma che poi, come una madre amorosa, ci avvolge sotto la sua
calda ala e ci sussurra: ”Dormi amore mio, non avere paura, ci sono io vicino a
te”.
E’ in questo modo che il Sistema ci
disattiva, rendendoci innocui, all’interno di una società dove ogni singolo
individuo è schedato, controllato e, di privato, non è rimasto nulla - un
ibrido sterilizzato da ogni personalismo, e disinnescato da noi ogni
imprevisto impulso rivoluzionario.
Questo é il vero volto del Liberismo, dalle
mille facce e infinite personalità - più subdolo, più velenoso, più miserabile
di qualsiasi totalitarismo.
Del resto, non è meno terrificante (se pur in
forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più pericoloso e
inquietante, sia per dimensioni, che per crudeltà. Non esistono anticorpi per
contrastare la sua avanzata, ne punti nevralgici da colpire per ferirlo a
morte, essendo noi stessi (tutti noi) parte integrante al Sistema.
La propaganda mediatica instillata di odio e
di xenofobia contro il pericolo comunista, e praticata in forma becera e
strumentale da quasi un ventennio, ha ribaltato la realtà storica, a tal punto
che, oggi, una buona parte dei giovani (incolti, ignoranti e ignorati) si è
convinta (contrariamente alla realtà) di una Italia e di una Europa oppresse,
in passato, da un regime totalitario di sinistra.
Una tale congettura (per logica deduzione) li
ha costretti a ritenere il fascismo e il nazismo come le forze alleate di
liberazione dal comunismo che avrebbe messo a ferro e fuoco i paesi dell’Europa
occidentale. Questo eccezionale falso storico, pesa come un macigno sulla
consapevolezza delle nuove e future generazioni a tal punto, che si è resa
necessaria, la restaurazione di un inedito “Processo di Norimberga” giudicante
tutta la Cricca dei mistificatori della storia d’Italia.
Io, poi, che ingenuamente, e per una sorta di
spiccato individualismo, ho sempre rifiutato ogni etichetta ideologia e
appartenenza politica, mi sono ritrovato, in questi ultimi anni, a fare i conti
e a prendere consapevolezza di quel singolare, e fino allora, inedito fenomeno
o meccanismo (di stampo relativista), che codifica ogni comportamento,
discordante o contrario con il pensiero liberista, riconducibile alla visione
massimalista dello stalinismo.
Da ragazzo qualsiasi, ho coltivato l’amore
per la musica che, mia madre, eccellente pianista, mi aveva trasmesso, al pari
degli inossidabili valori e principi etici, ancorati alle sue forti radici
cristiane. Oltre alla Classica (Brahms, Chopin, Verdi, Rossini, Wagner, Claude
Debussy, Beethoven Ciaikovski), ero totalmente affascinato e rapito dalle
liriche di De André, di Giorgio Gaber e di Enzo Jannacci, ignaro del fatto che,
una tale scelta musicale, avrebbe deciso, a priori, la mia futura formazione
socio politica. Da allora
ho amplificato il mio punto di osservazione
e, meraviglia delle meraviglie, ho riscoperto un paese disseminato di illustri
comunisti e di persone comuni dai grandi ideali. Tutti personaggi di indiscusse
capacità, prolifici, attivi e con un grande senso critico e artistico,
riconosciuti e presi ad esempio dal resto del mondo e da gran parte degli
italiani. Oggi, visto il livello di ignoranza e di servilismo espressi
dall’ideologia liberista, è davvero un
grande onore e un autentico privilegio, l’essere definito, “comunista”. Come
potrebbe essere, diversamente se, per “comunista”, si intende non essere
Servo!! Sono comunista come Moravia, Fabrizio De André, Gaber, Jannacci - comunista come Pasolini, Benigni, Biagi,
Dario Fo, Aldo Moro, Gino Strada, Roberto Saviano, Falcone, Borsellino, Pertini
e Don Milani - comunista come Milena Gabanelli, come i “Medici Senza
Frontiere”, le associazioni ambientaliste, i comitati contro la privatizzazione
dell’acqua e le centrali nucleari –
comunista come la magistratura, il CSM - sono comunista perché aborro
ogni guerra, ogni infamia, menzogna e ingiustizia – sono comunista come tutti
coloro che lottano per i diritti
violati e calpestati – per la qualità di
una vita sostenibile, per la dignità dell’individuo, per la solidarietà e per
il futuro dei loro figli.
Mio nonno paterno, Giovanni (del quale porto
il nome), era un agricoltore benestante. La nonna Maria (la moglie), aveva
sfornato ben tredici figli, molti dei quali, in seguito, si erano laureati. Nonostante
il gravoso impegno motivato da quella famiglia numerosa, il nonno, nel giorno
di sabato, ospitava nella sua casa e intorno al suo tavolo, poveri e
mendicanti, rifocillandoli di un pasto caldo e di un buon bicchiere di vino
rosso. Era un uomo buono e generoso, come i tanti di un tempo, e assolutamente
imparziale e irreprensibile in fatto di doveri e di principi. Lui voleva e
pretendeva le cose giuste e, da buon conservatore quale era, arricciava il naso
di fronte ad ogni modernizzazione meccanica e progressista, che avvertiva
dissonante e incompatibile con la sua realtà
e antitetica alle ragioni del suo lavoro. Non era certo un uomo di
sinistra, al contrario! Ciò che definiva la sua coscienza, era in relazione dei
suoi valori morali, di un impianto etico connaturato e di uno spirito di carità
cristiana caratteriale. Mio padre ereditò dal nonno Giovanni, la stessa
passione per la terra e per la natura, e un grande senso di giustizia e
solidarietà, ad eccezione della fede che, riteneva un ingombrante esercizio di
falsificazione della realtà. Un sorprendente ateismo di destra, che oggi
farebbe sussultare questa classe politica, industriale e confessionale, che nel
cattolicesimo (assunto a paradiso fiscale dell’anima), intende lavare i panni
sudici di una coscienza troppo ingombrante.
Oggi, seduti intorno a quel tavolo, un tempo
inondato di sobrietà, di amore e di fratellanza (metafora di un passato
illuminato) non ci sono più mendicanti e diseredati, ma puttane d’alto bordo,
papponi, corruttori e maitresse, sterco di un liberismo tiranno e senza regole
.
Gianni Tirelli
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