domenica 9 giugno 2013

IL LATO OSCURO DEL SIDSTEMA BESTIA


IL LATO OSCURO DEL SIDSTEMA BESTIA

Uno sguardo sociologico sul mondo può essere considerato uno sguardo doppio con diversi piani di analisi e interpretazioni, ma che sempre presuppongono almeno una realtà manifesta ed una latente, un mondo di luce ed uno di ombra, uno diurno e uno notturno, una città di sopra ed una di sotto e così via. Ci si trova, infatti, di fronte ad una società contemporanea, con particolare riferimento a quella occidentale, nella quale è ancora dominante “un'etica” che esprime una visione dualistica degli opposti e che, per ciò stessa, rende gli individui, i gruppi e le comunità, unilaterali, parziali e inconsapevoli del lato negativo. Un'etica relativista (una non etica) che porta al riconoscimento di mondi contrapposti tra luce e oscurità, tra puro e impuro, tra dio e diavolo, tra coloro, che stanno dalla parte del bene e coloro che sono identificati o si identificano con il male: in questo modo gli individui e le comunità sono completamente scissi tra un mondo superiore di valori con il quale si dovrebbero identificare e un mondo sotterraneo di valori altri che si oppone con forza al primo. Una forma di pensiero astratto e astruso, che divide gli esseri umani e le società sempre in due parti e che si fonda sul principio dell'irriducibilità degli opposti, nonostante il mutamento nel tempo dei contenuti di bene e di male.
Inoltre, gli individui, i gruppi e le collettività vivono il male come qualcosa di estraneo, da eliminare con ogni mezzo perché minaccia la sicurezza delle proprie coscienze: bisogna quindi sbarazzarsene attraverso la proiezione del negativo sugli estranei da noi, ancora meglio se questi estranei hanno una pelle di colore diverso o sono diversi per religione, nazione, genere, handicap fisico o psichico, classe sociale o qualsiasi altra differenza che possa scaturire dalla formazione dell'Ombra (il nostro lato oscuro) in quanto comunque manifestazione di una scissione. A.G.

Il Sistema Bestia (il lato oscuro) è strutturato e organizzato in maniera tale da renderlo impermeabile ad ogni interferenza esterna -  eludere le responsabilità oggettive dei suoi colonnelli e adepti, sul loro operato. Le responsabilità, vengono di fatto distribuite in maniera omogenea e trasversale su tutti gli aderenti al Sistema, così da rendere inesistente la figura del “caprio espiatorio”, considerando la responsabilità di tutti una non responsabilità, una non colpa, e trasfigurando le accuse, in una operazione diffamatoria, denigratoria con l’intento della delegittimazione preventiva.
Un altro dato caratteriale che contraddistingue questa “gang” e per affinità la accomuna, alla criminalità organizzata, è l’omertà. Come all’interno di un clan mafioso, sono soggetti ad un codice d’onore che devono applicare alla lettera, pena l’estromissione, il totale isolamento ed altro ancora!
Tutto questo, chiaramente, si riflette sul paese civile, dove la parte marcia della società si allinea al potere, emulandone i comportamenti e aggravandone così la condizione generale.

Nella società civile, questo meccanismo viene applicato in forma diametralmente opposta, dove ogni cittadino è costretto ad assumersi la responsabilità dei suoi atti e comportamenti, pagando il prezzo della sua colpa, senza sconti e privilegi.
Il Liberismo, nello specifico, ha radicalizzato a tal punto le sue degenerazioni sul territorio, da avere reso impraticabile ogni differenziazione e interdipendenza di merito fra la politica, l’imprenditoria e la criminalità organizzata. Una società a delinquere, compatta, coesa e omertosa, frutto di un sincretismo perverso finalizzato alla conquista di ogni potere -  una convergenza mafiosa di interessi particolari, privilegi e di impunità, impermeabile a qualsiasi interferenza e ingerenza esterna che, in qualche modo, possa minarne e destabilizzarne l’organizzazione. Per tale motivo, pensare di potere sovvertire lo stato attuale delle cose con un’azione democratica, è una pia illusione. 
Si è resa così necessaria un’azione di forza,  che in virtù di rivolta di popolo, armata, sanguinariae e giustizialista, ponga fine allo strapotere della “dittatura tecnocratica” del Liberismo Liberticida Mediatico.
Definire dunque il Liberismo un modello socio/economico, portatore di benessere e civiltà, è una mostruosa menzogna. Il Liberismo, in verità, è un cancro maligno che si alimenta sottraendo alla società, all’ambiente e alla terra, ogni risorsa, fino al suo azzeramento. Quando a breve il Sistema, non avrà più nulla di che nutrirsi, stramazzerà al suolo morente dentro un boato sordo, travolgendo con se ogni cosa e ogni vita.
La logica del profitto ha sovvertito ogni valore, principio e regola, mentre l’appartenenza politica e l’ideologia hanno mutato la loro originaria funzione e natura, degenerando in quella di consorterie, corporazioni e società segrete, eversive e criminali.


Gianni Tirelli

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