CASO CANCELLIERI – REATO PENALE
Altro che telefonata confidenziale! Solo fumo
negli occhi. Il nocciolo della questione è ben altro!! Un minuto dopo l’arresto della famiglia
Ligresti, la Cancellieri aveva il dovere, l’obbligo morale, etico, deontologico
e costituzionale, di tranciare (seduta stante) ogni tipo di rapporto con i
Ligresti, di dissociarsi ufficialmente e pubblicamente (tramite lettera aperta
ai giornali e conferenza stampa) dalle pratiche delinquenziali di questi
“signori”, esternando tutta l’indignazione, il rammarico, la costernazione per
tanta avventatezza, denunciandone il raggiro e l’inganno di cui era stata
fatalmente vittima, “A SUA INSAPUTA” – chiedere inoltre scusa agli italiani,
per non avere compreso (ingenuamente) con quali soggetti aveva condiviso la sua
amicizia e la vita privata. Ma la Cancellieri, sa, e sapeva benissimo di che
pasta fossero i Ligresti - e come si dice, “una mano lava l’altra”.. e tutte e
due lavano la faccia. Una connivenza quarantennale con gli esponenti di un clan
a delinquere dove si possono immaginare reciproci e costanti scambi di favore,
intrighi, e una reciproca e interessata cortesia.
Il solo fatto poi di dovere trattare un tale
tema, che per la sua evidenza lapalissiana certifica la presenza di reato conclamato,
mortifica, non solo la verità dei fatti, ma ancora un’ennesima volta
relativizza lo stato di diritto, concedendo ai potenti ogni scappatoia e
privilegio, mentre ci si accanisce sulla cittadinanza escludendola da ogni
attenuante, condizione, e circostanza. Pertanto, la magistratura ha l’obbligo
giuridico di indagare e in caso di arrestare la ministra Cancellieri, per il
reato di connivenza protratta con soggetti pregiudicati che si avvalgono delle
istituzioni per ottenere vie preferenziali per la soluzione dei loro problemi
giudiziari .
Dunque, nessun risvolto politico in questa
sporca faccenda, ma strettamente penale.
GJTirelli
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