E’ PARTITO IL CONTO ALLA ROVESCIA
Pensando alle nostre società moderne e
all’insensatezza dei nostri comportamenti, mi è apparsa l’immagine di un padre
che ha trascorso la sua vita lavorando, risparmiando e rinunciando ad ogni
effimero piacere, per lasciare ai suoi figli, sicurezza materiale e dignità. Un
uomo con la schiena ricurva sotto il sole, con un grande cuore colmo di valori
e di inossidabili punti di riferimento che, nella sana tradizione e nella
consapevolezza della brevità dell’esistenza, aveva riposto tutte le sue
aspirazioni, etiche e religiose e gli intenti delle sue passioni. Poi, un
giorno, il padre li lasciò, sereno e appagato, dopo averli, con un sorriso
innocente, salutati e ricordando loro, ancora una volta, responsabilità e
doveri, affinché il senso, che aveva dato alla sua vita, non fosse stato vano.
I figli, accecati dalla stupidità e dalle lusinghe della città industriosa,
presto abbandonarono i campi e la fattoria ma, in poco tempo, ogni risorsa si
esaurì. Per sopravvivere, escogitarono i modi più abietti e deprecabili,
tradendo ogni loro impegno morale, e infangando, così, la memoria del padre.
Una notte di pioggia e di vento, ubriachi, a bordo di una macchina di lusso
rubata, precipitarono giù da un alto ponte per finire fra le acque gelide di un
fiume in piena. Di loro non si seppe più nulla.
Noi, oggi, siamo quei figli, sordi, alle
grida di dolore della Madre Terra, stuprata e vilipesa - ciechi, dentro il buio
di un presente assente che ha privato le nuove generazioni dell’orizzonte di un
futuro e, nudi, di fronte alle ragioni del nostro esistere.
Il mito tanto sbandierato della “modernità”
foriero di speranze, di felicità e libertà, si è trasformato in breve tempo,
nelle peggiori delle schiavitù, trasfigurando i sogni in incubi, e la passione,
in un esercizio compulsivo volto alla soddisfazione sistematica di bisogni
indotti, dipendenze e perversioni. La paura, oggi, è il perno cancerogeno
intorno al quale ruota tutta la nostra vita, metastasi di un’esistenza epurata
da ogni valore, principio etico e necessario parametro di riferimento e di
comparazione.
Ogni residuo sentimento di solidarietà
umana, è stato cancellato dalla nostra anima, soppiantato dall’opportunismo,
dall’interesse particolare e da un’inettitudine fisica e morale che non ha
precedenti nella storia dell’uomo. Ansia, depressione, attacchi di panico e,
tutta quella lunga lista di disturbi legati al sistema nervoso che flagellano
senza sosta la nostra quotidianità condizionandone le scelte, sono gli effetti
collaterali gravi dell’assenza di passione.
Nessun farmaco al mondo, oggi, può placare
i morsi di un tale disagio esistenziale e restituirci quella gioia di vivere e
la necessaria serenità che, in passato, caratterizzava lo spirito vincente
delle società contadine - fattori indispensabili per affrontare il domani, con
rinnovato entusiasmo. Erano gli strati sociali più poveri e meno abbienti, un
tempo, a godere di un tale privilegio, proprio in virtù di una passione
connaturata che si esprimeva in tutta la sua potenza in ogni azione, che fosse
creativa, pratica o di natura filosofica e spirituale.
La passione, ha il potere sovrannaturale di
tradurre ogni sforzo, fisico o intellettuale che sia, in autentica gioia, fonte
perenne di umiltà, e di pace interiore.
L’impulso di solidarietà, motore di
aggregazione e socializzazione della civiltà rurale, affondava le sue ragioni
nel cuore comune di una profonda felicità di base, autonoma e indipendente da
ogni concetto di possesso, di privilegio e di stato sociale.
Senza passione, non può esistere alcuna
forma di vita, essendo la nostra esistenza, una sua estensione. Il frenetico
adoperarsi di api e formiche, nel loro instancabile e incessante andirivieni
strutturato da regole ferree e codici etici, è l’espressione di una volontà e
di un’intelligenza superiore che attingono la loro energia nel sentimento della
passione.
