LETTERA A UN CRETINO DI STATO
Se dovessi scrivere una lettera a una
persona che disprezzo per comunicarle il mio feroce disappunto, non inizierei
mai la frase con: caro.. gentile.. signore.. spettabile.., ma con un insulto
del tipo: “gran pezzo di merda”…, “rottinculo”… e roba del genere. A maggior
ragione, se il soggetto ricopre una carica istituzionale di primo piano e
pertanto (più di ogni altro comune cittadino) si dovrebbe attenere a
comportamenti irreprensibili. Gli uomini politici, proprio in virtù della
carica che rivestono, e dopo avere giurato sulla costituzione la loro totale
fedeltà e abnegazione allo stato, sono tenuti (vincolati) ad avere
comportamenti etici e deontologici integerrimi. Le loro colpe, abusi e soprusi,
sono dunque mille e mille volte più gravi di quelle di un qualsiasi cittadino,
e la loro pena deve essere esemplare, senza sconti di sorta o filtrata da leggi
“ad personam” che ne destituiscano l’uguaglianza difronte alla legge. In questo
caso, decade il concetto di democrazia, che a sua volta trasfigura in regime
autocratico.
Ma il personaggio in questione, cresciuto
alla scuola del “berlusconismo d’assalto” e ritenendosi il più furbo dei furbi,
ha adottato la strategia del” fingersi il bene” allo scopo di raccoglere quanto
più consenso popolare possibile, per usare in seguito il potere conseguito a
confortare interessi particolari, personali, e a onorare le “tangenti”
richieste da coloro che si sono impegnati e spesi per dare corpo alla sua
ambizione.
Per quest’uomo dal linguaggio banale
(attoruncolo privo di charme, comparsa retorica e prolissa), la bugia
costituisce una regola relazionale e la sua introiezione proiettiva lo porta ad
attribuire agli avversari tutti i suoi difetti, a cominciare dalla menzogna. Un
bugiardo seriale, patologicamente convinto di potere spacciare la sua sottile
furbizia per rara intelligenza, e quella compulsione che lo porta a snocciolare
promesse quotidiane (del resto sempre disattese), in abile stratega e navigato
uomo di mondo. Da ciò si ricava che il suo giudizio sul popolo italiano, non
diverge dallo stesso che potrebbe esprimere difronte ad un branco di asini
ammaestrati; la stessa operazione di marketing che lo stesso Benito Mussolini
ha sperimetato con successo, e che hanno fatto loro Bettino Craxi e Silvio
Berlusconi, che travestiti da socialisti improntavano la loro bieca propaganda
sui temi della giustizia sociale, del benessere comune e della libertà per
tutti – rinnegando e negando una volta al potere, ogni patto e contatto.
La sua incessante presenza sugli schermi
televisivi e giornali sta surclassando quella del Cainano di un tempo. Ma non
avendo di Berlusconi, di Craxi e del Duce né le palle, né il potere economico,
né tanto meno gli stretti rapporti con la cerchia dei veri potentati, rischia
quell’overdose mediatica che a breve lo costringerà all’angolo della sua
conclamata stupidità.
Promettere cose irrealizzabili e
parallelamente fare l’esatto contrario, è caratteriale di questa tipologia di
singolari individui.
“Non andrò a palazzo Chigi senza
legittimazione popolare”, tuonava allora l’eroe senza macchia e senza paura!!!
E poi: “Aboliremo il finanziamento pubblico ai partiti e ai giornali” – “Basta
privilegi.. via le auto blu”. E ancora: “Cambiare in nome dell’equità e della
giustizia le regole delle pensioni si può fare. Ma nel pacchetto ci deve essere
a tutti i costi l’abolizione di qualsiasi vitalizio per i politici. Un
Parlamento che legifera sulle pensioni degli altri tenendosi stretti i propri
privilegi sarebbe inaccettabile” (Renzi, 25-10-2011). Nulla di fatto per
abolire i vitalizi dei parlamentari, nemmeno per quelli condannati. E poi
l’abolizione del Senato, delle province, il suo sostegno all’articolo 18. Per
l’edilizia scolastica, tra fondi vecchi e nuovi (244 milioni), è stato
stanziato circa 1 miliardo: 450 milioni per le piccole ristrutturazioni (17.961
richieste), 400 per la messa in sicurezza (2.865), 244 milioni per nuovi
edifici (404). La riforma epocale, a oggi, è un bel documento sul sito
“passodopopasso”. E infinite altre assurdità che sarebbero troppo lunghe da
elencare ma che potrete visionare aprendo il File a fondo pagina.
Un politico che non mantiene le sue
promesse elettorali, commette tre reati:
1) Falso in atto pubblico
2) Raggiro
3) Circonvenzione di incapaci
Stipulare poi accordi in segreto con un
delinquente certificato, amico di merende di un condannato a 7 anni per
associazione mafiosa, comporta l’arresto e l’interdizione a vita dai pubblici
uffici.
Ma in questo disgraziato paese la verità
(la somma eresia) è evitata come un virus mortale.
GJTirelli
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