venerdì 10 ottobre 2014

E LA RUSSIA STA A GUARDARE E VENDERE GAS AMBULANTE......GLI IMPERIALISTI.... COSA DICONO? I GRANDI STRATEGHI EUROASIATICI PRO PUTIN? , RIEQUILIBRIO GEOPOLITICO DI DUE TRE IMPERI DEI ROSSOBRUNI DELLA DICOTOMIA? DOVE SIETE ?

E LA RUSSIA STA A GUARDARE E VENDERE GAS AMBULANTE......GLI IMPERIALISTI....
COSA DICONO? I GRANDI STRATEGHI EUROASIATICI PRO PUTIN? , RIEQUILIBRIO GEOPOLITICO DI DUE TRE IMPERI DEI ROSSOBRUNI DELLA DICOTOMIA?


                                                      DOVE SIETE ?

  Questo è ciò che riporta la voce della Russia oggi mentre massacrano Siriani-kurdi-iraqeni..............

9 ottobre 2014, 17:43

Indipendenza dei curdi e Stato islamico, la Turchia presa tra due fuochi

Indipendenza dei curdi e Stato islamico, la Turchia presa tra due fuochi

La lotta contro i radicali dello Stato islamico sta entrando in una fase di stallo: i raid dell’aviazione non bastano per spezzare la spina dorsale del movimento che è forte e armato bene. Occorre una nuova strategia, ma le parti interessate la vedono in maniera diversa.

Intanto la scalata della violenza in Iraq e Siria ha investito anche la Turchia che ora è minacciata da una grave crisi politica...
I combattenti dello Stato islamico continuano l’avanzata in direzione della città siriana di Kobane, confinante con la Turchia, che è popolata in prevalenza dai curdi. Gli estremisti usano carri armati e armamenti pesanti, compresi quelli che provengono dagli Stati Uniti. Le fonti curde riferiscono di pesanti combattimenti. La coalizione internazionale guidata dagli USA continua a bombardare gli islamisti, ma gli esperti riconoscono che i raid da soli non bastano.
Nel frattempo i curdi della Turchia cercano di oltrepassare la frontiera per aiutare i loro fratelli, ma le autorità turche mandano tutti a casa. Nelle regioni popolate dai curdi sono in corso manifestazioni di massa che spesso sfociano in scontri con la polizia. La comunità curda protesta contro l’atteggiamento passivo di Ankara che ha rafforzato la protezione della frontiera, ma sta indugiando e per il momento preferisce non ingerirsi nella situazione. Secondo Vadim Makarenko, analista militare indipendente e caporedattore del sito Kurdistan.ru:
Le autorità turche prendono in considerazione il fattore turco solo se la situazione politica le costringe a farlo. In questo caso aiutare Kobane signifirebbe dare sostegno all’Unione Democratica siriana considerata dalla Turchia parte del Partito dei Lavoratori del Kurdistan. In tal modo, con le mani dello Stato islamico, le autorità della Turchia cercano in pratica di liquidare il focolaio dell’autonomia curda.
Sono convinto che Ankara stia cercando di fare contemporaneamente alcune cose: liquidare l’autonomia curda in Siria, lottare contro il regime di Assad e solo poi opporsi all’ISIS. Se il Partito dei Lavoratori del Kurdistan si schierasse contro Assad, Kobane probabilmente sarebbe stata accerchiata. In Turchia l’autonomia dei curdi non serve a nessuno. Le dichiarazioni del primo ministro turco, secondo cui Ankara non permetterà la caduta di Kobane, non impongono su di lui nessun obbligo. La situazione reale oggi è tale che se i curdi non riescono a difendere da soli la città, non saranno aiutati da nessuno. Se la Turchia davvero volesse aiutare i curdi, l’avrebbe già fatto. Avrebbe introdotto le sue truppe.
Ankara davvero si trova in una situazione difficile. Da un lato, la caduta di Kobane porterebbe inevitabilmente all’intensificazione dell’ala radicale del movimento curdo, azzerando le prospettive di un regolamento del problema curdo. D’altra parte, un intervento diretto susciterebbe una reazione fortemente negativa da parte di Damasco, Mosca e altre capitali. Inoltre, gli stessi curdi siriani sono contro l’ingerenza diretta. Il loro leader Salih Muslim, dirigente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che abbiamo intervistato, ha dichiarato che un intervento militare in Siria da parte di paesi stranieri, intrapreso col pretesto della lotta al terrorismo, sarebbe un atto di aggressione.
Ogni ingerenza di questo tipo da parte della Turchia sarà un atto di aggressione contro la Siria, contro la nostra terra. Non lo possiamo accettare. Se Ankara davvero vuole aiutare Kobane, può aprire finalmente la frontiera per farci avere degli aiuti umanitari e tecnico-militari. Allora ce la faremo da soli. Oggi siamo di fronte alla prospettiva di annientamento e siamo costretti a difenderci con ogni mezzo possibile. Noi, curdi siriani, chiediamo alla comunità internazionale di aiutarci.

/s
Contro l’invio dell’esercito turco si pronuncia anche l’opposizione turca. Secondo l’opposizione c’è chi cerca di coinvolgere Ankara in una “guerra altrui”, ma la lotta contro lo Stato islamico dovrebbe partire con le misure atte a liquidare i canali di reclutamento e di approvvigionamento degli estremisti. Secondo alcuni esperti, il vero bersaglio della Turchia non sono gli islamisti, bensì Assad e i curdi che sognano uno stato indipendente. Considerato ciò, a breve Ankara difficilmente potrà rinunciare alla sua politica che le permette di indugiare in attesa di un momento comodo per promuovere i suoi interessi nazionali.

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