Gli stessi “schiavi” d’Egitto, innalzarono
le piramidi sotto la spinta propulsiva di una smisurata passione. E non era il
denaro, lo spartiacque fra la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra
la bellezza e l’orrore, ma quella capacità di amare e di sperare che, da
sempre, aveva contraddistinto gli individui delle civiltà del passato - un
mondo perfetto, messo a tacere per sempre dalla stupidità dell’uomo moderno.
La passione deterge, purifica, rigenera,
forgia la volontà ed è messaggera di bellezza - trascende ogni debolezza e
paura, per dare forma e contenuto alle aspirazioni umane, suggerendo all’uomo,
il significato della vita.
“Quale passione, oggi, arde nel cuore di
quest’uomo? Quale spirito divino alberga nella sua anima? Da quale pozzo,
misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale torrente, ristora e
placa l’arsura della sua sete di conoscenza?”
L’immagine raccapricciante di quest’epoca
insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di
un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un
mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si
agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e
indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando
dietro di loro, morte, dolore e distruzione. Tutto questo, ha innescato un
processo di necrosi che, dal tessuto sociale, si è esteso all’ambiente tutto,
compromettendo irrimediabilmente, ogni auspicabile e radicale riconversione e
più remota speranza.
Per tanto, non esiste una via di uscita da
una tale condizione! E’ partito il conto alla rovescia e, il Sistema, come una
bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere. Gli individui della società
delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi
rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quella immane tragedia che
segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia
dell’umanità.
Il male, un tempo riconoscibile e
collocabile, ha assunto le sembianze della normalità, espropriando lo spirito
dell’uomo, privandolo, così, della consapevolezza, del discernimento e
dell’impulso passionale. Abbiamo voluto sfidare le ragioni imperiture del
nostro destino, come alieni venuti da un’altra galassia, ma presto, la terra,
ci ripagherà con la stessa moneta, per averla infamata e violentata.
Oggi, il Sistema Consumista Relativista ha
raggiunto il suo picco massimo di perversione. A questo punto, comincia a
rotolare come un grande masso, lungo la china scoscesa di quella montagna di
cose effimere da lui stesso prodotte, per sfracellarsi sul fondo di un baratro
di menzogne e di pura cazzonaggine
Definire questo momento socio/economico,
una normale crisi, è un’imperdonabile ingenuità, a dimostrazione, ancora
un’ennesima volta, dell’assoluta incapacità dell’uomanoide moderno, di separare
la libertà dalla licenza, il giusto dall’iniquo e la forza dalla debolezza. Una
tale circostanza esula da un’interpretazione di bene e di male ma, per la sua
natura relativista, si colloca all’interno di una dimensione eccezionale di
pertinenza della sfera del Nulla e della percezione di Vuoto.
Non esistono, oggi, aggettivi in grado di
descrivere la portata e la crudeltà dei crimini chesi sono consumati in questo
ultimo secolo, e l’opera di profanazione e di violazione sistematica,
perpetrata dall’uomo tecnologico contro la natura e le sue leggi.
I principi etici, regolatori e sentinelle
dei comportamenti umani, sono stati rimossi per sempre e, vizio, paura, li
hanno sostituiti.
Il futuro dell’umanità, è stato divorato
dalla voracità di un presente ipertrofico che, come un buco nero, risucchia nel
suo vortice le nostre esistenze.
Proprio in ragione di queste mie ultime
considerazioni, posso affermare, con la certezza e il disincanto di chi ancora
sa interpretare i segnali del cielo, ascoltare il tormento straziante degli
spiriti della terra e le loro promesse di vendetta, che la fine di questo
mondo, è prossima.
“Risuolate le vostre scarpe signori!!,
Mettete toppe alle vostre giacche e pantaloni e rammendate camice e calzini.
Non acquistate oltre l’indispensabile e l’essenziale, perché è arrivata l’ora
di aiutare il Sistema a morire.” jt
GJTirelli
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