UNA CLASSE POLITICA CHE RUBA IL PANE AI
NOSTRI FIGLI
Fino al momento in cui questi signori non ci
vedranno veramente incazzati, determinati e irremovibili, a tal punto da vedere
a rischio la loro incolumità fisica, persisteranno nei loro comportamenti criminogeni,
certi come sempre, che il branco plebeo (coniglio per definizione) si adeguerà
chinando il capo, alle loro decisioni.
Disoccupazione, precarietà, salari da fame,
qualità della vita in caduta libera, disegnano quel paesaggio drammatico e
angosciante, che riproduce una società svuotata da ogni diritto sociale e
civile, di significato di bene comune e di senso dello stato.
E intanto noi, che dopo una vita di sacrifici
e di privazioni, ci troviamo costretti a pagare la tangente su di un bene
primario (la casa di abitazione) sancito come diritto inalienabile dalla stessa
Costituzione. Di cosa vivranno un giorno i nostri figli?
Una vera e propria estorsione legalizzata,
degna solo dei peggiori regimi autoritari – una gang del malaffare che affonda
le sue mani insanguinate nelle tasche ormai vuote dei cittadini, sottraendo
loro gli ultimi spiccioli rimasti e ogni mezzo di sostentamento.
Di quale crescita parlano? Di quale
sviluppo? Di quale progresso?
Si finanziano le banche, le lobby e i gruppi
di potere, si consolidano consorterie e logge, corporazioni e caste, e tutto
questo sottraendo miliardi di euro alla comunità ormai ridotta alla canna del
gas e indotta al suicidio. Nel frattempo, questi maiali all’ingrasso non
rinunciano al benché minimo privilegio, e fanno fronte comune affinché il “FINANZIAMENTO
PUBBLICO AI PARTITI” non venga messo in discussione.
Potremo mai trovare conforto e solidarietà
fra le braccia dei nostri carnefici, sull’onda di un incomprensibile
autolesionismo dai tratti masochistici?
E visto che si parla tanto di merito e di
meritocrazia, a maggior ragione la stessa logica va applicata a questa classe
politica escrementizia, e sulla base dei risultati prodotti, deciderne la vita
o la morte.
Con tutta quella montagna di soldi che percepiscono
a sbaffo, sarebbe logico ed etico che si autofinanziassero e che restituissero
ai cittadini il mal tolto e la loro dignità.
Se non si ricreano le condizioni di lavoro e
l’occupazione, distribuendo risorse, ricchezza e opportunità (così da alimentare
la domanda interna, oggi drammaticamente compressa), l’indignazione dei
cittadini, trasfigurerà ben presto, in rabbia e sete di vendetta, e tutto
precipiterà per il peggio.
Quel travaso di sangue che la politica impone
alla cittadinanza, ha come scopo il risanamento di quei buchi di bilancio
relativi a sistematiche ruberie, che la stessa ha prodotto a nostre spese e
che, oggi, in tutta fretta, si appresta ad appianare sfrattando e mandando per
strada milioni di onesti lavoratori.
Come pensano di agganciare la ripresa, quando
le fabbriche chiudono, e imprenditori, artigiani e lavoratori si suicidano,
mentre i consumi precipitano?
Siamo stanchi di assistere inermi
all’atteggiamento irresponsabile dei grandi detentori di patrimoni che pur
strafogando nella ricchezza, si astengono da ogni concreto sacrificio per
salvare la baracca. Loro, che come moderni barbari hanno messo questo paese a
ferro e fuoco, depredandolo di ogni sua risorsa.
I cittadini sono col culo per terra, e
pertanto, se di sacrifici si tratta, vanno richiesti a loro: ai ricchi evasori,
ai banchieri speculatori, ai ladri e corruttori, ai faccendieri, che per
decenni hanno succhiato il sangue alla parte più debole e indifesa della
società, oggi alla flebo. Questo succede perché siamo divisi, l’uno contro
l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri stupidi che
vorrebbero arricchirsi a spese degli altri.
Stipendi stratosferici e tutti quei privilegi
e vantaggi che alla faccia della miseria, la politica nostrana distribuisce ai
suoi rappresentanti, sono il terreno di coltura che, per un intrinseco
automatismo, seleziona i peggiori elementi della società trasfigurando il
parlamento, da un cenacolo di etica e di diritto, in un mercato delle vacche
dove si prostituisce la dignità a fronte di interesse particolare e impunità.
“Votare un furbo, non vuol dire che lo sei
anche tu - significa che sei un coglione!”
GJTirelli
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