giovedì 18 settembre 2014

CONCETTO DI POVERTA'....GJTIRELLI




Oggi riflettevo sul concetto di “povertà”; quella condizione che fin dall’alba dei tempi si determinava per l’impossibilità (in tutto o in parte) di soddisfare i beni di prima necessità (cibo, acqua, fuoco, indumenti) deputati alla sopravvivenza del singolo individuo, del nucleo familiare e della specie.
Questa era una “povertà oggettiva”, reale, inopinabile, che non dava addito ad interpretazioni d sorta.
L’uomo moderno della società dei consumi vive una “povertà” immaginaria, che è percepita tale, non per mancanza di beni primari, ma per l’impossibilità di fare fronte (sotto il profilo meramente economico) a tutta quella lunga lista di beni effimeri, superflui e di natura ludica, che il Sistema ci propina a “tambur battente” in virtù del suo piano di manipolazione e omologazione delle coscienze. 
Definirci dunque poveri, quando non siamo in grado di rinunciare al più stupido e inutile dei beni, è un insulto alla miseria; una bestemmia che grida vendetta!
Nel mondo si produce cibo per ipotetici ‘13 miliardi di individui, quando in realtà la popolazione del pianeta è di soli ‘7 miliardi. Questo dato spaventoso, sotto il profilo etico, morale e ambientale, si ascrive a paradigma di uno spreco che non trova eguali nella storia del mondo, e ci dice che la metà del cibo in circolazione finisce in discarica; una quantità sufficiente ad alimentare un secondo pianeta Terra.  

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