PRINCIPI E CIAMBELLANI. CLAMOROSA INTERVISTA
DI LANDINI A FAVORE DI RENZi
29 Agosto 2014
Maurizio Landini, nell'intervista odierna al Corsera (“ Niente veti, Matteo interlocutore attento”), si conferma come sponda sindacale di Renzi e si candida a interlocutore di corte del Principe. Sbalorditivo.
Nel momento in cui un aspirante Bonaparte svilisce e umilia il ruolo stesso del sindacato, Landini saluta Renzi come “l'uomo del dialogo”.
Nel momento in cui si svela la truffa degli 80 euro, si eternalizzano i contratti a termine senza causale, si annuncia la licenzialibilità dei nuovi assunti senza giusta causa per i primi tre anni ( nella ipotesi migliore), Landini loda l'”attenzione di Renzi per il lavoro”.
Nel momento in cui il governo promuove un progetto istituzionale reazionario senza precedenti nel dopoguerra, a forte impronta populista, osteggiato da una parte dello stesso costituzionalismo democratico, Landini elogia “la forza del consenso che Renzi ha saputo raccogliere”.
In sostanza: nel momento in cui Renzi vede esaurirsi il vento in poppa della propria ascesa , Landini gli offre la ciambella della propria copertura. Rassicurandolo sul fatto che in ogni caso si limiterà alle opinioni “senza porre veti, perchè un governo ha poi il diritto di decidere”. Renzi ringrazia.
Il significato politico dell'intervista è inequivoco.
Il principale dirigente sindacale della classe operaia industriale non solo rinuncia all'opposizione, sociale e democratica, verso un governo anti operaio e reazionario, ma lo assume a interlocutore prediletto, in cambio di un proprio riconoscimento d'immagine... a dispetto di Camusso. Magari col sogno di diventare un domani segretario nazionale della CGIL.. con la benedizione di Renzi, cioè di un avversario della CGIL. Di certo i lavoratori, le loro ragioni, le loro vertenze, sono ridotti a pedine passive di un gioco burocratico e triste. Privi, nel momento peggiore, di una proposta reale di azione di massa e di una prospettiva alternativa di riferimento. A tutto vantaggio del governo e del padronato.
Vedremo sino a quando questo nuovo corso landiniano filo Renzi reggerà. Ma la necessità di un'altra direzione, classista e anticapitalista, del movimento operaio e sindacale è in ogni caso testimoniata una volta di più dalla parabola triste del landinismo. Verso cui solo il PCL, a sinistra, ha sempre evitato di dispensare illusioni.
Nel momento in cui un aspirante Bonaparte svilisce e umilia il ruolo stesso del sindacato, Landini saluta Renzi come “l'uomo del dialogo”.
Nel momento in cui si svela la truffa degli 80 euro, si eternalizzano i contratti a termine senza causale, si annuncia la licenzialibilità dei nuovi assunti senza giusta causa per i primi tre anni ( nella ipotesi migliore), Landini loda l'”attenzione di Renzi per il lavoro”.
Nel momento in cui il governo promuove un progetto istituzionale reazionario senza precedenti nel dopoguerra, a forte impronta populista, osteggiato da una parte dello stesso costituzionalismo democratico, Landini elogia “la forza del consenso che Renzi ha saputo raccogliere”.
In sostanza: nel momento in cui Renzi vede esaurirsi il vento in poppa della propria ascesa , Landini gli offre la ciambella della propria copertura. Rassicurandolo sul fatto che in ogni caso si limiterà alle opinioni “senza porre veti, perchè un governo ha poi il diritto di decidere”. Renzi ringrazia.
Il significato politico dell'intervista è inequivoco.
Il principale dirigente sindacale della classe operaia industriale non solo rinuncia all'opposizione, sociale e democratica, verso un governo anti operaio e reazionario, ma lo assume a interlocutore prediletto, in cambio di un proprio riconoscimento d'immagine... a dispetto di Camusso. Magari col sogno di diventare un domani segretario nazionale della CGIL.. con la benedizione di Renzi, cioè di un avversario della CGIL. Di certo i lavoratori, le loro ragioni, le loro vertenze, sono ridotti a pedine passive di un gioco burocratico e triste. Privi, nel momento peggiore, di una proposta reale di azione di massa e di una prospettiva alternativa di riferimento. A tutto vantaggio del governo e del padronato.
Vedremo sino a quando questo nuovo corso landiniano filo Renzi reggerà. Ma la necessità di un'altra direzione, classista e anticapitalista, del movimento operaio e sindacale è in ogni caso testimoniata una volta di più dalla parabola triste del landinismo. Verso cui solo il PCL, a sinistra, ha sempre evitato di dispensare illusioni.
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