PRESTO GLI ALBERI NON PRODURRANNO PIU’
FRUTTI
Entro pochi anni, la quasi totalità degli
individui del mondo occidentale (nessuno escluso) farà uso di psicofarmaci,
come in una sorta di terapia di massa per combattere l’ansia, la depressione,
nevrosi, panico e il disagio, oramai insostenibile, dell’essere venuti al
mondo. Il suicidio e l’eutanasia diverranno pratiche all’ordine del giorno -
una aberrante quotidianità!
La capacità di procreare si estinguerà,
congiunta alla totale perdita del desiderio sessuale.
La moria delle api e la scomparsa di
milioni di altri insetti impollinatori, indispensabili alla vita del pianeta,
potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di una più vasta e ancora nascosta
minaccia globale. La diffusione incontrollata di parassiti,
l’elettromagnetismo, irrorazione di scie chimiche, vaccini, ma soprattutto
l’uso di agro/farmaci, pesticidi e l’inquinamento atmosferico, ne sarebbero le
principali cause. Tra i pesticidi poi, i neonicotinoidi (un insieme di diverse
sostanze chimiche usate per la concia delle sementi) sono i primi responsabili
di un tale sterminio. C’è da credere che molto presto gli alberi non
produrranno più frutti.
Gli effetti collaterali delle terapie
farmacologiche, le radiazioni dei cellulari e dei computer, l’inquinamento, i
campi magnetici, l’uso indiscriminato della tecnologia, inattività invalidante,
e una alimentazione contraffatta ed epurata di ogni suo naturale principio
nutritivo, ridurranno l’uomo ad una specie di larva invertebrata e viscida,
priva e privata di emozioni e sensazioni – vuota e paranoide.
Ci hanno spacciato licenza per libertà, e
omologazione per benessere, e tutto questo si è tradotto in paura, incertezza e
frustrazione. Se non saremo in grado di guardare nel più profondo del nostro
cuore e ridare ossigeno alla residua fiammella della nostra consunta
spiritualità, avremo perso l’ultima occasione al fine di scongiurare una
tragedia umana e morale, che come un’ombra nera si addensa sul domani dei
nostri figli e nipoti.
Gianni Tirelli
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