giovedì 21 novembre 2013

CASO CANCELLIERI – REATO PENALE


CASO CANCELLIERI – REATO PENALE

Altro che telefonata confidenziale! Solo fumo negli occhi. Il nocciolo della questione è ben altro!!  Un minuto dopo l’arresto della famiglia Ligresti, la Cancellieri aveva il dovere, l’obbligo morale, etico, deontologico e costituzionale, di tranciare (seduta stante) ogni tipo di rapporto con i Ligresti, di dissociarsi ufficialmente e pubblicamente (tramite lettera aperta ai giornali e conferenza stampa) dalle pratiche delinquenziali di questi “signori”, esternando tutta l’indignazione, il rammarico, la costernazione per tanta avventatezza, denunciandone il raggiro e l’inganno di cui era stata fatalmente vittima, “A SUA INSAPUTA” – chiedere inoltre scusa agli italiani, per non avere compreso (ingenuamente) con quali soggetti aveva condiviso la sua amicizia e la vita privata. Ma la Cancellieri, sa, e sapeva benissimo di che pasta fossero i Ligresti - e come si dice, “una mano lava l’altra”.. e tutte e due lavano la faccia. Una connivenza quarantennale con gli esponenti di un clan a delinquere dove si possono immaginare reciproci e costanti scambi di favore, intrighi, e una reciproca e interessata cortesia.
Il solo fatto poi di dovere trattare un tale tema, che per la sua evidenza lapalissiana certifica la presenza di reato conclamato, mortifica, non solo la verità dei fatti, ma ancora un’ennesima volta relativizza lo stato di diritto, concedendo ai potenti ogni scappatoia e privilegio, mentre ci si accanisce sulla cittadinanza escludendola da ogni attenuante, condizione, e circostanza. Pertanto, la magistratura ha l’obbligo giuridico di indagare e in caso di arrestare la ministra Cancellieri, per il reato di connivenza protratta con soggetti pregiudicati che si avvalgono delle istituzioni per ottenere vie preferenziali per la soluzione dei loro problemi giudiziari .
Dunque, nessun risvolto politico in questa sporca faccenda, ma strettamente penale.


GJTirelli

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