L’UOMO CANCRO – NOI TESTIMONI DELLA PIU’ GRANDE
TRAGEDIA DELL’UMANITA’
“La Terra è ammalata di cancro e in una
fase tragicamente avanzata della tremenda patologia degenerativa, di cui se ne
conoscono le cause ma non i rimedi. E la forma di carcinoma che l'affligge, ha
addirittura un nome latino: si chiama Homo sapiens”.
Le varie forme di vita, siano esse di
natura animale, vegetale e umana, appaiono sulla terra in un determinato
momento per poi, a tempo debito, estinguersi - e in straordinarie circostanze,
ad auto/sopprimersi.
Nel “Tutto Universale” i concetti
trascendono da ogni giudizio di “superiore e di inferiore”, di “bene e di
male”, di “vita e di morte”, ma si attestano a fenomeni di causa/effetto,
imputati alla gestione organizzativa di quel puzzle perfetto che, dall’origine,
ha codificato ogni tessera dentro il suo spazio ideale.
Per tanto, l’individuo umano, non può
accampare alcun merito, capacità, o particolare intelligenza che non siano le
stesse espresse da una piattola, da un filo d’erba o da un batterio. L’uomo
terrestre, non è una “condizione senza la quale..”, ma oggi corpo estraneo che
destabilizza l’ordine delle cose. E così com’è venuto se ne andrà, per
permettere alla natura di riappropriarsi delle sue ragioni.
Immaginiamo il pianeta terra come una delle
infinite cellule del sistema universo, vista al microscopio dall’occhio di un
attento e scrupoloso ricercatore proiettato nello spazio. Si noterà
immediatamente che a differenza delle altre cellule, la terra presenta alcune
evidenti anomalie e patologie di natura iperplasica e ipertrofica. Una
disfunzione che sta mettendo a serio rischio la sua sopravvivenza.
Ad una prima e sommaria valutazione,
l’osservatore si limiterà a constatare la presenza di un sostanza semisolida e
appiccicosa di colore grigiastro, prodotta dalla cellula in questione (la
terra) e che, la stessa, non é più in grado di sintetizzare, di riassorbire o
di smaltire. Questo elemento, in precedenza estraneo, si accumula sul tessuto
connettivo della cellula, alterandola in maniera strutturale e irreversibile e
comportando la perdita di qualsiasi funzione vitale.
Il nostro ricercatore ipotizza che
diversamente da un tempo, si sia prodotto nella cellula un difetto di
funzionamento (corto circuito, intoppo) del suo processo primitivo. Questo
incidente di percorso, ha compromesso irrimediabilmente la sopravvivenza della
cellula, che in virtù di un intrinseco e necessario processo di necrosi,
cercherà di auto sopprimersi, previa il rischio di contaminazione delle altre
cellule.
A un più attento esame, il ricercatore
individuerà poi, un congruo numero di elementi oblunghi, con due appendici alla
base della loro estremità e una rotondità alla sommità e che intuisce, possano
rivelarsi i virus responsabili di una tale patologia; l’uomo.
La sostanza appiccicosa e grigiastra,
individuata dal ricercatore e riportata alla nostra realtà quotidiana,
rappresenta tutta quella montagna di rifiuti industriali e scorie tossiche che
il nostro sistema economico, rigurgita sul pianeta, 24 ore su 24. L’uomo, in
questo caso, é il paradigma del virus letale.
Il pianeta terra che, per rendere più
comprensibile a tutti, ho trasfigurato in cellula, non va interpretato come
metafora ma (fatte le debite proporzioni), come paradigma assoluto del rapporto
che esiste fra la causa dei nostri comportamenti e l’effetto sulla nostra
realtà. E questo, vale in assoluto per qualsiasi cosa.
L’uomo, è l'unica specie terrestre il cui
sforzo non è quello di impiegare al meglio le qualità e attitudini naturali di
dotazione, bensì di vivere disprezzandole e sostituendole con espedienti più
"comodi" e meno "faticosi", con l'inevitabile effetto di
atrofizzarle.
E' la compiuta invasione del male - è la
sconfitta della vita - è l'affanno dei palliativi per ritardare la fine - il
cancro della Terra, determinato dall'Uomo.
L'Uomo-cancro ha saputo mettere al servizio
della causa di annientamento della Terra che lo ospita, anche quella che si
dice sua unica prerogativa: la mente. Manipolando massivamente le menti più
deboli e impreparate, le forze operanti del cancro sono riuscite a far cessare
quasi del tutto quella naturale resistenza detta “istinto di conservazione”, e
a generare addirittura favore ed entusiasmo (progressismo) a beneficio della
diffusione dell'orrenda malattia.
“Si è giunti, così ben presto, in meno di
un secolo, a superare il momento in cui si potesse pensare al radicale
intervento chirurgico che anticipasse le metastasi – e ora siamo qui, a
contarci le ore”. R.S.
Se al più presto, non saremo in grado (e
non lo siamo) di riconvertire le nostre abitudini, in altre più consone,
compatibili e pertinenti la vera natura dell’uomo, e liberarci per sempre da
tutte quelle dipendenze e debolezze che alimentano il Sistema Bestia e il suo
potere, saremo gli ignari spettatori e i testimoni oculari della più grande
tragedia dell’umanità.
GJTirelli
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