giovedì 17 ottobre 2013

MONDOCANE..FUORI DAL VASO - AL CENTRO DEL VASO (Priebke e gli altri)

FUORI DAL VASO - AL CENTRO DEL VASO (Priebke e gli altri)

"La disobbedienza è, agli occhi di chiunque abbia letto la storia, la virtù primaria dell'umanità. E' attraverso la disobbedienza che si è fatto progresso, attraverso la disobbedienza e la ribellione. (Oscar Wilde)

Vado alla rinfusa, senza alcun criterio di priorità, ‘ndo cojo cojo, su chi la fa dentro, su chi la fa fuori per imperizia, incompetenza o perché strabico, su chi la fa fuori apposta per allagarci e affondarci e su chi ha la stipsi e non la fa per niente.

Pur nuova legge impone oggi i sepolcri / fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti / contende…. Dal dí che nozze e tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi / all'etere maligno ed alle fere / i miserandi avanzi che Natura / con veci eterne a sensi altri destina. (Ugo Foscolo “Dei Sepolcri”)

Sharon, Begin, Shamir, Golda Meir, Ben Gurion, Netaniahu, Obama… altro che Priebke. Fa irruzione per primo, nella mia rassegna di evacuazioni fatte fuori dal vaso, di quelle che intendono allagarci, l’uragano di clamori attorno alla dipartita di un ufficiale tedesco che, sesto nella trafila di comando dopo Hitler, il generale Malzer, il generale Von Mackensen, il colonello Kappler e il capitano Hass, partecipò alle esecuzione di 335 cittadini italiani alle Fosse Ardeatine. Crimine di guerra e contro l’umanità, certo, basato sullo scellerato principio dell’esecuzione di 10 prigionieri civili per ogni soldato tedesco ucciso. Regola, peraltro, applicata nella seconda Guerra Mondiale da quasi tutti i contendenti. Come resta in vigore in ogni parte militare del mondo l'obbligo dell'obbedienza  Crimine di guerra e contro l’umanità, quello di Priebke, da valutare in rapporto al progresso della civiltà e dei diritti umani nell’era democratica post-nazista, che ha visto i presidenti della “più grande democrazia del mondo”, Bush e Obama, ammazzare, a occhio e croce, 1000 civili per ogni cittadino Usa polverizzato nell’operazione attribuita a nemici islamici dell’11 settembre 2001. Clamori portati al diapason dal solista del coro, Pacifici, presidente della comunità ebraica, che, con logica coerente, serba il più stretto riserbo sui 3000 e passa palestinesi, donne, bambini, anziani, fatti massacrare a Sabra e Shatila dal comandante Ariel Sharon. E poco gli interessa il rapporto tra 1.450 palestinesi uccisi a Gaza da Piombo Fuso, in parte bruciati vivi dal fosforo bianco, e i 15 israeliani colpiti dai razzi della Resistenza, occasione nella quale si è passati dall’orrenda decimazione nazista, all’equilibrata centimazione dell’ ”unica democrazia del Medio Oriente”.  Cosa ne vogliamo fare delle salme di tutti i primi ministri e tutti i generali israeliani che da sessant’anni stanno non decimando, ma centimando, il popolo titolare di quella terra? Cosa ne pensa Pacifici di affidarle alle cure di quei bravi cittadini di Albano che hanno tentato di linciare il cadavere di Priebke, nientemeno? Non è scritto nelle tavole sacre che davanti alla giustizia i morti sono tutti uguali?

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