MA SIAMO ANCORA SICURI DI ESSERE VIVI?
Ma siamo ancora sicuri che tutta quella
montagna di rifiuti industriali riversati sull’ambiente, sia il prezzo congruo
da pagare per il mantenimento della “modernità”?
Che l’estinzione di migliaia di specie
animali e vegetali, l’effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai, la
contaminazione delle acque, siano tutti fattori (danni collaterali necessari)
di quel processo che abbiamo incredibilmente voluto definire, civiltà e
progresso?
Siamo ancora sicuri, che tutto quel baraccone
ludico/tecnologico invalidante, sia sinonimo di libertà e democrazia, e
dispensatore di felicità?
Ma credete davvero che possa esistere una
crema che vi fa snellire dormendo, una merendina che vi da la carica, uno
yogurt ripulente, un dentrificio rispendente che illumina la mente, una pillola
tonificante, un farmaco rilassante, un detersivo ammorbidente, un acqua
ionizzante, una marmitta eco/assorbente?
Ma siete ancora sicuri di essere vivi, se non
degli zombi che respirano, tirando a campare, senza alcun motivo logico,
razionale, comprensibile, e che si avviano ciondolando verso il baratro?
Il relativismo culturale che le nuove
generazioni erediteranno, è la più grande sciagura nella storia dell’umanità.
Crederanno davvero che la chirurgia estetica, il divorzio e l’aborto siano
sinonimo di conquiste di libertà o, non di meno, degli escamotages (oggi
platealmente definiti diritti) che, risolvono si, il problema dal punto di
vista tecnico, ma ben lontani dal produrre gli anticorpi necessari a
contrastare la degenerazione e l’appiattimento della coscienza individuale?
Crederanno davvero che le bombe intelligenti,
fatte esplodere sulla testa di persone innocenti, sia la giusta, sola e unica
condizione per preservare e consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di
organi, l’uso di droghe sintetiche, gli abusi sistematici sui minori, la
prostituzione dilagante, siano semplicemente i normali e logici effetti
collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la libertà), in assenza
della quale le nostre società sarebbero in preda all’anarchia più totale; il
prezzo da pagare per essere liberi? Che la propaganda populista e mediatica di
prodotti inutili, inefficaci e dannosi, rientri nelle logiche di una società
libera e che il lordume morale di cui trasudano i programmi televisivi, sia la
connotazione (nel bene o nel male), del diritto alla libertà di informazione?
La verità, è che siamo schiavi di tutto
questo per avere abdicato alle nostre debolezze e dipendenze, e barattato la
dignità e il buon senso in cambio dell’illusione e della seduzione
dell’effimero che, come neve al sole, si sta sciogliendo sotto la rovente luce
della modernità e di una libertà martoriata e mercificata.
Gianni Tirelli
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